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Che la notizia non sia stata ripresa da testate nazionali e internazionali potrebbe essere facilmente spiegato col fatto che di apparati del genere, nel corso delle ultime decadi, se ne sono visti parecchi, senza tuttavia un solo prototipo che facesse quello che i suoi inventori dichiaravano di aver raggiunto: fusione fredda, appunto, e in modo efficiente.
Ma alcuni dati sul prototipo di Andrea Rossi e Sergio Focardi lascerebbero ben pensare. La conferenza tenutasi a Bologna venerdì scorso vedeva la partecipazione di giornalisti e scienziati, e pare abbia convinto, anche se solo parzialmente, parte del mondo accademico.
Ora, un chiarimento: nel titolo del mio post ho scritto "presunto" perchè non si è mai troppo cauti nel riportare notizie di questo tipo. E fino a quando non si capirà esattamente come funziona l'apparato Rossi-Focardi, è meglio prendere il tutto con le molle.
Iniziamo col dire che il prototipo di reattore a fusione fredda è sottoposto a segreto industriale. Rossi infatti prevede l'inizio della commercializzazione del prodotto finito nel giro di un anno, e una produzione di massa entro 2-3 anni.
Non si sa esattamente come funzioni questo reattore, sia per ovvie ragioni che riguardano la segretezza dell'impianto dovuta a già stabilite collaborazioni industriali internazionali, sia perchè gli stessi Rossi e Focardi non hanno bene in mente il perchè il loro prototipo funzioni. Avete capito bene: attualmente, non esiste una specifica teoria valida che possa spiegare perchè questo reattore a fusione fredda produca energia.
Un briciolo di teoria: con il termine "fusione fredda" si intende una reazione atomica di fusione a bassa temperatura. La fusione nucleare è lo stesso fenomeno che si verifica all'interno delle stelle, o nelle celebri bombe H, e sviluppa temperature dell'ordine di milioni di gradi.
Sono molti anni che la comunità scientifica internazionale cerca di imbrigliare questa incredibile potenza all'interno di reattori a fusione calda, come il Tokamak, senza però ottenere risultati soddisfacenti.
I problemi con la fusione nucleare non sono soltanto nel controllo di temperature alle quali qualunque materiale noto si fonderebbe o sublimerebbe all'istante. Si tratta anche di una questione energetica: produrre più energia di quella necessaria ad azionare il reattore stesso.
La fusione fredda risolverebbe il problema delle temperature. Ma, fino ad ora, qualunque apparato realizzato in passato che avrebbe dovuto funzionare tramite fusione fredda non si è rivelato all'altezza delle aspettative, se non fallimentare in ogni suo aspetto. O, addirittura, una presa per i fondelli.
Rossi e Focardi sostengono di aver creato un reattore a fusione fredda in grado di funzionare per lunghi periodi di tempo, senza temperature eccessive, e secondo un meccanismo fisico-chimico che loro stessi non hanno pienamente compreso.
Questo reattore, durante la dimostrazione, è stato in grado di produrre circa 12kW di energia consumando soltanto 600 watt. Non solo: questo impianto può essere messo in serie o in parallelo con altri impianti analoghi; cosa che Rossi sta tentando di realizzare costruendo un sistema da 1 Megawatt composto da 125 reattori.
I limiti del singolo apparato, inoltre, sarebbero ben superiori agli attuali 12-15kW. Ma per ragioni di sicurezza, il prototipo è stato limitato nel suo output energetico.
Secondo Rossi, lo stesso risultato fu ottenuto nel 2009 da un impianto sperimentale della ENEL installato nella fabbrica EON di Bondeno, Ferrara. Ma Rossi pare essere stato il primo a porre il brevetto su questo sistema di produzione di energia (brevetto visibile qui). Quando anche un secondo brevetto (non si sa bene di cosa) sarà accettato, tutti i dettagli sul funzionamento del reattore verranno resi pubblici.
Il costo della produzione di energia tramite questo presunto reattore a fusione fredda sarebbe inferiore a 1 centesimo per kilowattora, diverse volte più economico di qualsiasi altro metodo di produzione di energia attraverso combustibili fossili.
Si tratta dell'ennesima promessa che verrà tradita in un futuro più o meno prossimo, o di qualcosa di reale, con le potenzialità di rivoluzionare il settore energetico mondiale? Solo il tempo, e la replica dei risultati di Rossi e Focardi da parte di altri laboratori, potranno dimostrarlo.
Nel frattempo, guardatevi il video della dimostrazione:
Per tutti (e pochi) dettagli sul funzionamento di questo presunto reattore a fusione fredda, invito a consultare i collegamenti qui sotto:
Cold Fusion getting hot with 10kw heater prepping for market
Journal of Nuclear Physics
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