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Prendi un Gheddafi, trattalo male…

Creato il 22 febbraio 2011 da Paleozotico

Certamente oggi, dal punto di vista italiano, la questione libica non è più quella di arginare l’esodo di quattro disperati attraverso il canale di Sicilia o di assicurarsi risorse energetiche (forse) a buon mercato, ma concerne da un lato la posizione da assumere (purtroppo tiepida e pavida, come da copione dell’incolore ministro Frattini)  di fronte al dramma di una nazione bombardata dal suo stesso esercito in nome di colui che si definisce “Guida della rivoluzione;” dall’altro (più egoistico, ma legittimo anch’esso), il timore che la conflittualità in crescendo costante sulle coste nord-africane possa generare esiti molto gravi anche al di qua del Mediterraneo (per tacere del problema dell’Iran e di come sembra muoversi minacciosamente in tutta l’area mediorientale). Quindi, non è oggi il tempo per i ragionamenti sottili. Quando e sperabilmente, però, le cose si saranno calmate e il Mediterraneo tornerà alla sua placida vita di sempre, il governo italiano avrà le sue belle gatte da pelare, nel cercare di rispondere delle desolanti scelte di  politica estera di questi anni -e di questi giorni.

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Se vogliamo renderla poetica, è il guaio di chi troppo ama e si lega a doppio filo e scriteriatamente all’oggetto della sua passione (che sia l’innamorato della porta accanto oppure un dittatore sanguinario pari grado non cambia molto): quando l’amore finisce (oppure quando l’altro dà di matto), poi ci sono delle conseguenze spiacevoli. Così, se la Libia come si suol dire volterà pagina, all’Italia toccherà rendere conto di quei giorni spensierati con l’amico Gheddafi, cullati dal ponentino, mano nella mano tra tende, lezioni di Corano a fanciulle un po’ stolte e cammelli: chissà cosa ne diranno quelli che oggi vengono schiacciati senza pietà. E anche nel caso, non del tutto improbabile, che Gheddafi resti in sella, bisognerà prendere nettamente le distanze (come faranno certamente gli altri paesi europei, meno compromessi) dal mare di sangue da lui versato in questi giorni e non legittimarne la permanenza al potere: in che modo, dopo tutto l’amore scambiato negli ultimi anni? Potremo osare rifiutarci di aprire la porta a un Gheddafi contrito che bussa alla nostra porta con un mazzo di rose (e un barcone di migranti puntato verso Lampedusa)?

Letture consigliate:

Frattini: Gheddafi ha ancora un ruolo? «Non lo so»

Gli affari della Libia in Italia
Tags: amore, baciamano, berlusconi, gheddafi, libia, politica estera italiana, repressione, Satira

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