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Presidente, paura e bisogno

Creato il 24 luglio 2014 da 19stefano55

Noi italiani abbiamo la necessità di affezionarci a qualcuno, non siamo un popolo aggregante ma individualista. All’interno di una stessa Regione c’è quasi odio fra un campanile ed un altro e lo sport peggiora questi sentimenti.

Un uomo solo al comando e oggi Vincenzo Nibali, poco importa se corre per Astana, squadra credo dell’Ucraina, è il riscatto dell’italiano fermo, tifoso, deluso.

Per quanto esistano persone contrarie a Renzi, lui spavaldamente parla alla UE, sicurezza  che raramente abbiamo dimostrato, preferendo stanze chiuse.

Va in Africa dove probabilmente vendiamo armi e speranze cristiane ma era da un po’ che le Istituzioni non parlavano di economia in quei luoghi ricchi di materia e di sopraffazioni.

Napolitano, il gran padre, con la commozione senile e tutti a sbandierare al suo passaggio con la mater familia Clio, ma guai a parlare di Governo, Camera, Senato, seppur questi signori ci vivono da sempre.

Berlusconi con il suo modo di fare da adepto della PNL ha conquistato donne e mercanti ma certo non Mediaset, Forza Italia.

Che fine ha fatto il dott. Barca che voleva e vorrà ricreare una aggregazione dal basso, cooperare con la società , con le idee di confronto, cioè far lavorare tanti e non solo ubbidir al comando?

Presiedere o solo sedere? Conoscendo il passato e nostra identità non potremmo favorire l’uomo e nel contempo valutarlo e dandogli tempi vincolati?



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