E' importante «un'armoniosa regolazione dei contenuti per far si' che l'industria radiotelevisiva sia sempre di piu' motore di sviluppo per l'Italia e per l'Europa». Cosi' il commissario Agcom Antonio Preto, nel suo intervento all'Assemblea di Confindustria Radio Televisioni.
«L'obiettivo di Agcom - ha aggiunto - e' quello di pervenire, attraverso un'attenta attivita' di studio ed analisi dei fenomeni in atto, ad un giusto mix di regole che siano in grado: di garantire un livello di tutela omogeneo al consumatore, di preservare il pluralismo dell'informazione, di assicurare all'utente di accedere ai contenuti dei nuovi media in modo non discriminatorio e neutrale sotto il profilo tecnologico e di promuovere la concorrenza tra i diversi attori in campo». «e' una sfida difficile - conclude Preto - ma Agcom, Autorita' multimediale e convergente ha le competenze e la forza per vincerla. Bilanciando al meglio i diritti delle persone e quelli del mercato».
«Inutile girarci intorno. La soluzione e' semplice: legificare il piano LCN del 2010, attualmente in vigore». in merito alla «nota dolente della vicenda LCN», cioe' della numerazione automatica del telecomando. «Questo per due motivi - ha proseguito -: i vantaggi per gli utenti e finalmente la certezza agli operatori. Non possiamo essere tutti in balia di alterne vicende giurisdizionali». «e' necessario risolvere le asimmetrie normative tra operatori televisivi e societa' di internet per evitare che il mercato sia sbilanciato a favore di una sola categoria di soggetti». aggiungendo che «c'e' bisogno di una regolamentazione che non guardi piu' al sistema dei media come silos separati tra loro (radio, tv, stampa), perche' Internet, grazie alla convergenza, ha allargato il perimetro di gioco. Perciò bisogna accelerare il percorso di modifica tanto della direttiva e-commerce quanto di quella sui servizi media audiovisivi».
«Oggi, infatti - ha sottolineato il commissario Agcom - cinema, fiction e altri generi di intrattenimento sono finanziati direttamente o indirettamente solo dal piccolo schermo. Si deve dunque andare verso una nuova regolazione dei contenuti per assicurare un level playing field. Infatti, l'applicazione di regole diverse a settori prima separati ed oggi convergenti tra loro può creare distorsioni concorrenziali e deprimere la stessa industria audiovisiva».