
Avete mai fatto un concorso per una posizione da storico dell’arte? Non bandito per voi, intendo.
Io tanti.
Non ho mai pensato a descrivere come ci si sente, se dicessi le cose come sono accuserei persone di un reato, ma non lo potrei dimostrare e quindi commetterei un reato a mia volta.
E poi non mi va di sbandierare la mia coglionaggine più di quanto già non facciano i verbali.
Ma la cronaca offre oggi un’immagine perfetta.
La ineffabile reporter ungherese Petra Laszlo che sgambetta un uomo in fuga con in braccio un bambino.
Una persona che pensa solo ai cazzi suoi, e tratta gli altri come palate di letame, credendo che siano lì esattamente per permetterle una buona inquadratura. Cose da usare per sé, messe lì apposta.
Magari senza toccarle con le mani, perché fanno un po’ schifo.
Un perfetto membro di commissione.
Forse il paragone può sembrare irrispettoso.
In fondo io non fuggivo dalla guerra, non mettevo a repentaglio la vita della mia famiglia, non era una questione di vita o di morte.
E mi dispiace perché in questo caso i commissari, che pure si sono divertiti un sacco, si sarebbero divertiti molto di più. Almeno quanto Petra Laszlo.
