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"prepariamoci", prima dell'inevitabile

Creato il 31 luglio 2011 da Alessandro @AleTrasforini

La descrizione a fondo della copertina descrive già molto a proposito dell'opera:  "Mai tante crisi insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. [...]" Proprio questa sembra essere l'intenzione del libro "Prepariamoci" scritto da Luca Mercalli, meglio conosciuto come il metereologo di Che tempo che fa.  L'articolazione del libro converge sull'analisi delle (tristi) realtà moderne, sotto tantissimi punti di vista: dall'informazione alla politica, dai modelli di sostenibilità al catastrofismo ed ai limiti per prevenirlo.  Convinto di quanto sia necessario abbinare razionalità a spiritualità, l'autore prova a tracciare una serie di riflessioni adatte a descrivere un nuovo modello di mondo. Cercando di descrivere una nuova idea di futuro, l'umanità si trova costretta a dover invertire la rotta prima che il tempo scada. Dal locale al nazionale fino allo statale, infatti, le amministrazioni ed i Governi hanno il dovere di mettere in primo piano la tutela dell'ambiente per la sopravvivenza dell'uomo stesso.  Molti dati e numeri, infatti, indicano una sola cosa: non è più possibile sbagliare.  In caso di mancato appuntamento con la svolta, tra qualche decennio, le future generazioni rischieranno il default vitale.  Citazioni ad incipit dei capitoli ricordano appieno lo spirito con cui è necessario (ri)costruirsi per segnare una svolta positiva per il futuro dell'astronave Terra:  "Diciamo piuttosto che non riformeremo forse il mondo, ma almeno noi stessi che, dopo tutto, siamo una piccola parte del mondo; e che ciascuno di noi ha sul mondo più potere di quanto non immagini;[...]" (Marguerite Yourcenar, 1980) Dovendo partire tutto dall'uomo, quindi, sarà necessario imporre una svolta evidenziando quali limiti non oltrepassare e su quali virtù fare leva per innescare un miglioramento. I punti su cui esercitarsi attivamente per costruire un cambiamento saranno pochi ma essenziali: dall'uomo alle energie rinnovabili, l'importante sarà perseguire qualcosa capace di non peggiorare ulteriormente le cose.  "La fine della crescita può assumere molte forme. Anzitutto quella del collasso: un declino incontrollato della popolazione e del benessere umano. [...] Può anche manifestarsi un adattamento 'morbido' dell'impronta ecologica umana alla capacità di carico della Terra." (Meadows&Randers, 2006) Dovendo costruire un'alternativa sostenibile ed unicamente realizzabile, pertanto, si devono mettere in mostra le colpe dell'uomo e lo status quo che anni di politiche errate hanno costruito: "[...]
  • crisi economica finanziaria e globale, con enormi debiti pubblici;
  • aumento della conflittualità tra gli Stati e nuove guerre per le risorse energetiche e naturali;
  • aumento del prezzo dell'energia;
  • riduzione di produttività agraria e disponibilità alimentare a causa dell'aumento del prezzo del petrolio e dei cambiamenti climatici;
  • instabilità sociale e migrazioni, masse incontrollabili di profughi climatici;
  • riduzione del benessere e della qualità di vita;
  • aumento delle disparità sociali;
  • aumento della disoccupazione;
  • rischio di derive autoritarie e riduzione della democrazia.
[...]"
Di fronte a ciò che sta avvenendo, pertanto, è necessario mettere in opera un cosiddetto piano B; la svolta deve partire dagli uomini, al fine di poter capire come sia essenziale il supporto ed il contributo di tutti: "L'uso di lampadine a basso consumo non risolverà la crisi energetica, ma assieme a tante altre azioni virtuose che ciascuno di noi può fare contribuirà al superamento di questa crisi. Tante piccole azioni, se messe in opera da molte persone, danno importanti risultati." (Vincenzo Balzani, 2007)
E' imprescindibile che tutti, od almeno la maggior parte dell'umanità, comincino a remare nella stessa direzione per innescare un nuovo cambiamento. Una nuova società ed una nuova economia passano attraverso l'utilizzo delle energie rinnovabili, attraverso un'ottimizzazione degli edifici dentro cui abitiamo, attraverso un uso più razionale delle risorse.  Sia che si tratti di crescita controllata o di decrescita felice, pertanto, è più che mai necessario imprimere un punto di svolta che sappia essere il più definitivo possibile.  Il compito dell'uomo, giunti a questo punto di potenziale non-ritorno, si configura come difficilissimo ma non impossibile da perseguire. Il libro riesce a lanciare qualche spunto utile, qualche frammento di vita che può diventare precedente per quanti si interroghino sul come procedere davvero.  I principi generali su cui costruire una nuova Italia si dislocano su binari complicati da circoscrivere con poche parole: territorio, edilizia, energia, rifiuti, acqua, commercio, turismo, verde, agricoltura, cultura, trasporti, telecomunicazioni e rapporti amministrazione-cittadino sono paradigmi sufficienti per tutelare il nostro stesso futuro? Tra soluzioni, idee e proposte rimane, infine, qualche domanda per l'umanità:
  • Come l'intensità e la crescente consapevolezza del modo con il quale le attività umane modificano il pianeta cambia la concezione di cosa sono gli esseri umani e come si relazionano con l'ambiente?
  • Come potrebbero essere accelerati i cambiamenti sociali e cognitivi necessari per raggiungere una società sostenibile?
  • Quale ruolo possono giocare le scienze umane e sociali nel situare storicamente e socialmente la nozione di un futuro prevedibile matematicamente?
  • Qual'è la rilevanza degli studi di scienze sociali ed umane delle culture, la sostenibilità e gli usi gastronomici in relazione con i problemi di disponibilità e sicurezza alimentare e quale contributo potrebbero fornire?
Senza dimenticare, ovviamente, il rischio che tutt'ora stiamo correndo: "Sarebbe già un conforto per la nostra debolezza se tutto perisse con la stessa lentezza con cui si è formato. Invece la crescita è lenta, la rovina è rapida." (Seneca, Lettere a Lucilio) Per riflettere, qualche spunto utile. 

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