Sir Isaac Newton
di Rina Brundu. Infine, Marco Parma, il preside dell’Istituto Garofani di Rozzano che si batteva per una scuola laica avrebbe lasciato. A portarlo verso questa decisione il frastuono mediatico, le orde di villici armate di crocifissi e bastoni pronte a stanare i miscredenti dal loro cortiletto di casa manco fossero streghe di Salem versione 2.0, le trasmissioni televisive che trasudavano indignazione sia sul servizio pubblico che sulla tv generalista tout court. Per inciso su quegli stessi canali, come Rete 4, che senza vergogna alcuna un giorno sì e l’altro no propinano ai ragazzi che le guardano programmi di supposti miracoli a destra e a manca confortati da dotta e diseducativa esegesi brosiana.
E pur di ottenere il risultato, gli attivisti della Santa Crociata (altro che Crociata contro Isis!), non hanno lesinato mezzi. Hanno finanche chiesto aiuto alla tanto invisa comunità musulmana che senza farsi pregare troppo ha partorito perle come questa: “Io sono musulmano, ma non sono assolutamente d’accordo che non si festeggi il Natale nelle scuole”. Figuriamoci! E poi nono sono mancati gli avvocati – tra questi molti giornalisti, ovvero coloro che hanno sostanziali responsabilità educative su scala nazionale – della difesa ad oltranza della nostra “cultura”. Non so di quale cultura stiano parlando naturalmente, probabilmente di stampo agostiniano, che temo quindi non coincida con la mia.
Uno spettacolo inguardabile insomma: con i bambini e il loro futuro “usati” per difendere la superstizione dilagante, per difendere l’indifendibile, per consegnare il loro domani ad un futuro peggiore del loro ieri. Che male può fare una canzoncina di Natale?, si chiedono costoro con sguardo incredulo sul mondo. Può fare molto, molto male, di sicuro più di quanto si renda conto chi pone una simile sciocca domanda. Chi vuole festeggiare il Natale – una festa assolutamente degna nello spirito conciliatorio che propone e, come ha giustamente fatto notare il preside Marco Parma, derivante dalle antiche celebrazioni dedicate alla stagione invernale – deve farlo a casa sua. Deve farlo con la sua famiglia. Deve farlo con i suoi amici. Deve farlo nella sua comunità. Ma… fuori le feste religiose dalla scuola! Fuori la religione dalla scuola! La scuola deve rimanere un luogo immune da queste derive pseudo-metafisiche, deve rimanere luogo pulito dove si esercita il notro intelletto, la nostra capacità di raziocinio, la nostra logica, il nostro istinto verso il bene massimo di tutti indipendentemente dai suoi credo e dal suo background culturale. Il luogo dove la nostra intelligenza può pascere, nutrirsi e infine brillare.
Ci ripensi dottor Parma, ritiri le dimissioni! Ci ripensi perché la scuola italiana – ingolfata com’é dentro dinamiche asfittiche di stampo medievale, incancrenita da un know-how adattato ai tempi completamente mancante – ha bisogno di persone come lei! I nostri ragazzi hanno bisogno di persone come lei, di guide come lei, di menti liberate come la sua. Che se proprio si volesse festeggiare il 25 dicembre a scuola non mancherebbero gli argomenti. Di fatto, per il calendario giuliano, il 25 novembre è nato Isaac Newton, un matematico, un fisico, un filosofo, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, un modello intellettivo da proporre a tutti gli studenti nelle scuole di ogni ordine e grado e che davanti allo sfascio corrente della scuola italiana, davanti all’attuale ridicola caccia alle streghe in quel di Rozzano, avrebbe molto da dire. Probabilmente anche da ridere, sicuramente da piangere.