Presentazione 12° giornata di Serie A (By Gianluca Goretti)

Creato il 08 novembre 2013 da Simo785

Dopo l’ultimo turno che ha visto il rallentamento della Roma, e un middle-week europeo con più luci che ombre per le nostre rappresentanti, andiamo a presentare la dodicesima giornata, dove un match spicca su tutto il resto del cartellone. E’ quello tra le due inseguitrici, che approfittando del mezzo passo falso dei capitolini si sono riavvicinate in classifica, ma anche delle due squadre più accreditate, a inizio stagione, della vittoria finale: Juventus-Napoli. Le luci dei riflettori, gli occhi degli appassionati e i taccuini e le telecamere dei media di tutto il mondo saranno tutti puntati sullo “Juventus Stadium”; e ovviamente particolare attenzione a questa sfida sarà data dai tifosi della Roma, squadra cui nessuno dava così tanto credito a inizio campionato, che sperano vivamente che l’antico proverbio “tra i due litiganti il terzo gode” trovi la sua attuazione a Maggio. Come sappiamo il campionato italiano è pieno di belle storie, tutte da raccontare, quindi oltre alla super-sfida ci sono altre nove partite da seguire; dunque andiamo con ordine.

Si comincia sabato alle 18: Catania-Udinese. Etnei reduci dalla doppia trasferta Juventus-Napoli con altrettante sconfitte; gli impegni erano proibitivi, non era in quei campi che si chiedevano i punti salvezza. A Napoli il Catania ha dato piccoli segnali di ripresa; se non altro ha il merito di essere rimasto in partita fino alla fine. La squadra paga la condizione fisica ancora non ottimale e i numerosi infortuni, cui si è aggiunto quello pesante di Bergessio; sarà fondamentale il pieno recupero di Maxi Lopez, già visto in campo a Napoli. La sfida odierna è di fondamentale importanza per non perdere ulteriore contatto con le altre squadre impegnate nella lotta salvezza. L’Udinese è reduce dalla sconfitta interna contro l’Inter (la seconda consecutiva dopo quella con la Roma, dopo più di un anno d’imbattibilità interna). La squadra appare irriconoscibile rispetto a quella dello scorso anno, nonostante sia cambiata poco nei titolari; comunque il valore della rosa è tale che non avrà problemi di classifica. A Catania c’è la possibilità di una pronta riscossa per i ragazzi di Guidolin.

Alle 20:45 di sabato le luci si accendono a San Siro, dove è di scena la sfida tra Inter e Livorno. Ottimo il risultato e la prestazione di domenica scorsa a Udine; è la risposta che cercava Mazzarri dai suoi giocatori. Prosegue la crescita della squadra, coronata da una buona classifica che avrebbe un significato ancor più brillante se davanti non ci fossero tre squadre che tengono un’andatura pazzesca; ma questo non deve offuscare quanto di buono sta facendo l’allenatore toscano nel ricomporre i cocci della sciagurata gestione precedente. La squadra continua a segnare tanto (miglior attacco del campionato), nonostante la perdurante assenza di Milito (per non parlare dei colpi di mercato Icardi e Belfodil) e dietro non concede tantissimo, anche se per domenica potrebbe esserci allarme difesa con Campagnaro ancora out, Juan Jesus squalificato e il duo Samuel-Ranocchia acciaccato. La ricerca di equilibri in mezzo al campo è la sida maggiore che aspetta Mazzarri nelle prossime partite. La vittoria è d’obbligo per dare continuità alle vittorie e chissà che non ritrovi il campo capitan Zanetti, sei mesi dopo l’infortunio al tendine d’Achille, che aveva seriamente messo a rischio la carriera del 40enne. Il Livorno si presenta a Milano rinfrancato dalla vittoria conseguita con l’Atalanta. Paulinho, con il suo gol, ha salvato la panchina di Nicola, giovane tecnico che merita di proseguire il suo percorso sulla panchina amaranto, poiché sa far giocare bene la sua squadra, cambiando continuamente modulo durante la partita; guardando giocare il Livorno si ha come l’impressione che Nicola giochi a scacchi per come riesce a muovere i suoi giocatori come fossero pedine.

