Certamente oggi, dal punto di vista italiano, la questione libica non è più quella di arginare l’esodo di quattro disperati attraverso il canale di Sicilia o di assicurarsi risorse energetiche (forse) a buon mercato, ma concerne da un lato la posizione da assumere (purtroppo tiepida e pavida, come da copione dell’incolore ministro Frattini) di fronte al dramma di una nazione bombardata dal suo stesso esercito in nome di colui che si definisce “Guida della rivoluzione;” dall’altro (più egoistico, ma legittimo anch’esso), il timore che la conflittualità in crescendo costante sulle coste nord-africane possa generare esiti molto gravi anche al di qua del Mediterraneo (per tacere del problema dell’Iran e di come sembra muoversi minacciosamente in tutta l’area mediorientale). Quindi, non è oggi il tempo per i ragionamenti sottili. Quando e sperabilmente, però, le cose si saranno calmate e il Mediterraneo tornerà alla sua placida vita di sempre, il governo italiano avrà le sue belle gatte da pelare, nel cercare di rispondere delle desolanti scelte di politica estera di questi anni -e di questi giorni.
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Tags: amore, baciamano, berlusconi, gheddafi, libia, politica estera italiana, repressione, SatiraPost correlati
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