Presentiamo qui un elenco riflessioni - da completare o disapprovare a cura dei lettori, ovviamente rivolte a quello che tutti i rugbisti attendono con ansia, il Torneo delle Sei Nazioni che inizia tra un paio di weekend. Riflessioni che tengono conto dei Test Match di novembre e delle "lezioni" delle Coppe Europee.
a) Francia batte Inghilterra 9 a 4 - Le due Coppe han visto qualificarsi alle fasi finali nove squadre francesi vs. quattro inglesi. Un rapporto più di due a uno tra le potenze continentali, a confermare lo scenario di dominio francese in Europa dejà vu la scorsa stagione, con tre finaliste su quattro nelle Coppe e Grand Slam nel Sei Nazioni. L'Inghilterra oggi è però prima delle europee, due posti davanti alla Francia nel ranking delle nazionali, grazie alle prestazioni dello scorso novembre e alla contemporanea caduta francese. Chi ha ragione, Test Match o prestazioni di club? O sono queste ultime tutta colpa del salary cap, come sostiene ad esempio Leicester? Di certo la combinazione dei risultati di novembre con gennaio rende Bleus e Bianchi con la Rosa i favoriti d'obbligo del torneo delle Sei Nazioni e ne accende, se possibile, la rivalità. Con l'atout del calendario a favore di Albione: i francesi con due sole gare casalinghe "facili" (Scozia e Galles), dovranno passare da Twickenham quest'anno. E poi confessiamolo, ci piace il volto nuovo dei bulldog schierato ultimamente da Martin Johnson: giovani, aggressivi, tanto fiato, mai domi. Quins, Irish, Bath e soprattutto Saints a portar sangue nuovo alla base trusted di Tigers e Wasps.
b) Irlanda in declino? Oltre ai club francesi e inglesi, le altre qualificate in Europa sono tre squadre irlandesi su quattro, ma il bilancio numerico non deve ingannare: Munster in Euro Challenge fa sgranare gli occhi ai commentatori e abbassare lo sguardo a tifosi e protagonisti. Lo stato del rugby nazionale nell'altro Paese "cattolico" merita una riflessione, viste le implicazioni sul Sei Nazioni (prima partita in casa dell'Italia) e sul Mondiale (dove sarà mors loro, vita nostra). La caduta di Munster rispetto agli abituali standard potrebbe far sbilanciare verso la tesi della fine di un ciclo. Confermato dall'anagrafe di molti, dalle situazioni delle vincenti Leinster (alcuni uomini chiave non irlandesi) e di Ulster (piccola succursale sudafricana). D'altro canto l'Irlanda è la seconda europea nel ranking Irb, avendo vinto un paio di Test anche a novembre. Peccato fossero "solo" Samoa, che li fece sudare per un'ora, e ultima spompatissima Argentina, venendo invece sommersi dagli All Blacks e perdendo ma di poco con gli Springboks. Tanti segnali discordanti insomma.
La nostra impressione è che i rappresentanti della Emerald Island non vadano certo sottovalutati, tutto è relativo: i nostri non hanno la consistenza degli All Blacks o, riferendoci a Munster, gli skill individuali disponibili a Toulon ... Inoltre quest'anno gli irlandesi si trovano due ossi durissimi da rosicchiare in casa nel prossimo Sei Nazioni, Francia e Inghilterra; giocoforza che provino a far punti in trasferta.
c) Galles, solo chiacchiere e distintivo? Zero team gallesi qualificati in Europa, da quanto tempo non capitava? Il tutto dopo un novembre poco esaltante per usare un eufemismo, che schiaccia il Dragone nel ranking Irb sotto alla Scozia, penultimo tra le Sei Nazioni. Coach Warren Gatland, cui era stato rinnovato anticipatamente il contratto oltre il Mondiale 2011, ammette ora che in caso di mancato accesso ai quarti in Nuova Zelanda, il suo posto sarà a rischio. Perdipiù il prossimo Sei Nazioni con tre prove in trasferta (Scozia, Italia, Francia) promette poco di buono. Certo che per loro, as soon as they beat the English, potrebbe anche bastare ...
d) Scozia, effetto Andy Robinson? Nessuna squadra scozzese s'è qualificata per le fasi finali delle Coppe Europee. Anche in Magners League le prestazioni delle due selezioni non sono state molto brillanti. Non è certo una novità, casomai lo sarebbe il viceversa; eppure il ranking della nazionale sale con continuità da un paio di stagioni, da quando si prende uno scalpo di prestigio ogni novembre: stavolta è toccato al Sudafrica, l'anno prima all'Australia. Qual'è la causa di questa differenza positiva tra performance di club e della nazionale: semplice "effetto massa" per un movimento tra quelli dalle tradizioni più importanti ma oggi dalle risorse limitate, o merito del coach inglese Andy Robinson, uno che non concede ai suoi nessun relax o scusa? Forse entrambe; tanto che gli amanti dell'azzardo, quello potente, potrebbero puntare quest'anno sulla Scozia, la quale pur agevolata dal calendario (3 partite in casa, con l'Italia in casa nella classica chiusura), dovrà però visitare Twickenham e lo Stade de France.
