20 NOVEMBRE – E’ forte la delusione per la decisione della Cassazione di concludere il processo Eternit con la prescrizione del reato, a favore quindi del magnate svizzero Stefan Schmidheiny. È profonda soprattutto l’indignazione dei familiari dei lavoratori morti negli stabilimenti dello stesso Schmidheiny, in Monferrato, tra il 1966 e il 1986.Per ascoltare il verdetto della Cassazione, erano giunti a Roma comitati da ogni parte del mondo, oltre che dal Piemonte anche dal Brasile, dalla Gran Bretagna e dalla stessa Svizzera.
Altri tre procedimenti sono aperti contro l’amministratore delegato svizzero a Torino. Uno riguarda la morte di 213 operai per mesotelioma, il secondo si concentra invece sui decessi avvenuti a Balangero, sempre nel torinese, nella maggior cava d’amianto d’Europa ed il terzo ha ad oggetto alcuni casi di morte di operai italiani in Svizzera e Brasile.
Il premier Renzi ha commentato la pronuncia della Cassazione con una certa amarezza: «Una vicenda come Eternit non è un reato o è sì un reato ma prescritto –ha detto ai microfoni di Rtl- Questo vuol dire che bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione, non ci deve essere l’incubo della prescrizione”. Con riferimento, poi, alla disperazione dei familiari delle vittime, Renzi ha aggiunto: «Da cittadino mi colpiscono le interviste ai familiari e mi fanno venire anche un po’ di brividi. Perché mostrano un’abilità straordinaria, perché credono nella giustizia più di quanto ci creda talvolta un servitore dello Stato e continuano a combattere non perché le morti siano consolate – sono inconsolabili – ma per l’idea di attaccarsi fortemente alla giustizia come etica di un Paese. E’ un dolore e una bellezza senza fine».
Da parte sua, l’ufficio stampa di Schmidheiny in Svizzera, ha commentato con ovvio favore la pronuncia della Cassazione. In un comunicato diramato subito dopo la lettura della sentenza si legge: « La decisione conferma che il processo Eternit, nei precedenti gradi di giudizio, si è svolto in violazione dei principi del giusto processo. Schmidheiny si aspetta che ora lo Stato italiano lo protegga da ulteriori processi ingiustificati e che archivi tutti i procedimenti in corso».
Più propositivo invece il pm Raffaele Guariniello che sottolinea come il giudice di legittimità non si sia pronunciato per l’assoluzione. «Il reato evidentemente è stato commesso, ed è stato commesso con dolo –ha precisato- Abbiamo quindi spazio per proseguire il nostro procedimento, che abbiamo aperto mesi fa, in cui ipotizziamo l’omicidio. Questo non è il momento della delusione, ma della ripresa. Noi non demordiamo».
Nel frattempo resta forte la delusione di milioni di cittadini italiani, oltre che dei parenti delle vittime, che aspettano da decenni le risposte della giustizia al dramma delle morti da amianto. Il sindaco di Casale Monferrato ha proclamato il lutto cittadino, mentre nelle aule della Suprema Corte di Cassazione risuonano ancora forti i “Verogna!” dei rappresentanti dei comitati.
Silvia Dal Maso
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