Eccoci a un altro giro di boa, pardon di pagina, a poco più di dieci giorni da quel 4 luglio che sì, è l’Indipendence Day americano (il 4 luglio del 1779 tredici colonie americane si staccarono dall’impero britannico) ed è anche il giorno chiave, nonché titolo, del film del famoso/famigerato Ronald Emmerich del 1996 (che su Google appare prima del link al giorno della festa nazionale americana), ma in un’Italia martoriata dalle scissioni presunte del M5S e dai decreti del “fare” che non fanno poi molto, è anche la data in cui avverrà la premiazione del Premio Strega 2013 (67° edizione). La cinquina è pronta a contendersi il riconoscimento più contestato e ricercato della narrativa italiana (vedi link alla precedente edizione su imago), sono già uscite le varie interviste ai finalisti, con tanto di incredulità e dichiarazioni in cui ci si dice già soddisfatti di essere arrivati in finale. Voi ci credete?
Così com’è già tristemente annunciata “la polemica” del 2013, almeno quella della fase pre-premio, ossia l’esclusione dalla cinquina di Aldo Busi, considerato uno dei migliori testi letterari in competizione per l’originalità della sua costruzione narrativa, che prima ancora della scelta della cinquina era a sua volta entrato in polemica con il Premio stesso. Quest’anno, va detto, gli Amici della domenica hanno offerto un parterre di autori particolarmente differenziato, sia per tipologia di storie, sia per stili, sia per età degli autori prescelti e questo è sempre un bene. Andiamo allora a piluccare fra le storie che i cinque finalisti ci propongono.


Di famiglia, anche se da un’altra angolazione, parla anche Romana Petri (classe 1965, responsabile della casa editrici Cavallo di Ferro, critica letteraria, traduttrice, ha vinto come scrittrice numerosi premi letterari, tra cui il Rapallo e il Grinzane Cavour), con il suo Figli dello stesso padre edito da Longanesi, storia di due fratelli figli dello stesso padre ma nati da due madri differenti. E qui finiscono le loro affinità, tutto il resto è battaglia. La Petri ci offre un romanzo di passioni forti, focalizzato sulla famiglia e sul dolore che in essa si annida. Testo dalla struttura più classica rispetto a quelle proposte dai suoi colleghi finalisti, Romana Petri incentra molta della sua storia sulla figura del padre dei due protagonisti, che permane ingombrante e presente durante tutta la narrazione.








