Durante l’incontro sono stati indicati i dati sulla mortalità media annuale italiana (dal 2006 a oggi 590 vittime nel corso della pratica sportiva, 43 decessi nel 2012) e le strategie possibili: la prevenzione e l’intervento tempestivo. La prima si attua tramite una visita medica approfondita, in grado di evidenziare problemi fisici e malattie pregresse e orientare di conseguenza verso discipline sportive adeguate al soggetto. In Piemonte, la legge regionale che regola e tutela l’attività sportiva prevede l’obbligo di una certificazione medica per la pratica dello sport a livello agonistico, tramite visita medica comprensiva di elettrocardiogramma; dal 2003 il check-up è gratuito per i minori di 18 anni.
La seconda presuppone corsi di pronto soccorso e di rianimazione rivolti ad allenatori, dirigenti e tecnici delle società sportive, che possano intervenire in caso di malori o attacchi cardiaci. Un buon mezzo di informazione, e quindi prevenzione, potrebbe essere un registro nazionale riportante indicazioni sulle cause delle morti improvvise da sport. “L’Istituto di Medicina dello Sport di Torino svolge da più di tre decenni un’azione preventiva” ha spiegato il Direttore, Dott. Piero Astegiano, “con la concessione delle visite d’idoneità sportiva agonistica per amatori e professionisti. Sono dei piccoli chek-up, ma nel tempo hanno ridotto significativamente le incidenze di eventi patologici gravi, gravissimi o addirittura mortali, principalmente di natura cardiologia”.
“Questi eventi ci colpiscono ancor di più perché riguardano soggetti giovani e vigorosi” ha afferamto il Dott. Gian Pasquale Ganzit, Presidente dell’Associazione Medico Sportiva di Torino, “si deve fare di tutto per ridurli al minimo, aumentando la qualità delle visite preventive e sviluppando l’attività di primo soccorso seguendo le linee guida; la capacità di intervenire è di primaria importanza per tutti coloro che lavorano a contatto con gli atleti”. Una competenza che, anche sulla scia dell’impatto emotivo provocato dalle recenti tragiche “morti per sport”, si spera possa diffondersi rapidamente.
Luca Bianco