«Umpf, ma quando cambieremo questa cosa? Ha tanti anni sulle spalle che potrebbero avercela regalata per il mio battesimo, e si è anche piegato un piede del supporto, uff. Chissà se riesco a raddrizzarla almeno un po’…»
Simpaticamente stizzita e col sudore che grondava dalla fronte, la giovane si piegava sulle gambe per provare a sistemare alla meglio la posizione della più che consumata videocamera professionale, piegando leggermente un piede del supporto verso l’esterno.
«Ecco, così dovrebbe andare, nonostante non sia un prodigio dell’equilibrio… dovrò accontentarmi di ciò che son riuscita a fare.», disse col sorriso sulle labbra, mentre poteva finalmente ergersi in piedi.
Una mano se la passava sulla fronte per asciugare il sudore e l’altra la indirizzava verso il pulsante dell’apparecchio, che dalle sue parole si intuiva non avesse intenzione di collaborare:
«E ti pareva che non facesse ancora i capricci, oramai sono settimane che si comporta così. Chissà quante volte ho premuto quel tasto in vita mia…»
Poi rivolgeva la sua voce verso il piano soprastante:
«Mamma, quand’è che compreremo una nuova telecamera?»
«Quando avremo un pavimento in grado di reggerla.», le rispose spiritosamente.
«Lo sai quanto adoro le tue battute tragicomiche. Spero che almeno un treppiedi, nonostante la secondaria importanza, rientri nei budget della nostra malridotta famiglia. Altrimenti questo qui finirà sottoterra assieme al nostro sofisticatissimo -disse rimarcando l’aggettivo- pavimento ad assi di legno.»
La divertente scenetta stava a sottolineare, neppure tanto velatamente, l’infelice situazione economica della famiglia della ragazza, che quindi non poteva permettersi grandi investimenti, tantomeno quello di riammodernamento dell’attuale abitazione, che escludendo le attrezzature tecnologiche del suo membro più giovane di moderno non aveva nulla.
«In tanti lo vorrebbero e non lo hanno, è inutile che lo disprezzi.», puntualizzava la madre, la quale gradiva molto lo stile rurale della propria dimora. Quest’ultima, tutto sommato, era apprezzata anche dalla figlia, che però in quel preciso istante avrebbe desiderato una risposta diversa:
«Perché ti soffermi solo sulle assi di legno ed eviti la domanda più importante?»
«Le decisioni le abbiamo sempre prese in tre.»
«E ci è convenuto un sacco.», aggiungeva sarcasticamente, riferendosi probabilmente a qualche evento passato. Poi, dopo un secondo di pausa, decise di troncare definitivamente lo scambio di opinioni:
«Però lasciamo perdere, faremo come al solito tutto in tre e non uno di meno. L’importante è che adesso eviti di interferire con la registrazione.»
«Lo so che ti serve silenzio e quindi non posso chiamarti neppure quando è pronto il pranzo. Se non sei tu a cercarmi io non ti disturbo.»
«Grazie mille.», concludeva con tono dolce. Finalmente poteva tornare a concentrarsi sulla sua ripresa.
«Mannegghia, era già accesa e deve aver registrato tutto!», esclamò sorpresa, permettendosi anche un’espressione dialettale. Aggiunse poi a bassa voce:
«Questa parte dopo si taglia integralmente.»
Fece qualche passo indietro, si posizionò di faccia alla videocamera e diede avviò alla sua esposizione:
«Buongiorno a tutti, amici. Quest’oggi, eccezione fatta per i pochissimi che già mi conoscono, mi presenterò a voi per la prima volta, così potrete capire meglio chi è e quali intenzioni ha questa ragazza che avete di fronte.», esordì con tono molto amichevole e gentile.
Si poteva notare subito che quella non fosse la sua prima esibizione dinanzi ad una telecamera o comunque ad un pubblico, la fanciulla infatti dava l’impressione di essere già molto navigata in quel campo: padroneggiava perfettamente la scena e non appariva per nulla tesa, una vera e propria giornalista!
«Io mi chiamo Rossella, ho 17 anni e sono nata e cresciuta nella splendida città di Matera. Quello che vi presenterò oggi è il mio nuovo progetto, vale a dire Reporter – Storie uniche per persone comuni. Tutti allora vi starete domandando: di cosa tratterà Reporter?»
Passò da quel tono così brioso ad uno leggermente più placido, cosicché la spiegazione risultasse più chiara possibile:
«Reporter, detto in parole povere, è un grande viaggio che vivrete insieme a me. In questo viaggio avremo il piacere di conoscere luoghi, gente e storie davvero particolari, e come ci suggerisce il titolo… senza il bisogno di essere dei grandi esperti di chissà cosa, proprio perché i protagonisti di tali racconti saranno persone comuni come voi.»
Collegandosi alla precedente digressione tornò poi a raccontare di se stessa, impostando nuovamente il tono di voce su quello più vivace che aveva utilizzato in apertura:
«Ma torniamo a parlare un po’ di me, dato che non vi ho ancora detto quasi nulla a riguardo. Dunque da dove nasce l’idea di Reporter, oltre che dalla mia immensa voglia di viaggiare e conoscere persone e luoghi stupendi? Non sarei potuta semplicemente partire per girare l’Italia ma senza scomodare voi? Ovviamente no, dal momento che sono una grande appassionata di videomaking ed anche una pseudo giornalista. Ed inoltre ricordiamo che ogni esperienza diviene più bella se la viviamo in compagnia!»
Seppure molto stanca a causa del caldo asfissiante, proseguiva senza concedersi alcuna pausa:
«Quindi condividerò, per la prima volta, questa passione che mi scorre nelle vene sin dalla nascita con un pubblico molto ampio. Certamente non è la prima volta che faccio video, però questa sarà un’avventura nuova, più grande delle altre e con maggiore seguito da parte vostra. Posso dire che, dopo anni di fatica ed impegno profuso in questa mia professione, realizzo un sogno. Sin da quando ero bambina ho scritto articoli e prodotto video che documentavano su ogni genere di cose, mettendo a seria prova la pazienza dei miei professori, compagni e parenti, ai quali ponevo ogni giorno milioni e milioni di domande. Ho partecipato a molti concorsi scolastici e non scolastici fin dalle elementari, raccogliendo qualche delusione, tanta gloria ed anche un bel gruzzoletto, con il quale potrò adesso autofinanziare questo progetto.»
Con grande entusiasmo chiuse quindi il discorso:
«Ed ora, col sorriso che da sempre mi contraddistingue sul volto, vi saluto e vi mando un grande abbraccio, che per mia e vostra fortuna è solo virtuale. Allora vi do appuntamento alla prima puntata di Reporter, la quale data vi comunicherò in questi giorni. Non potrete mancare -commentò ironicamente- dopo tutto il tempo che vi ho già fatto perdere oggi, perciò… alla prossima!»
Spense la telecamera, e stavolta il pulsante reagì celermente.
«Chissà se il treppiedi avrà retto…»
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