Passando alla domenica, il menu che ci è offerto all’ora di pranzo è Genoa-Verona, ore 12:45 a Marassi. Bella sfida tra due squadre in ottima forma. 3 vittorie nelle ultime 4 partite per i grifoni; di mezzo c’è solo la sconfitta con la Juventus. L’avvento di Gasperini ha risvegliato entusiasmi sopiti in tutto l’ambiente, e i risultati fanno il resto; 10 punti sulle 5 partite della sua gestione. L’abbondanza di esterni offensivi presenti in rosa facilita la disposizione tattica preferita dal mister ed esaltano un bomber d’area come Gilardino. Anche Perin ha preso sicurezza tra i pali, trasmettendola a tutta la difesa; sembra tornato una promessa su cui fare affidamento piuttosto che un facile bersaglio di attaccanti avversari. Il Verona ha mantenuto il 4° posto in classifica (in coabitazione con l’Inter) capitalizzando al massimo le due partite casalinghe, dove ha fatto bottino pieno in tutte e sei le partite disputate. Solo il Verona che vinse lo scudetto aveva più punti dopo 11 giornate. Un piccolo miracolo per una neopromossa che mirava esclusivamente a lottare per la salvezza e che, con i suoi 22 punti, è già oltre la metà dell’opera a inizio novembre. Una rosa non eccelsa ma con ottime individualità quali Iturbe, Jorginho e Jankovic, senza dimenticare il terminale offensivo evergreen Luca Toni, che sembra rendere al meglio quando impiegato da unica punta. Merito indubbio a Mandorlini per questa favola che la squadra scaligera, e i suoi tifosi, stanno vivendo. Il pareggio potrebbe accontentare entrambe le squadre, ma spero che prevalga la voglia di vincere.

Il pomeriggio ci offre cinque sfide. Il campo più caldo, non meteorologicamente s’intende, è sicuramente quello di Verona, dove si sfidano Chievo e Milan. Caldo perché il Milan è sprofondato all’inferno, che dovrebbe essere l’habitat naturale per un Diavolo, ma che invece rappresenta la paura e l’abisso. La squadra ha vissuto il suo psicodramma sabato sera nella sfida interna chiusa con una sconfitta tra la contestazione dei tifosi, i quali hanno respinto con fischi i giocatori sotto la curva, che non ha risparmiato neanche la società, con eloquenti striscioni che hanno costretto Galliani ad abbandonare la tribuna con 20’ di anticipo dalla fine della partita. La sconfitta di Barcellona nulla aggiunge e nulla toglie a quanto vado a scrivere. Gli errori sono evidenti e vengono da lontano: mercato condotto in maniera poco lucida, soldi spesi male per rinforzare il reparto offensivo che era quello che offriva più garanzie, mentre la difesa è rimasta fragile e il centrocampo manca di un vero leader (non lo è Montolivo, non può esserlo De Jong). La squadra appare rassegnata, imprecisa e priva d’idee: non tira, non corre, non gioca. Allegri è solo l’anello più debole della catena, ma non l’unico colpevole. Il terzo posto è lontano, il suo destino sembra appeso a un filo; la sfida con il Chievo sarà sicuramente decisiva. La sensazione è che gli impegni ravvicinati (tra campionato e Champions si gioca ogni tre giorni) abbiano impedito il cambio di panchina, piuttosto che la fiducia che si ha in lui. E’ altresì giusto ricordare che i pochi cambi in corsa sulla panchina del Milan di mia memoria (Tabarez, Zaccheroni e Terim) sono stati fallimentari. Lo strappo in società, con Barbara Berlusconi che di fatto sfiducia Galliani e la sua “filosofia aziendale” non aiuta a rasserenare gli animi e lascia aperte le porte a svolte epocali a breve; ciononostante, paradossalmente, può essere un aiuto indiretto per lo stesso Allegri, spostando l’attenzione su vicende societarie piuttosto che su di lui. Che cosa fare per uscire da questa situazione? Sicuramente non affidarsi a Balotelli, lo scorso anno anima della rimonta Champions nel girone di ritorno a suon di gol e belle prestazioni, ma attualmente punta dell’iceberg nello smarrimento della squadra con la sua involuzione; giocatore peraltro assente in questa sfida causa ammonizione gratuita (era in diffida). Balotelli è arrivato alla 6° ammonizione (da aggiungere a un’espulsione) in sole 7 giornate; 4 sono state le giornate di squalifica nelle prime 11. Non resta che affidarsi a Kakà, che dovrà rispolverare le sue doti da leader per portare soluzioni e prendere in mano la squadra. Il Milan dista solo 3 punti dalla zona salvezza; avvio peggiore c’è stato solo nella stagione 1981-82, conclusa poi con la retrocessione in serie B. Dopo il Chievo, gli avversari del Milan in sequenza sono Genoa, Catania e Livorno: 12 punti sono un imperativo per risalire questa brutta classifica e far sì che non diventino umilianti sfide salvezza. Chiudo il discorso Milan con una domanda: siamo sicuri che questa brutta classifica sia molto disonesta? Quanti punti potenziali meriterebbe il Milan con questi limiti di organico già evidenziati a fine mercato? Se in casa Milan si piange, in quella del Chievo non si ride affatto. Un brodino lo scialbo pareggio di Bologna che segue le sei sconfitte consecutive. Va bene la paura di perdere, ma l’ultimo posto in classifica imponeva un atteggiamento almeno diverso. Temo che per Sannino l’occasione Milan sia l’ultima opportunità da cogliere per continuare il suo lavoro a Verona.

