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Presentazione a Salemi del saggio "La Devozione alla Madonna della Confusione"

Da Agueci

Il 23 agosto a Salemi, nella Parrocchia dedicata alla Madonna della Confusione, si è tenuta la presentazione del libro del sottoscritto, edito da ASLA, Palermo, prefazione di Mons. Calogero Peri. Alla presentazione erano presenti il Provinciale dei Frati Cappuccini della Provincia Monastica di Palermo, P. Enzo Marchese, il Parroco, P. Antonio Traina, il vice parroco, P. Michele Barone, il definitore provinciale, P. Franco Mansueto, sacerdoti, l'on. Ferdinando Russo e molti altri tra amici, parenti e cittadini salemitani. Dopo il saluto del Parroco e  del Provinciale che ha ricordato come la devozione è stata propagata in Sicilia proprio dai Frati Cappuccini, ha fatto seguito l'intervento dell'autore Salvatore Agueci che qui trascrivo.

All’annunzio dell’angelo “Maria rimase sconvolta e si domandava che significato poteva avere quel saluto” (Lc. 1, 29) “Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia con me come tu hai detto.” (Lc. 1, 38)

Da questo momento, anzi dalla sua nascita (non entro nella diatriba se Maria è preservata dalla nascita o dal momento del concepimento di Gesù – li lascio alla disputa, durante il periodo medievale della Scolastica, tra i francescani con il B. Giovanni Duns Scoto e i domenicani con S. Tommaso d’Aquino -, sappiamo però, assieme alla tradizione ortodossa che Maria è la Theòtokos, la Madre di Dio – Concilio di Efeso, 431), Maria si rende partecipe della redenzione del suo Figlio in modo silente, fino ai piedi della croce. La sua presenza è cristologica (marcata anche dagli ortodossi), ossia la comprendiamo a partire dal suo Figlio. La troviamo spesso confusa (al momento della nascita di Gesù, alla presentazione al Tempio, nel ritrovamento del Figlio fra i dottori, alle nozze di Cana, ai piedi della croce). Lei è gloria e icona dell’umanità nuova e redenta. Partecipa pienamente al mistero della vita terrena del suo Figlio.

Diversi sono i titoli che la pietà popolare, fede vissuta, ha dato alla Madre di Gesù ma quello che conferma la sua totale condivisione e partecipazione piena è il suo annichilimento, la sua kènosi al piano di salvezza e, quale sacerdotessa della storia, si offre al Padre in Lui e per mezzo di Lui. “L’etimologia della parola ‘Confusa’, infatti, con la quale noi invochiamo Maria, la fa derivare dal latino cum e fixus, con-fisso, appeso-con, ma anche da cum-flictus, con-flitto, da cui viene anche afflitto, ovvero confitto, di una persona percossa, messa con violenza  in croce, con il suo Figlio. Anche in questo si identifica al Figlio perché si fonde con Lui, cum-fusio, si liquefà (è lo struggersi per fondersi) e per questo patisce con Lui e sale sulla Croce, juxta crucem lacrimosa (Stabat Mater, attribuito a Jacopone da Todi). D’altronde è nell’indole di una madre dare la vita per il proprio figlio, ma qui Maria si aggiunge non solo spiritualmente ma fisicamente con tutta se stessa, dà la sua vita e partecipa pienamente all’opera della Parola che si è fatta carne in Lei e con Lei”.

Come icona del genere umano non possiamo fare a meno di rivolgerci a Lei in tutte le occasioni che l’uomo ha di smarrimento, perché Lei, mediatrice tra l’uomo e Dio, sa porgere al Figlio, per trovare una risposta alle difficoltà e ai turbamenti che la vita ci offre.

Tutto il libro è da stimolo alla conoscenza di Maria e soprattutto del suo dolore perché riponiamo in Lei tutta la nostra fiducia per affrontare la quotidianità, con i suoi dolori e gioie.

Maria è l’icona delle donne: come figlia, come madre di tutte le madri che hanno sofferto (desaparecidos, meninos de rua e di tutti i migranti, soprattutto delle madri che non vedranno mai più i loro figli perché morti nell’attraversamento del deserto e del Mediterraneo, aspettano che il loro figlio/a ritorni o in attesa del ritorno dalla guerra), come sposa. Ma dal momento che il Figlio suo ha affidato Lei a Giovanni come Madre, lei è punto di riferimento per tutti gli uomini perché insegna anche a noi a dire “Eccomi” in tutte le circostanze della vita.

