In un Teatro Sociale delle grandi occasioni viene accolto lo scrittore cileno, Luis Sepúlveda, al quale viene consegnato il “Premio Chiara” alla carriera. Lo scrittore si racconta a tutto tondo davanti al pubblico di Luino, attento e che gli regala un caldissimo trattamento. Il Premio è stato conferito “per aver saputo trasmettere coraggio, impegno civile e originalità letteraria nei suoi racconti, nei suoi romanzi, nelle sue poesie e nelle sue favole. Opere capaci di far viaggiare e sognare i lettori di tutto il mondo”.
Lui Sepúlveda premiato da Riccardo Bianchi, in rappresentanza della rivista “AD”
E’ un Luis Sepúlveda intenso quello intervistato da Luca Corvi, critico rock e conduttore radiofonico, prima della consegna del “Premio Chiara” alla carriera. Risponde alle domande del giornalista con una grande umanità, sensibilità ed un’estrema ironia, raccontando sia aneddoti personali molto “particolari”, sia temi molto delicati dei giorni nostri. Partendo dall’amore e dalla passione che lo ha portato a scrivere racconti Sepúlveda parla piacevolmente a tutti i presenti, attenti e particolarmente partecipi. Il tredicenne Luis, che amava Salgari e Verne, aveva una grandissima passione: il calcio. Però è l’attrazione per Gloria, una ragazza del suo quartiere, ad avvicinarlo alla scrittura. Gloria amava la poesia ed in questo modo Sepúlveda ha iniziato a scrivere, per lei. Da qui, in questo modo, la passione per la scrittura lo porta, da ragazzino, a passare un intero weekend all’interno della biblioteca nella quale era abituato ad andare. Dal venerdì sera al lunedì mattina, solo in una biblioteca, tutta per lui. In quei giorni Sepúlveda dice di aver divorato decine e decine di libri e di aver mangiato solo un pò di frutta e alcuni panini, bevendo del latte.
La svolta nella carriera letteraria di Sepulveda, però, arriva mentre frequenta l’Istituto Nacional, che annoverava tra i suoi ex alunni ben 8 presidenti del Cile. Il momento fondamentale è l’arrivo della professoressa Camacho, che insegnava storia dell’arte, per la quale lo scrittore scrive alcuni racconti erotici che ottengono particolare successo in tutta la scuola, tanto da esser minacciato di essere espulso dal preside. “Con l’arrivo della signora Camacho – racconta Luis Sepúlveda – la storia dell’arte diventa la materia più popolare di tutta la scuola. Un mio compagno, che era un commerciante di penne, di appunti, di libri, insomma vendeva sempre qualcosa per la scuola, un giorno si è avvicinato e mi ha detto che avevo un talento particolare e mi ha proposto di scrivere qualcosa di ‘piccante’ sulla professoressa, con lei come protagonista. La prima storia, ‘Una notte pazza per la signora Camacho’, il mio compagno la affittava agli studenti per un peso, ogni dieci minuti, ed ha fatto il giro di tutta la scuola diventando un ‘best seller’. Però ad un certo punto il racconto finisce nelle mani sbagliate, in quelle del preside della mia scuola che era indignato da quanto scritto e mentre mi accusava di pornografia, io gli rispondevo che si trattava di ‘letteratura erotica’. Così il preside mi consiglia di non ‘sprecare’ il mio talento in questo modo, minacciandomi di espellermi, ma allo stesso tempo mi dice che l’istituto aveva una grande considerazione di me.” In questo modo il giovane Sepúlveda, invece di essere espulso, inizia la sua carriera letteraria, scrivendo per una radio storie che venivano lette e dovevano durare ben ventotto minuti. Jorge Rodriguez Grossi, poi, il compagno che gli aveva proposto di scrivere il racconto erotico sulla professoressa Camacho, è diventato anni dopo il ministro cileno dell’Economia.
Luis Sepúlveda, insieme alla moglie Carmen, prima di salire sul palco per l’intervista
Ma Sepúlveda racconta con semplicità della sua quotidianità, della scrittura, della sua esperienza, per sei mesi, ad ascoltare le storie degli “indios” e a raccontarle loro, pur non comprendendo appieno la loro lingua. Parla anche dell’amore per gli animali, della sua esperienza a bordo delle navi di Greenpeace, lottando per la salvaguardia delle balene. Lo scrittore cileno, però, parla anche dell’amore per i gatti, animali che lo attraggono particolarmente per la loro grandissima dignità: “Il gatto non dimentica un’offesa, il gatto decide quando deve avvicinarsi e quando deve allontanarsi, il gatto è misterioso.” Inoltre, narra della storia della sua “scrivania” da lavoro, in cui lo scrittore da anni prende ispirazione per i suoi racconti: è il banco nel quale Hans, un panettiere di Amburgo, ha lavorato per 40 anni. “Colpito dall’artrosi Hans – spiega lo scrittore cileno – deve abbandonare il proprio impiego, e decide di dare una festa che risulta particolarmente triste, ma felice allo stesso tempo. Alla fine della festa, dopo aver infornato del pane molto speciale per noi, Hans ci ha detto di prendere quello che volevamo. Così io ho scelto il tavolo, sporco di farina, testimone del suo lavoro. Ogni volta che mi metto a scrivere qualcosa penso ad Hans, morto sei anni fa, e mi sento doppiamente responsabile di quello che scrivo: il tavolo sa ancora del suo pane, della sua farina, questo è molto importante per me.” Presente anche la moglie dello scrittore cileno, Carmen, della quale Corvi legge una originalissima poesia sulle diverse tipicità del pane.
