Prevenire i tumori attraverso l’alimentazione si può.

Creato il 21 novembre 2012 da Dr.ssa Veronica Palermo @Infonutrizione

L’alimentazione scorretta e sempre più raffinata può influenzare l’insorgenza dei tumori attraverso numerosi meccanismi che vedremo in seguito.

Questo è quanto evidenziato da numerosi studi.

Nei paesi occidentali, soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, lo stile alimentare si è progressivamente discostato da quello tradizionale dell’alimentazione dell’uomo che prevedeva prodotti della terra (cereali, legumi, ed altri semi) per privilegiare cibi che un tempo erano mangiati solo eccezionalmente.

Oggi infatti, si preferiscono molti cibi animali (carni e latticini), alimenti che un tempo non erano neanche conosciuti, come lo zucchero, le farine molto raffinate (che infatti si riesce a ottenerle solo con le macchine moderne), gli oli raffinati (estratti chimicamente dai semi o dai frutti oleosi), o che addirittura non esistono in natura, (come certi grassi che entrano nella composizione delle margarine, o come certi sostituti sintetici dei grassi che non essendo assimilabili dall’intestino consentirebbero, secondo la pubblicità, di continuare a mangiare schifezze senza il pericolo di ingrassare).

Questo modo di mangiare sempre più “ricco” di calorie, di zuccheri, di grassi e di proteine animali, ma in realtà “povero” di alimenti naturalmente completi, ha contribuito largamente allo sviluppo delle malattie tipiche dei paesi ricchi, come  l’obesità, la stitichezza, il diabete, l’ipertensione, l’osteoporosi, l’ipertrofia prostatica, l’aterosclerosi, l’infarto del miocardio, le demenze senili, e molti tumori, fra cui i tumori dell’intestino, della mammella, della prostata.

Anche il latte, che oggi in Occidente è un alimento che si consuma quotidianamente, in tempi  passati era consumato solo occasionalmente, perché non poteva essere conservato ed era facile veicolo di infezioni.

Oggi siamo ricchissimi di conoscenze biologiche e farmacologiche, ma paradossalmente sembriamo saperne sempre meno di nutrizione.

Analizziamo ad esempio alcune tra le raccomandazioni più comuni:

  1. I latticini per prevenire l’osteoporosi in menopausa
  2. L’uso di vitamine per prevenire il cancro.

Punto primo
Al sopraggiungere della menopausa, specie nei primi anni, le ossa diminuiscono considerevolmente il loro contenuto di calcio.
Pare logico, quindi, raccomandare, a questa età, ma sarebbe meglio prima, per non arrivare alla menopausa con poche riserve, un abbondante apporto di calcio con la dieta.
Poiché il latte e i formaggi sono alimenti ricchissimi di calcio, molti medici raccomandano di mangiare tanto formaggio.

Quel che dovremmo sapere, però, è che la principale causa alimentare di osteoporosi non è la carenza di calcio, bensì l’eccesso di proteine animali.

Le proteine animali sono più acide di quelle vegetali, e tendono ad acidificare il sangue. Non appena le sostanze acide assorbite con gli alimenti superano la capacità di controllo dei bicarbonati presenti nel sangue, l’osso libera dei sali basici di calcio per tamponare l’eccesso di acidità.
Non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche.

Alcuni studi hanno addirittura riscontrato che la frequenza di fratture in menopausa è direttamente proporzionale al consumo di carne e di latticini.
Naturalmente, rimane logico garantire un sufficiente apporto alimentare di calcio, purché non provenga solo dai latticini.

Ne sono ricchissimi vari semi, soprattutto il sesamo, e le mandorle, vari ortaggi  come cavoli, soprattutto i broccoli, i prodotti del mare, soprattutto le alghe (sempre più raramente mangiate in Occidente), ma anche il pesce (soprattutto i pesci piccoli e le zuppe di pesce dove si mangiano anche le lische), il pane integrale a lievitazione naturale, i legumi.

Punto secondo
Numerosi studi sperimentali controllati, di intervento con integratori alimentari (in genere cocktail di vitamine antiossidanti e sali minerali), spesso rigorosamente condotti in doppio cieco,  hanno avuto risultati generalmente deludenti, e talvolta drammatici: ad esempio la supplementazione con beta-carotene ha causato un aumento significativo dell’incidenza del cancro del polmone nei fumatori.

Le ragioni di questo fallimento non sono note con precisione.
Le ipotesi principali sono che certe sostanze antiossidanti diventino proossidanti ad alte dosi o in condizione di elevata pressione parziale di ossigeno.

Le verdure e i cibi vegetali proteggono probabilmente attraverso numerosi meccanismi. Rimane quindi valida la raccomandazione di consumare un’ampia varietà di cibi semplici e naturali di provenienza vegetale, ma non di ricorrere ad integratori alimentari ad alte dosi.

Quindi,  bisogna ridurre il consumo calorico modificando la composizione del cibo, moderando il consumo di proteine, e garantendo la più ampia varietà di cibi vegetali, in modo da consentire un’azione sistemica sui  meccanismi biologici che governano la proliferazione cellulare.

Fornendo dosi naturali di tutte le sostanze alimentari potenzialmente preventive e praticando attività fisica, che e’ risultata essere protettiva sia per i tumori dell’intestino sia per quelli della mammella (sono sufficienti 30-40 minuti al giorno di un’attività pari ad una camminata a passo veloce) si può ridurre significativamente l’incidenza dei tumori.

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