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Pressione fiscale al 52%: ma non gli basta ancora!

Creato il 19 aprile 2013 da Freeskipper
Pressione fiscale al 52%: ma non gli basta ancora! Se lavori dodici ore al giorno, sei ore e mezza le lavori gratis, o meglio le lavori non per te stesso, per la tua azienda e la tua famiglia, bensì per lo Stato! Se a fine giornata incassi mille euro ebbene quel che ti rimane in tasca è poco meno della metà, perché il resto se lo prende il fisco! Oggi questo accade in Italia! Oltre la metà della ricchezza prodotta nel corso del 2012 è finita dritta, dritta, nelle casse dello Stato. Ma almeno fosse servito a qualcosa? Macchè! Abbiamo sempre il debito pubblico più alto del mondo, per non parlare dei “servizi” resi in cambio dallo Stato, che sono praticamente prossimi allo zero: tutto ciò che è pubblico - dalle scuole agli ospedali, dai tribunali alle strade, dai monumenti, al verde, ai trasporti - è abbandonato a se stesso!
Comunque lo Stato continua ad infierire a colpi di tasse, ad incassare sempre e soltanto dai “soliti noti” e arriva persino a premiare Equitalia quando riesce a spremerci meglio e di più! Ma ormai, hai voglia a mungere, qui non c’è rimasto più niente! Gli indici economici e i dati sull’occupazione suonano come campane a morto. Le rilevazioni Istat sulla pressione fiscale evidenziano quanto questa sia lievitata nell’ultimo trimestre del 2012, toccando la quota record del 52%. L’Italia sta “morendo” stremata dalle tasse e dalla precarietà e con essa gli italiani che più si “ammazzano” di lavoro e meno riescono a mettere da parte! Un mio carissimo amico, prima della crisi economica, e ancor prima dello sciagurato ingresso dell’Italia nell’euro con un cambio di valuta a 1936,27 lire, ridacchiando mi diceva: “Magari potessi pagare un milione di tasse al mese, vorrebbe dire che sarei un miliardario!”. Ebbene, oggi lavoriamo tanto e guadagniamo pochissimo! L’economia italiana è ferma: i salari sono congelati ai minimi storici, i più bassi d’Europa, la gente non spende più, le aziende non vendono i loro prodotti e sono costrette a licenziare, a chiudere o a delocalizzare!  Per dare una sterzata a questo andazzo, che ci ha affossato, occorrono provvedimenti veri: tagliare le tasse, facendo sì che le paghino tutti, tagliare gli sprechi e tagliare il cuneo fiscale in busta paga. Ma chi saprà e, soprattutto, chi vorrà farlo? Per il momento “loro” - tutti quanti, vecchi e nuovi - vanno in streaming quando gli pare, piace e conviene, s’incontrano furtivamente nelle segrete stanze all’insegna dell’inciucio, come sempre!!! Soltanto che stavolta non gli riesce bene nemmeno questo e la mancanza di un governo, di un nome chiaro e condiviso per il Quirinale è la dichiarazione manifesta della loro incapacità di governare, di legiferare per conto di chi li ha votati, di trovare e attuare soluzioni ai problemi concreti della gente che ha paura di svegliarsi il giorno dopo perché non sa come tirare avanti. Qui non si compra e non si vende, non si produce e non si lavora! Non si campa più. I soldi sono finiti e con loro pure la speranza è finita. C'è chi si arrabatta in lavori precari, chi a metà del mese già conta gli spiccioli nel portafoglio, chi viene licenziato e non sa dove andare a sbattere la testa e chi ha smesso perfino di cercarlo un lavoro. E per tanti, troppi, la sola via d'uscita è la disperazione e la dignità del suicidio.

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