All’Olimpico di Roma la capolista affronta il Sassuolo. Si è fermata a 10 la striscia di vittorie iniziali consecutive; fallito il tentativo di eguagliare il record europeo del Tottenham che resiste dal 1960. Il pareggio di Torino non è certo un brutto risultato. La squadra ha confermato le sue qualità; è impensabile vincere sempre e forse stavolta la fortuna che ha accompagnato la squadra nelle prime partite in quest’occasione ha voltato le spalle (bizzarro che il gol che ha rallentato la corsa della Roma sia arrivato da Cerci, romano e romanista DOC, che ha ottenuto la sua vendetta su chi non ha creduto pienamente nelle sue potenzialità). La condizione fisica è ottima, anche se è emerso il limite che non appena si abbassa il ritmo di gioco è vulnerabile; sicuramente la terza partita giocata in una settimana ha avuto il suo effetto negativo su una squadra non abituata al doppio impegno non giocando le coppe. L’assenza di Totti costringe Garcia a modificare il tipo di gioco, non avendo in rosa un suo alter-ego, oppure in alternativa a cambiare posizione in campo a determinati giocatori (vedi Pjanic, peraltro sempre ottimo ovunque si metta). E’ misteriosa la ragione dello scarso utilizzo del talento Ljajic, soprattutto in assenza di Gervinho; evidentemente Garcia non lo ritiene funzionale a supporto di un centravanti con le caratteristiche di Borriello. La miglior difesa del campionato (solo 2 gol subiti) recupera Castan ma perde Benatia per squalifica; nuova chance per Burdisso, riserva di lusso. Sono curioso di vedere la reazione della squadra, e di tutto l’ambiente romano (facile agli entusiasmi ma anche a deprimersi e fare tragedie dove non hanno ragione di esistere), al primo stop stagionale. Se la concentrazione rimane ai massimi livelli, la partita sarà facilmente vinta; dopodiché i giocatori possono tranquillamente tornare a casa, sedersi sul divano e vedere in TV la super-sfida che, comunque vada, porterà buone notizie per la classifica in quanto almeno una tra Juventus e Napoli, se non entrambi, perderà punti. Il Sassuolo è reduce dalla prima vittoria in trasferta della sua storia in Serie A e vivrà comunque la sfida di Roma con l’animo di chi non ha nulla da perdere. Vittoria rocambolesca e in stile zemaniano quella di Genova, dove si è rischiato di compromettere tutto subendo una doppia rimonta pur in superiorità numerica; comunque Di Francesco ha il merito di aver salvato la panchina credendo, e non rinnegando, le sue idee. Particolare attenzione la Roma dovrà fare a Berardi, giovane promessa del calcio italiano, giocatore più giovane (appena 19enne) ad aver realizzato una tripletta quest’anno nei cinque maggiori campionati europei; complimenti alla Juventus che con ottimo tempismo se n’è aggiudicata la comproprietà quest’estate.

Altra sfida interessante della domenica pomeriggio è quella tra Parma e Lazio. Il Parma è una delle squadre più in forma del campionato. Contro la Lazio cercherà la vittoria che le permetterebbe l’aggancio in classifica. Pur nella sconfitta con la Juventus, la squadra emiliana ha messo in mostra l’ottima organizzazione di gioco; molto ordinati e ben messi in campo da Donadoni, con ottime individualità, Biabiany su tutti. Avversario sarà la Lazio, reduce dalla pesante sconfitta interna subita dal Genoa (sua bestia nera degli ultimi anni). La partita è finita tra i fischi dei propri tifosi. Una nuova sconfitta a Parma rimetterebbe in discussione la posizione di Petkovic. Pur essendo al 7° posto, quindi capolinea del gruppo di squadre, facendo un paragone ciclistico, dopo i due mini-gruppi da tre squadre che dominano (Roma, Juventus e Napoli) e che inseguono (Inter, Verona e Fiorentina), la sensazione che si ha della Lazio è di un ridimensionamento delle ambizioni e delle potenzialità rispetto allo scorso anno. Sarà difficile raggiungere la zona Europa se non si trova la continuità di risultati e scongiurare un campionato anonimo.

