Un pensiero/divagazione del Signor Giacomo di N. Losito
Quante volte, dopo avere raccontato a un amico i guai che ti assillano così tanto da non farti dormire la notte, quello ti consiglia: “Ma dai, non arrabbiarti! Prendi la vita con filosofia!”
Ecco, a una frase del genere, come minimo uno dovrebbe mandare l’amico a quel paese, non vi pare? Di sicuro costui o non ha capito la gravità dei tuoi problemi o pensa che la vita sia un gioco…
Cosa significa, poi, prendere la vita con filosofia? Fare spallucce e sperare che qualcun altro risolva i tuoi guai? La vita è forse un gioco? A Bucarest, capitale della Romania, pare che la pensino proprio così. Guardate la foto qui sotto: ecco come l’amministrazione comunale ha “filosoficamente” risolto il problema della distribuzione dell’elettricità urbana:
Foto di Emanuela Losito
Per rispondere un po’ più seriamente alla domanda odierna mi faccio aiutare dal Prof. Mario Scaffidi Abbate che ci regala questi interessanti spunti:
Epicuro attribuiva alla filosofia la funzione di un farmaco capace di guarire quattro malattie: il timore degli dèi, la paura della morte, il dolore e il dispiacere. Per questo lo chiamava tetraphármakos. Quando diciamo “prendere la vita con filosofia” diamo per scontata una verità, e cioè che il filosofo, il vero filosofo, è una persona che si mantiene serena anche di fronte alle più grandi sventure (“Cascasse il mondo, io resto insensibile di fronte a tanta rovina”, diceva Orazio).
Il vero filosofo non piange e non ride, anche se ha una visione pessimistica del mondo e della vita, anche se non crede in Dio e nell’aldilà. Schopenhauer, il filosofo del pessimismo per antonomasia, non si strappava i capelli, anche se, sulla scia della filosofia indiana, considerava il mondo un’illusione (un sogno, un “lila”, un gioco divino), sostenendo che un velo (il “velo di Maya”) ci impedisce di cogliere questa verità, facendoci scambiare per reale ciò che tale non è.
Mamma mia, basta con queste dotte citazioni! Mi sta già venendo il mal di testa. Come sanno bene coloro che da tempo seguono il mio blog, quando faccio delle domande esistenziali esigo risposte corrette ma, al contempo, mi sforzo a cercarne anche di spiritose. Spulciando fra i miei libri ho trovato alcune chicche che desidero condividere con voi:
Cicerone, da par suo, sosteneva: “Non c’è niente di così ridicolo che non sia stato stato detto da un filosofo.”
Socrate: “Sposati: se trovi una buona moglie sarai felice; se ne trovi una cattiva, diventerai filosofo.”
Roger Nimier scrive: “La filosofia è come la Russia: piena di paludi e spesso invasa dai tedeschi.”
Se non possiamo fidarci in toto dei filosofi, a chi dobbiamo credere allora? Ai comici, agli scrittori? Beh, decidete voi.
Ecco cosa pensava Woody Allen sul prendere la vita con filosofia: “Lo sviluppo della mia filosofia ebbe origine nel seguente modo: mia moglie invitandomi ad assaggiare il suo primo soufflé, me ne fece accidentalmente cadere una cucchiaiata sul piede e mi provocò la rottura di alcune falangi. Non credo, però, di avere divorziato da lei per questo.”
Samuel Beckett, invece, affermava: “Ho provato. Ho fallito. Non importa. Riproverò. Fallirò meglio!”
Le parole chiave del post odierno sono tre: filosofia, umorismo, gioco. Le prime due credo di averle sviscerate abbastanza, manca solo di parlare del gioco. Di quest’ultimo sono un esperto d’accatto, nel senso che io non gioco mai, ma è mia moglie che, essendo una grande appassionata di passatempi elettronici, per rilassarsi dalle fatiche domestiche, ogni giorno si impossessa del mio computer e per due ore si immerge in un mondo fatto di carte, di palline colorate da colpire e di omini che rimbalzano da un piano all’altro, di tessere cinesi da accoppiare e io non posso far altro che aspettare il momento in cui lei, finalmente, si ricorda dei suoi numerosi (e noiosi) impegni domestici…
Siccome sono un uomo fondamentalmente buono e, soprattutto, perché vorrei convincere la mia consorte a dare un’occhiata al mio blog (finora non l’ha mai fatto…), nel post di oggi, dedicato a lei e a tutte le gentili signore che ogni tanto mi onorano di una visita, rivelo dove trovare dei nuovi giochi relax. Il blogger Marco Alba mi ha contattato qualche settimana fa per dirmi che conduce Arcademia (Chi l’ha detto che giocare è una perdita di tempo?) un blog tutto dedicato ai giochi arcade e mi ha chiesto di promuoverlo. Lo faccio volentieri.
“Cosa è successo ai videogiochi? Perché ci sono sempre più persone che alle spettacolarità della grafica preferiscono l’esperienza?
Tanti oggi se lo chiedono. È molto semplice rispondere a queste domande. Negli anni i videogiochi hanno pensato a svilupparsi non tanto a livello di "intrattenimento" quanto a livello di immagine e potenza grafica e questo, alla fine, ha stancato buona parte degli appassionati del gioco inteso principalmente come relax per la mente.
In altre parole, stiamo tornando al passato.
Alzi la mano chi non ha mai giocato a Pacman, Pong, Space invaders, Mario e si è fatto attrarre pochissimo da quelli studiati per le console Wii, Wuu o Waa! Molti di noi hanno amato quei vecchi giochi, quelli in cui si usavano solo due tasti. Uno per saltare e uno per sparare. Se non ricordo male, i più complessi passatempi di quella generazione utilizzavano, in aggiunta, i quattro tasti direzionali. Oggi molti giochi per computer sono tornati a pensare semplice: infatti, il titolo più premiato e venduto del 2012 è stato una versione online dei LEGO. Che dire poi del grande successo di Minecraft e di altri sandbox (il recinto della sabbia destinato ai giochi dei bambini)? Le grandi software house ne hanno preso atto e si stanno adeguando: presto i mille capitoli delle tante saghe che circolano oggi saranno surclassati da qualcosa in grado di divertire sia i grandi che i piccini. In giro si trovano già parecchi giochi flash, sviluppati da piccoli gruppi di persone, che non sono per niente complicati ma, ugualmente, riescono a tenere i giocatori inchiodati per ore davanti al computer. “
Dopo questa breve nota di servizio, termino invitandovi a seguirmi anche la prossima settimana perché affronterò il tema della morte. Non spaventatevi, di certo verrà trattata alla mia maniera, cioè il più allegramente possibile.
Posso darvi un piccolo anticipo con una freddura di Groucho Marx: “Quest’uomo è morto, oppure il mio orologio si è fermato…”
Nicola
P.S.
- Citazioni e freddure sono tratte dall’Enciclopedia della Battuta a cura di Gino & Michele – Edizioni Smemoranda e dal libro “Meditazioni per uomini che hanno troppo da fare” di Jonathon Lazear – Editore Sonzogno.
- Cliccando sulle scritte in rosso nel testo del post odierno si può intercettare il Prof. Mario Scaffidi, visitare il sito web con i giochi di Mario e il blog Arcademia di Marco Alba