Lei è la donna che ha una fede, senza uguali, nel Suo Figlio “Fate tutto quello che vi dirà”, di speranza anche quando è turbata, smarrita dagli avvenimenti, ma esprime il grande amore per il Figlio e per il genere umano : “Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc. 2, 51).

Il saggio è di aiuto a comprendere il ruolo di Maria nel mistero di salvezza e nella vita dell’umanità e per questo è scritto con un linguaggio poco aulico (colto) e più accessibile alla comprensione di tutti (secondo la prassi avviata da Papa Francesco e, prima ancora, da Giorgio La Pira).

Lo stesso studio fa da supporto per capire come la devozione a Maria è inseparabile dall’imitazione delle sue virtù e dall’uniformarsi  a Cristo:  “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. (Gal 2, 20) “ La devozione a Maria deve spingere all’imitazione di lei e delle sue virtù. Non c’è vera devozione se non c’è il desiderio e lo sforzo di imitarla. La vera devozione a Maria esige una profonda devozione a Gesù e la pienezza della grazia in Lui. La perfetta devozione allo Spirito Santo comporta anche crescere in Grazia con il costante adempimento di tutti i propri doveri, cristiani e civili”. (p. 31)

Concludo con due passaggi tratti dal libro: “Sappiamo come l’uomo di oggi è dilaniato dalle guerre, dalle politiche sociali spesso denigratorie, dalle ingiustizie di ogni genere: famiglie distrutte, bambini abbandonati, uomini e donne senza lavoro, gli scandali che si propagano, violenze di qualsiasi genere che avvengono su uomini, donne, bambini, anziani. I suicidi per le difficoltà della vita sono continui, non solo da parte di giovani, spesso indifesi, ma da persone di un’età più matura, in seguito a perdita del posto di lavoro, di separazioni familiari… Le attese politiche per il rinnovamento e la ripresa della vita sono estenuanti, la gente è delusa, priva di prospettive. Manca il senso morale in tutte le cose. Il bene comune non è più rispettato, l’egoismo la vince su qualunque condivisione e solidarietà. C’è un capovolgimento di valori: il male è scambiato per bene e vicerversa. Sembra, anzi, che siano il male, la furbizia, l’arroganza… ideali assoluti e chi non li persegue è socialmente un “fesso”. I giovani sono così disorientati.” (p. 72).

“Occorre che, come Maria, l’uomo di oggi esca dal proprio egoismo, si lasci avvolgere simbioticamente dalla cum fusione, e partecipi, lasciandosi sciogliere pienamente in tutti i momenti del vivere quotidiano, nelle gioie e nei dolori dell’uomo di oggi, immolandosi, fino al punto da essere cum fixus non solo con Cristo e Maria ma con tutti i fratelli del genere umano e «vivere il presente con passione», che significa “diventare esperti di comunione”, «testimoni e artefici di quel “progetto di comunione” che sta al vertice della storia dell’uomo secondo Dio»[1]. Così, come scrive ancora Papa Francesco rivolgendosi agli uomini e donne di vita consacrata, anche in senso lato, «Troverete la vita dando la vita, la speranza dando la speranza, l’amore amando»” (pp. 75-76).

Spero di aver fatto un servizio alla Chiesa e al popolo cristiano e per questo ringrazio Dio per avermi ispirato a scrivere sulla Sua Madre e per avermi fatto trovare le parole giuste per porgere agli uomini di buona volontà uno dei misteri così grandi  che è Maria sotto il titolo di ‘Confusa’.

Con queste riflessioni che affido alla vostra sensibilità cristiana, rinnovo i ringraziamenti e auguro a tutti buon inizio di ottavario e buona lettura.

L'intervento dell'on. Ferdinando Russo è stato molto lucido e puntuale e ha descritto l'impegno dell'autore nel campo culturale, sociale (soprattutto nel settore delle migrazioni ove il problema è molto attuale) e associazionistico, prospettando un intervento sempre maggiore dell'azione del laicato nella chiesa e nella società.


[1] Lettera del S. Padre Francesco a tutti i consacrati, del 21/11/2014, I,  n. 2.

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