Le altre due partite del pomeriggio sono Atalanta-Bologna e Cagliari-Torino. A Bergamo l’Atalanta cercherà la vittoria contro una squadra che ha trovato una recente continuità di risultati; 7 punti nelle ultime 3 partite mantenendo la porta inviolata. Obiettivo del Bologna è allungare a 4 le partite senza subire gol. Per l’Atalanta l’occasione di riscattare la prestazione negativa di Livorno, dove ha sicuramente pagato l’espulsione di Carmona ma ha altresì registrato un passo indietro rispetto alle ultime esibizioni. A Cagliari per Lopez credo sia l’ultima occasione per evitare un SMS di Cellino dagli USA che ne sancisca l’esonero. Fallire anche questo impegno casalingo, contro una diretta concorrente per la salvezza, quando si viene da 3 sconfitte consecutive con 1 solo gol segnato e 7 subiti, credo sia insopportabile per un Presidente che non fa della pazienza la sua maggior virtù. Di contro il Torino si presenta in Sardegna forte dell’impresa nell’aver fermato la marcia record della Roma; prestazione quella contro i giallorossi andata anche oltre i propri limiti, causa molti assenti in una rosa non abbondante. Per più di un’ora è stato un Cerci contro Roma. Non me ne vogliano i tifosi del Torino se affermo che un giocatore come Cerci è un lusso per questa squadra, una spanna sopra tutti gli altri compagni; ora che ha trovato una maturità caratteriale, oltre che tecnica, può ambire a ben altri palcoscenici. Buon per il Torino, poiché Cerci sposta sicuramente gli equilibri nella lotta salvezza.

E siamo così arrivati alle 20:45. Prima di parlare del big-match andiamo a presentare l’altra sfida che si gioca in contemporanea tra Fiorentina e Sampdoria. Viola reduci dal trionfo di San Siro (terzo consecutivo in casa Milan!) che permette di mantenere a 7 punti la distanza dal terzo posto. Come detto in precedenza per l’Inter, l’andatura pazzesca delle tre di testa crea una spaccatura in classifica, ma i punti raccolti sono in perfetta media con le potenzialità della squadra e gli obiettivi d’inizio stagione. Credo che la Fiorentina sarà protagonista fino alla fine, pronta a inserirsi nella lotta Champions se una o più squadre che la precedono rallenterà; a maggior ragione ora che recupera il bomber Gomez. Forse non sarà piacevole da vedere come lo scorso anno, ma è molto pratica grazie all’ottimo lavoro di Montella, il quale riesce a sopperire all’emergenza delle molte assenze estraendo sempre conigli dal suo cilindro (l’ultimo esempio è stato Matos). La partita odierna è l’occasione ghiotta di dare continuità alle vittorie. La Sampdoria arriva al Franchi dopo la sconfitta interna col Sassuolo che l’ha raggiunta al terzultimo posto in classifica. La squadra mostra una difesa imbarazzante, un centrocampo senza leader e un attacco leggero. 6 sconfitte stagionali, di cui 4 interne, su 11 incontri: risultati modesti di una squadra mediocre. Delio Rossi appare in confusione, sfiduciato anche dalla piazza. Un calendario difficile attende la sua squadra: Fiorentina, Lazio ed Inter nell’ordine sono i prossimi avversari. Quella di Firenze per Delio Rossi credo sia l’ultima spiaggia; la sosta potrebbe portare novità.

 

