Il mondo della letteratura esordiente mi fa fare sempre un sacco di risate.
Sorpatutto gli scrittori esordienti che non accettano le critiche mi fanno ridere.
Se non avete nulla da fare e volete passare un'oretta di divertimento basta andare su qualche blog che spara a zero su certi libri (perché credetemi, in giro c'è gente molto più cattiva di me, e a ragione) e troverete sfilze di commenti dell'autore inviperito che, di solito, batte sulla tesi che il blogger non capisce niente di letteratura, che ce l'ha con lui, che lo attacca dal punto di vista personale e altre lamentele da bambino capriccioso.
Cavoli, è una critica letteraria, non un'offesa a tutta la vostra stirpe tale da giusitificare una faida.
Se qualcuno fa notare dei difetti nello stile vale la pena di rifletterci, no? Magari, ma dico, solo magari, un fondo di verità nelle parole del blogger brutto sporco cattivo e invidioso c'è.
La verità è che certi scrittori si prendono troppo sul serio. Basta pubblicare un libro (magari anche a pagamento) per farli andare fuori di testa. Una copertina con il loro nome e si credono tutti Uberto Eco.
Umiltà; questo ci vuole. Anche se avete pubblicato con Mondadori con un contratto da 100.000 copie.
Perché un autore che non accetta le critiche non è simpatico ai potenziali lettori, e perciò si perde dei clienti.