Draghi che volano' sulla Torre di Londra, un red carpet presidiato da giornalisti di tutto il mondo e calcato da gran parte del numerosissimo cast e l'assedio dei fan trepidanti.
Hbo ha scelto l'ambientazione della fortezza londinese, che ben si sposa con l'atmosfera medievale de 'Il Trono di Spade', per l'anteprima mondiale della quinta serie della saga fantasy, nata nel 2011 dall'adattamento dei romanzi di George R. R. Martin e diventata un successo planetario, trasmesso in Italia da Sky Atlantic (dove nella notte tra il 12 e il 13 aprile esordirà la quinta serie in contemporanea con la prima Usa) e successivamente da Rai4 (dove si è ancora alla seconda serie).
Per presentare la nuova serie - in cui prosegue la lotta, a tratti efferata, per la conquista del trono del continente occidentale (uno dei due presenti nel mondo immaginario nato dalla penna di Martin), con alleanze, scontri, intrighi, passioni e incesti tra le più potenti famiglie e l'intervento di forze oscure e magiche - la tv via cavo americana Hbo, che produce e manda in onda la serie fin dall'inizio, e Sky, che la trasmette sia Inghilterra che in Italia, Irlanda, Germania e Austria, hanno creato un evento degno delle grandi anteprime cinematografiche mondiali, con tanto di draghi volanti e lingue di fuoco proiettati sulle mura della fortezza medievale nel centro di Londra.
E d'altronde per scene di massa spettacolari, effetti speciali, costumi e scenografie, 'Il Trono di Spade' non ha niente da invidiare alle produzioni per il grande schermo, con un costo medio per episodio (ogni serie ne conta 10) di circa 6 milioni, ovvero due o tre volte di più del costo standard di un episodio di fiction.
«Il livello qualitativo e la produzione sono quelli del grande cinema», ha assicurato in occasione della prima londinese Rosabell Laurenti Sellers, l'attrice italoamericana, il cui ingresso nel cast è tra le novità più attese della quinta serie, almeno dal pubblico italiano. Rosabell che entra nella saga con il ruolo di Tyene Sand, terza Serpe delle Sabbie, determinata a vendicare l'assassinio del padre e riconosciuta in tutto il regno per la sua abilità nell'uso dei veleni ha ammesso di aver visto la serie solo dopo essere stata scritturata:
«Mi sono chiusa una settimana a vedere le prime quattro serie. Confesso che avevo dei pregiudizi. Poi mi sono resa conto che è fatta benissimo. Scenografie, fotografia, ambientazioni sono curate come il miglior cinema», ha detto.
«Il successo planetario della serie? Senz'altro sesso e violenza funzionano ma credo anche che la molteplicità di personaggi e intrecci rendano possibile l'identificazione di ogni telespettatore», ha sottolineato l'attrice 19enne, con doppia nazionalità (la madre è un'attrice americana e il padre un documentarista italiano), che ha partecipato negli ultimi 9 anni a moltissime produzioni italiane sia di cinema che di fiction, tra cui 'Buongiorno papà' di Edoardo Leo, 'I Nostri Ragazzi' di Ivano De Matteo e alle serie di Rai1 'Paura di amare' e 'Una grande famiglia'. «Ma ora per tre anni non avrò set italiani. Sto frequentando la scuola teatrale Guilt Hall e non potrò allontanarmi», ha aggiunto.
'Il Trono di Spade' è la sua prima grande produzione internazionale, dopo la partecipazione nel 2010 al film 'The Whistleblower' di Larysa Kondracki al fianco di Rachel Weisz e Monica Bellucci. Tyene Sand le regalerà la consacrazione internazionale definitiva? «Vedremo», ha risposto Rosabell, che non sa ancora se verrà confermata nella sesta serie, la cui produzione è alle porte. E d'altronde nel Trono di Spade ogni sviluppo è top secret: attori e resto del cast sono tenuti al più stretto riserbo sulle storie per evitare spoiler. «Io ricevevo solo la mia parte una settimana prima di girare», ha confermato Rosabell.
E infatti anche sul red carpet londinese, i protagonisti presenti hanno parlato del fenomeno di questa serie diventata un cult in tutto il mondo ma mai delle storie. Liam Cunningham, che torna nei panni di Davos Sea Worth anche nella quinta stagione, ha sottolineato l'attualità dei temi della serie che «riflettono lo stato orribile dei rapporti tra gli esseri umani, anche nel nostro tempo».
Mentre la star cinematografica Jonathan Price, altra new entry della quinta serie, ha giocato anche sul red carpet sulla somiglianza con Papa Francesco (spesso sottolineata dalla stampa negli ultimi due anni) e sulle analogie del suo personaggio, High Sparrow, con il pontefice:
«Il personaggio che interpreto è il capo di una grande setta religiosa, dice di essere l'uomo della gente e rappresenta i poveri. Vi ricorda qualcosa di Roma a voi italiani?», ha detto sorridendo.
L'augurio finale più importante è però arrivato da Kit Harington, amatissimo protagonista del 'Trono' nei panni di Jon Snow, che ha evidenziato come al successo della saga abbia contribuito «la potenza dei best seller da cui è tratta e la scelta di un adattamento coraggioso che non edulcora la storia originale nemmeno nelle sue parti più crude» per poi assicurare:
«Questa serie conferma una diceria sulle grandi serie televisive e cioè che la quinta stagione sia sempre la migliore. Com'è successo già in altre serie cult, per esempio I Soprano, anche nel Trono di Spade la quinta serie è la migliore».
E dopo gli applausi convinti ricevuti a Londra dall'anteprima del primo episodio viene da dire che Harington possa avere ragione.