Ed eccoci arrivati al big-match di giornata: Juventus-Napoli. Alle 20:45 lo “Juventus Stadium” si vestirà a festa per la sfida tra le inseguitrici della sorprendente Roma. Le due squadre sono reduci dagli impegni di Champions League ma l’importanza della sfida farà dimenticare qualsiasi sintomo di stanchezza ai ventidue in campo. Entrambi gli allenatori hanno concesso un giorno di riposo dopo le sfide europee, convinti che sia importante recuperare sia fisicamente che mentalmente dopo impegni di una certa importanza e confidenti che poi la concentrazione verrà da se, senza importanti impulsi motivazionali da trasmettere. Giocando domenica sera, credo non avrà molta importanza nell’esito della sfida, e nella tenuta fisica, il giorno in più di recupero concesso alla Juventus dal calendario, essendo stata impegnata di martedì, a differenza dei partenopei che hanno giocato mercoledì. Che Juventus troveremo in campo domenica sera? Quella cinica e spietata vista contro il Parma oppure quella brillante e, per buona parte del match, dominatrice nella sfida al Real Madrid? In campionato la Juventus non subisce gol da tre partite, e sembra aver recuperato quella solidità difensiva che le ha permesso di vincere gli ultimi due campionati subendo meno gol di tutte. Solidità difensiva che era venuta a mancare nelle prime giornate quasi esclusivamente per marchiani errori individuali (peraltro ripetuti l’altra sera in Champions). A Parma si è invertita la tendenza che vedeva la Juventus costretta a costruire molto per concretizzare poco in gol; gara brutta, vinta con cinismo grazie ad una “quagliarellata” (chissà cosa darebbe l’attaccante di Castellamare di Stabia per decidere con la sua firma la sfida col Napoli!). In assenza di Pirlo c’è stata difficoltà nella circolazione della palla e lentezza nella manovra; manca una vera alternativa nella rosa bianconera che possa ricoprire il ruolo di direttore d’orchestra: sia Vidal che Pogba hanno altre caratteristiche. La squadra comunque ha confermato che la sua forza è nel collettivo; ha un’identità ben precisa e organizzazione di gioco collaudata. La condizione fisica è buona anche grazie alla rotazione scientifica che sta attuando Conte, una sorta di mini-turnover una volta raggiunto un certo numero di partite consecutive (l’unico escluso da questo schema è Tevez) ma limitato a pochi cambi contemporaneamente per non stravolgere l’anima della squadra. Credo che contro il Napoli Conte (vero valore aggiunto di questa squadra) riproporrà la difesa a 4 vista nella doppia sfida al Real Madrid; ciò permette di non rinunciare ad alcuno dei forti centrocampisti juventini (reparto più potente della squadra) e aumenta le possibilità di inserimento in zona gol di Marchisio, l’unico giocatore che ha avuto un rendimento sinora inferiore rispetto alle aspettative e alle sue potenzialità. Il Napoli che si presenta a Torino è euforico degli ultimi successi e cosciente della propria forza; forse ha sofferto più del previsto per avere la meglio del Marsiglia, così come nell’ultimo turno di campionato, pur non rischiando mai di mettere in discussione la vittoria, non ha avuto la capacità di chiudere la partita col Catania segnando il gol della sicurezza. E’ il miglior inizio nella carriera per Benitez; neanche nelle due stagioni vittoriose col Valencia aveva avuto un così brillante avvio di stagione. Nel suo 4-2-3-1 la forza maggiore è sicuramente rappresentata dai quattro del reparto offensivo, dove Callejon si conferma, giornata dopo giornata, la vera sorpresa d’inizio stagione. Nessuno si aspettava questo impatto con il campionato italiano: ha corsa, resistenza, tecnica e vede la porta come pochi nel suo ruolo (già 7 gol in stagione, di cui 6 in campionato). Anche Hamsik sta crescendo dopo un mese di appannamento, seguito peraltro ad un folgorante avvio. Higuain avrà voglia di far vedere le sue indubbie qualità a quello che fino a inizio Luglio sembrava dovesse essere il suo pubblico. La Juventus è la squadra che concede meno opportunità agli avversari, ma questo Napoli ha le potenzialità per metterlo in difficoltà. Soprattutto nella fase iniziale della partita la Juventus dovrà prestare particolare attenzione, avendo spesso sofferto in questa stagione di un approccio molle, mentre di contro il Napoli ha partenze forti (segnati 8 gol nel primo quarto d’ora di gioco); lo stadio sarà una bolgia, come chiede Conte in queste sfide, e questo dovrebbe essere il miglior viatico per evitare il pericolo. Ci sono tutti i presupposti per assistere a una bellissima partita di calcio; la vittoria, per entrambi, è troppo importante per evitare di vedere allontanarsi di nuovo la Roma.

Sono tante le risposte che chiediamo a questa interessante giornata di campionato. Riuscirà la Roma a evitare il tranello di dare per scontata la sua vittoria? Riprenderà la sua marcia trionfale solo parzialmente interrotta domenica sera? Chi tra Juventus e Napoli continuerà a vedere la Roma da vicino? Chi si allontanerà? Il Diavolo brucerà all’Inferno? Inter, Fiorentina e Verona si confermeranno?

Dopo questa giornata ci sarà la sosta per le Nazionali, quindi due settimane di tempo per riflettere e prendere decisioni anche importanti. La mia domanda finale è: quanti nuovi allenatori troveremo sulla panchina delle squadre della Serie A tra 15 giorni? E soprattutto, ci sarà Allegri?

Buon campionato a tutti!


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