E’ stato proiettato, durante l’intervista, un bellissimo video con degli scatti molto particolari presi dalla vita di Sepúlveda. Presenti nelle foto anche Andrea Camilleri e Vittorio Gassman al quale lo scrittore regala un omaggio personale: “Vittorio era un carissimo amico. Vittorio era un uomo di una densità umana rarissima, oltre ad essere un grandissimo attore. Sognavamo un mondo migliore e volevamo contagiare quante più persone possibili.”
L’intervento delle autorità e degli organizzatori durante la consegna del “Premio Chiara” alla carriera a Luis Sepúlveda
Ha condotto la consegna del “Premio Chiara” Laura Balduzzi, giornalista e caposervizio a Lombardia Oggi. Presenti tra il pubblico ed intervenuti alla fine dell’incontro numerose autorità tra cui Andrea Pellicini, sindaco di Luino, Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio di Regione Lombardia, Dario Galli, Commissario Straordinario della Provincia di Varese, Paola Della Chiesa, direttrice dell’Agenzia del Turismo di Varese, Bambi Lazzati, organizzatrice del “Premio Chiara”, Romano Oldrini, presidente dell’associazione “Amici di Piero Chiara”, Andrea Campana, in rappresentanza dell’assessorato alla cultura del Comune di Varese, ed infine, in rappresentanza di AD ha consegnato il “Premio Chiara alla carriera a Sepúlveda, Riccardo Bianchi.
Luis Sepúlveda è uno scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista. Il nonno, Gerardo Sepúlveda Tapia era un anarchico andaluso che era scampato ad una condanna a morte che pendeva su di lui in Spagna, raggiungendo il Cile. Il ragazzo cresce con il nonno e con uno zio paterno che gli hanno fatto apprezzare Salgari, Conrad e Melville. Le prime produzioni letterarie le effettua su un giornalino scolastico con la stesura di racconti e poesie. Appena quindicenne si iscrive alla Gioventù Comunista e a soli 17 anni inizia a lavorare come redattore per il “Clarín” e poi in radio. Vince una borsa di studio grazie al suo primo libro di racconti, “Crònicas di Pedro Nadie”, che lo portano a studiare per 5 anni a Mosca. L’esperienza sovietica, però, dura solo qualche mese perché Luis viene espulso per “atteggiamenti contrari alla morale proletaria”. Dopo aver lasciato il suo paese, il Cile, dopo un grande impegno politico che lo ha visto affrontare con veemenza il regime del generale Pinochet, finendo anche in carcere, viaggia in lungo ed in largo per l’America Latina e nel resto del mondo sostenendo le campagna di sensibilizzazione di Greenpeace. Torna in Cile, dopo una breve parentesi boliviana, entrando nel partito comunista ed inizia a far parte della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende. Dopo il colpo di stato militare di Augusto Pinochet, Sepúlveda viene arrestato e torturato: passi sette mesi in una cella minuscola ed angusta, dove non poteva né sedersi né sdraiarsi. Dopo le grandi pressioni di Amnesty International viene rilasciato e catturato nuovamente a causa della propria ideologia politica che professa continuamente: in un processo pubblico, data la notorietà del personaggio, lo stato cileno lo condanna prima all’ergastolo e poi ad otto anni di esilio. Scappato al primo scalo, a Buenos Aires, con direzione Svezia, giunge prima in Brasile e poi in Uruguay, stabilendosi in Ecuador. In quel periodo, con il dramma dei desaparecidos e le migliaia e migliaia di amici incarcerati o giustiziati, Luis decide di combattere, tornando a far teatro ed ad impegnarsi politicamente. Nel 1979, dopo aver combattuto in Nicaragua si trasferisce in Europa, stabilendosi prima ad Amburgo e poi in Francia. Lavora per cinque anni come membro dell’equipaggio su una nave di Greenpeace. Ora vive nelle Asturie, in Spagna.
Autore di libri di poesia, “radioromanzi” e racconti, conquista la scena letteraria con il suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, apparso per la prima volta in Spagna nel 1989, e in Italia nel 1993. Amatissimo dal suo pubblico, e in particolare dai lettori italiani, ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali spicca Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, uno dei libri più letti degli ultimi anni. Vincitore di numerosi premi, ha firmato la pellicola “Nowhere” ed il documentario “Corazonverde” insieme a Diego Meza. Dai suoi libri sono stati ricavati film di successo come “La Gabbianella e il Gatto” di Enzo D’Alò ed “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Rolf De Heer.