A mettere sulla pista i militari è stata la traccia di un cellullare con cui l’uomo aveva parlato poco prima di essere ucciso. Il numero del telefonino era intestato a una donna, risultata poi essere la compagna di Maviglia. Così i carabinieri sono arrivati in un appartamento a Mappano di Caselle (Torino), dove i due si erano rifugiati.
Diversi testimoni poi avevano raccontato ai militari che il killer era sceso da un’Alfa Romeo Mito guidata da un secondo uomo, di cui avevano fornito parte della targa. La vettura e’ stata ritrovata sotto l’appartamento mentre nell’alloggio i carabinieri hanno sequestrato alcuni indumenti, compatibili con quelli che i testimoni hanno raccontato indossare i killer.
Secondo gli inquirenti a sparare sarebbe stato Giuseppe Maviglia, mentre Roberto Comperatore, avrebbe fatto da autista.
La vittima era originaria di Siderno (Reggio Calabria) e anche i due fermati sono originari della Calabria ma per il momento non ci sarebbero elementi che farebbero pensare a un delitto maturato nell’ambiente della criminalita’ organizzata. Su questo sono in corso approfondimenti investigativi.
I due, interrogati, hanno fornito versioni che inequivocabilmente li collocano sul luogo dell’omicidio all’ora in cui è stato commesso. Come Galea, anche Maviglia ha precedenti per droga.
Il numero del telefono cellulare di Maviglia è stato fornito agli investigatori dalla moglie della vittima. Dagli accertamenti, è risultato che aveva un’Alfa Mito come quella utilizzata per il colpo, che è stata ritrovata a Mappano di Caselle Torinese. Poco distante, in un appartamento, sono stati sorpresi i due che facevano finta di dormire.
Nella casa sono stati trovati indumenti compatibili con quelli descritti dai testimoni del delitto, ma non l’arma utilizzata, una pistola semiautomatica calibro 9. Comperatore ha raccontato che lui era al volante e che l’uomo sceso a sparare è stato Maviglia.
(01 ottobre 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA