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Soltanto che questi disastri, queste morti, questa distruzione non sono stati causati da una guerra qualunque (Al Qaeda, un rigurgito di terrorismo): tutto quello che Iannacone, Iacona, ci hanno mostrato è stato causato dal partito del cemento, dall'incuria del territorio, dal dio della speculazione, dal condono usato come voto di scambio o per tener buono l'elettorato.
"Siamo in Italia, non in Afghanistan" raccontava di fronte alle auto ammonticchiate, un superstite di questa guerra.
A Genova, dopo due giorni di lavoro, gli angeli del fango, l'esercito, la protezione civile, gli studenti da tutto il nord hanno iniziato a pulire le strade dal fango venuto giù dalle colline, dai fiumi. Ma se non cambia la cultura della prevenzione, se non cambia il modo di costruire (o di non costruire), il modo di allertare le persone (in modo capillare, non con dei comunicati sulla segnaletica delle strade), saremo condannati a rivedere questo scenario di guerra.
A Presa diretta ci si è andati a chiedere il perchè del nubifragio, non si è solo fatta la solita TV del dolore (le morti, gli atti di piccolo eroismo ..).
Cristiano Abbondanza, di un comitato di quartiere ha portato il giornalista di Presa diretta a ritroso lungo il corso del Bisagno: nel quartiere Incrociati, con le case e la via costruita laddove c'era la sede del fiume che è stato ristretto. Sul ponte S. Agata dove la strada ha preso il posto dell'alveo,a piazzale Adriatico con le case popolari costruite sotto il livello del fiume.
E la foce: dove l'acqua del mare entra nel fiume, creando un muro pericoloso nei giorni di alta marea.
Se si cementificano le sponde dei fiumi, se si restringono gli alvei, se il letto dei fiumi è lasciato sporco, pieno di piante e altro, cosa credete che succeda?
Si è costruito in zone franose, in deroga alle leggi: in cima alla sorgente del Bisagno si vedono persino le case sul letto del fiume.
E si continua a ripetere che questo è stato un evento straordinario: forse la prima volta, si può usare questa espressione. Se un evento si ripete ogni n anni, non è straordinario. Se gli eventi metereologici diventano sempre più concentrati nel tempo e di tipo tropicale, non è più qualcosa di straordinario, ma qualcosa di cui tenere conto.
Come anche del rapporto di Legambiente 2011: si sapeva tutto. Che buona parte dei comuni della Liguria sono a rischio iderogeologico. Lo si sapeva ma lo stesso in Liguria si è costruito molto: come la casa sul fiume Chiaravalle.
Secondo Marta Vincenzi (che nelle ore successive ha sbagliato tutte le dichiarazioni), sindaco, si è sbagliato nel comunicare con le persone: servirebbero più soldi per lavori strutturali, servirebbe costruire in modo più intelligente, un progetto nazionale di messa in sicurezza.
Ma non può nascondere le sue colpe di sindaco, per aver tenuto le scuole aperte.
Ma almeno,a differenza del ministro Prestigiacomo, è scesa in mezzo alle persone. Sorprende la tranquillità del ministro, di fronte alla tragedia, che parlava di fondi stanziati (36 ml per il bisagno), delle sue proteste (mi volevo dimettere). Eh, sì: alla fine ha anche ammesso che di condoni non se ne possono più fare.
Basta che ne parli col suo governo, signor ministro.
Ferruccio Sansa ha parlato del "partito del cemento": "umiliante per Genova vedere le assenze del governo, qui non è venuto nessuno".
Governo e politici locali, che invece oggi stanno preparando, nel silenzio del palazzo, le prossime alluvioni del 2020.
La distanza di sicurezza dai fiumi è stata diminuita a 3 metri dalla giunta Burlando; sono stati coperti i fiumi (quartiere Adriatico): se il centrodestra è il partico dei condoni, il centrosinistra ha pesanti responsabilità nell'uso che è stato fatto del cemento.
A Sanremo, continuava Sansa, la giunta di sinistra ha trasformato in edificabile una zona franosa, nel Maestrale (l'associazione di Burlando) si ritrovano costruttori, architetti, assessori.
Persi posti di lavoro, persa l'importanza strategica del porto, a Genova sono rimasti solo gli interessi dei costruttori, ammetteva il sindaco.
Il viaggio di Presadiretta è proseguito verso Vernazza, distrutta dalla frana staccatasi dalle colline abbandonate: in un paesino di 350 abitanti che è stato sfruttato dal turismo di massa, rendendo i paesi invivibili per l'alto costo della vita. E la gente, abbandonando i borghi, trascura il territorio che, quando piove, porta giù a valle di tutto.
A Borghetto Vara è come se una bomba atomica d'acqua fosse scoppiata sulle colline. E l'acqua scesa ha gonfiato i fiumi che per decenni non sono stati puliti: "è più facile pagare i danni ora o prevenirli?" si chiedeva ironico un geometra di fronte alle case distrutte.
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