Un gruppo armato filogovernativo ha attaccato e conquistato la città di Menaka, 200 chilometri a est di Gao non lontano dalla frontiera con il Niger, finora controllata dai separatisti. Le violenze – che interrompono un periodo di relativa calma – rischiano di far deragliare il fragile processo di pace messo in piedi dall’Onu per stabilizzare la regione del’Azawad.
Il gruppo di autodifesa tuareg Imghad e alleati (Gatia) ha occupato le posizioni precedentemente controllate dal Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla)i cui miliziani sarebbero stati messi in fuga.
In un comunicato, il coordinamento dei movimenti dell’Azawad (Cma) definisce l’attacco “una risposta” alle “continue provocazioni, vessazioni della popolazione e continue violazioni del cessate-il-fuoco, che non vengono denunciate dalla comunità internazionale e dalla Minusma”.
Nonostante le rivendicazioni per una maggiore autonomia delle regioni settentrionali, il Cam aveva accettato nei giorni scorsi di firmare l’accordo di pace proposto da Bamako con la mediazione dell’Algeria e firmato il 1 marzo scorso ad Algeri da altre sigle della ribellione.
In un comunicato diffuso poco fa, il governo di Bamako si dice “estremamente preoccupato” dalla ripresa degli scontri armati e richiama tutte le parti in causa a rispettare gli accordi di cessate-il-fuoco siglati nel maggio 2014 e quelli di cessazione delle ostilità di luglio 2014.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)