Premio Castellani 2013

Creato il 27 febbraio 2014 da Sabrinamasiero

NGC 1433. Crediti Hubble Space Telescope/NASA/ESA e ALMA.

In qualità di membro della giuria del Premio “Vittorio Castellani” 2013 ho avuto modo di leggere gli elaborati dei ragazzi delle scuole medie e superiori della provincia di Teramo. Come per le altre occasioni, invece che una fatica si è rivelata una fonte di stupore e anche di gioia. Mi verrebbe da dire, se volete un antidoto al pessimismo velenoso con cui spesso condiamo le nostre giornate, potreste leggere uno dei temi dei ragazzi…

di Marco Castellani

Riporto dal sito dell’Osservatorio di Teramo, a proposito del premio : “L’INAF-Osservatorio Astronomico di Teramo ed il Club UNESCO di Teramo bandiscono il Premio intitolato allo scomparso Direttore dell’Osservatorio. Il Premio e’ riservato agli studenti delle Scuole Medie e delle Scuole Superiori nella Provincia di Teramo e prevede, come sempre, le categorie Narrativa, Saggistica e Fotografia. Per questa Quinta Edizione del Concorso, il tema e’ quello inerente la possibile scoperta di forme di vita su altri pianeti.

La nostra piccola fatica si è conclusa e ora sul sito potete leggere i nomi dei vincitori. Per il tipo di concorso, però, vorrei si potessero ringraziare tutti quelli che hanno partecipato: vi sono tante cose belle che purtroppo non abbiamo potuto premiare, ma siamo contenti di aver letto… dunque, grazie di cuore a tutti.

Vengo un po’ ora alle mie impressioni di componente della giuria.

Ora, il fatto che sia riservato agli studenti, e agli studenti a cavallo tra scuola media e liceo, per me è una cosa stupenda. Ve lo dico proprio così, direttamente. Ho (ri)capito che era proprio stupenda quando ho iniziato a leggere gli elaborati di questa edizione, specificamente quelli di narrativa.

E ho (ri)capito quello che magari ogni professore di scuola sa già. Ma io me l’ero dimenticato, lo ammetto.

Ho capito, ho visto, ho toccato con mano, quanta voglia sana di crescere e di incuriosirsi del mondo, dell’universo, c’è “ancora” addosso a questi ragazzi. Quanto spazio di meraviglia conservino nel loro cuore, quanta attenzione per l’ignoto, per l’Universo smisurato che si allarga intorno a loro. E non solo. A rischio di sembrare retorico, lo dico lo stesso. Ho visto anche quanto affetto e quanto radicamento nell’ambiente familiare trapela in questi scritti, in una involontaria sincerità, a volte commovente. Spesso papà e mamma compaiono nella narrazione, sempre come riferimento forte e oggettivo verso una radicale adesione alla realtà. A volte il genitore è quello che – nella narrazione – riporta il ragazzo alla vita reale, dopo un ipotetico sogno condito da incontri con extraterrestri, ad esempio. Altre volte è anche esplicitamente citato, menzionato quale termine affettivo e di riferimento. Come un cardine buono che assicura un’ultima comprensibilità al reale.

Una veduta dal Padiglione Principale dell’Osservatorio di Collurania (Teramo). Anno di costruzione 1890. Crediti: OACT website.

Leggendo questi temi ho capito che tesoro che abbiamo tra le mani, che abbiamo in casa, a scuola. Ho capito il rischio che corriamo noi più adulti, che a volte involontariamente diffondiamo anche verso di loro un cinismo e un finto disincanto che non fa bene, né a noi né a loro.

Ho capito che c’è in loro qualcosa da custodire.

Da custodire perché è anche e sempre nel nostro cuore. Sì, brilla anche nel nostro: a volte solo un po’ coperto di polvere, di frasi fatte, di disillusioni, di sogni infranti. Abbiamo un centro luminoso, un universo da esplorare, dentro: la nostra umanità…  Certo ce la dimentichiamo, la occultiamo. Io per primo.

Metteteci pure il traffico, i problemi a casa, le bollette da pagare…

Però ripensando a questi lavori, non posso fare a meno di pensare… che la realtà non sia spesso come ci piacerebbe non vuol dire che non sia comunque bella, luminosa. Magari vuol dire – azzardo – che dobbiamo accettare di continuare a camminare, di inoltrarci a capire cosa le circostanze ci vogliono far  scoprire. Col cuore aperto e gli occhi spalancati, come un bimbo. Perché siamo veramente lanciati in un grande percorso di scoperta, in una grande avventura, l’avventura umana

Per tutto questo – oltre al fatto di fare memoria di mio papà, che è sempre stato interessato alla divulgazione del suo lavoro - sono grato ai ragazzi e agli organizzatori del Premio (tra cui voglio ricordare il club UNESCO di Teramo, che ci ha sempre supportato)

Un’ultima cosa, mi preme.

Per portarvi a toccare con mano, in qualche modo, il candore e la bellezza di alcuni passaggi, proporrò nei prossimi giorni alcuni brevi estratti, postandoli nel nostro gruppo Facebook, con l’hashtag premioCastellani. Spero di potervi trasmettere qualcosa di quello che ha entusiasmato e commosso me, leggendo.

Marco


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