Prendi due grandi attori, sbattili in una stanza insieme ad un giovane che reciti la parte dell’ingenuo e falli parlare di vendite, matrimoni, Gesù, lubrificanti industriali e senso della vita per un’ora e mezza. Et voilà, The Big Kahuna. Nella modesta suite di un albergo si confrontano e si scontrano tre diversi caratteri, tre diverse esperienze di vita, lungo un percorso di crescita e maturazione personali con sfumature beckettiane. Kevin Spacey, anche produttore, si trova un ruolo che gli consente di gigioneggiare con classe; accanto a lui c’è un Danny DeVito misurato, malinconico e bravissimo mentre lo sconosciuto Peter Facinelli riesce a non farsi fagocitare dai due mostri. Si parla tanto e non succede niente in questo film teatrale, che non sempre sta al passo delle proprie ambizioni ma che risulta comunque piacevole.
Magazine Cinema
Preoccuparsi del futuro è utile quanto masticare un chewing gum per risolvere un’equazione matematica
Creato il 15 giugno 2010 da Greylines
Prendi due grandi attori, sbattili in una stanza insieme ad un giovane che reciti la parte dell’ingenuo e falli parlare di vendite, matrimoni, Gesù, lubrificanti industriali e senso della vita per un’ora e mezza. Et voilà, The Big Kahuna. Nella modesta suite di un albergo si confrontano e si scontrano tre diversi caratteri, tre diverse esperienze di vita, lungo un percorso di crescita e maturazione personali con sfumature beckettiane. Kevin Spacey, anche produttore, si trova un ruolo che gli consente di gigioneggiare con classe; accanto a lui c’è un Danny DeVito misurato, malinconico e bravissimo mentre lo sconosciuto Peter Facinelli riesce a non farsi fagocitare dai due mostri. Si parla tanto e non succede niente in questo film teatrale, che non sempre sta al passo delle proprie ambizioni ma che risulta comunque piacevole.
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