e) Azzurri alla solita ultima chance? Tolti i notevoli acuti casalinghi con Biarritz, Connacht e per un tempo con Brive, le italiane non si sono certo distinte quest'anno in Coppa, sono state quasi sempre al di sotto dei loro standard già poco lusinghieri. Anche la nazionale non ha certo brillato nei test di novembre, difendendosi con l'Australia, battendo Fiji ma perdendo quella che era stata "venduta" come la prova del salto di qualità con l'Argentina. Una sconfitta che secondo alcuni ha segnato il futuro di Nick Mallett, o che secondo altri ha fatto decidere al coach di chiudere il capitolo Italia della sua storia professionale. Tant'è, l'Italia del rugby ha purtroppo una tradizione consolidata non solo di arrivare al Mondiale gestita da un dimissionario e di "tradire" agli appuntamenti che contano, Mondiali e non. Forse per un eccesso di aspettative che il nucleo storico di questo team ha regolarmente mostrato di gestire con fragilità di nervi e scarsa capacità di concentrazione, a partire dal capitano. Il rischio è concreto anche in questa fine d'inverno, in cui tutto congiura per trasformare una partita del Sei Nazioni, guarda caso la prima, in fibrillazione, con un ambiente tutto proteso a "piantare un paletto" in vista del Mondiale nei confronti dei rivali di girone irlandesi apparsi in crisi.
Ogni rischio racchiude anche una opportunità: un gruppo non certo formato da "pellegrini" (Parisse, Castro, Perugini, Canale, i Bergamasco, LoCicero etc.) dovrebbe aver compreso che sta per arrivare l'ultimo appello e quindi decidere di mollare i freni inibitori, i sensi di inferiorità atavici. Un nuovo, più maturo approccio psicologico che dovrebbe esser favorito da una maggior rilassatezza del coach uscente, peraltro anche lui desideroso di dimostrare qualcosa in faccia a un ambente dallo scarso comprendonio rugbistico. Un coach che ha sempre avuto il torto di imporsi ai giocatori da genitore un po' duro ma iperprotettivo, quindi amato e rispettato ma anche deresponsabilizzante e inibente ("voi italiani non sapete giocare a rugby, per imparare dovete fare esattamente come vi dico io").
L'altro aspetto positivo è il calendario: gli Azzurri riceveranno al Flaminio Irlanda, Galles e Francia. Da dimenticare le uscite a Twickenham (troppo tosti per noi) e al Murrayfield (ci aspettano al varco) e lasciata ogni speranza con la Francia - almeno fin che c'è Mallett, più che la prima in cui dovremmo comunque fargli trovar lungo a O'Gara & Company, ci sarebbe da puntare sui gallesi, individualmente superiori ma non più ovunque (Zanni vale un Walburton e Castro un Adam Jones, etc.) e collettivamente un po' appannati.
Sistemato l'approccio mentale al Sei Nazioni, rimarrebbe la tecnica e la tattica. Se infatti non si può che esser d'accordo col Vittorio Munari nazionale - lo spirito guida l'esecuzione - è altrettanto vero che non si può vincere la guerra con armi arrugginite e senza munizioni. Considerando la fase difensiva più o meno a posto da un bel po' (grande, indimenticabile lascito di Mallett), rimane per gli Azzurri il grande cruccio di trovasre finalmente maggior produttività in attacco. Un po' di giovanotti più brillanti di alcuni "sfondatori monotematici" dietro ci sarebbero - Benvenuti è stato per quattro turni su sei capocannoniere delle Coppe - e anche qualche "senatore" ha mostrato ultimamente segnali interessanti: le mete decisive di Canale in Coppa, il record di mete stagionali per Parisse, le prestazioni sicure nel Top14 di Mirco Bergamasco persino nei piazzati. Senza illuderci di grandi cambiamenti - per imparare a gestire le ripartenze, aspettiamo Brunel - la buona notizia è che basterebbe ri-abituare e ri-allenare gli AVANTI ad eseguire driving maul decenti e a gestire con maggior determinazione e velocità quei momenti dentro ai cinque metri avversari. S'è visto nelle Coppe Europee quante mete vengano segnate con le maul (vedi Pedrie Wannenburg Man of the Match a Viadana).
Su tali basi, vediamo un 6Nazioni premondiale preda designata inglese, coi francesi determinati ad approfittare di ogni passo falso e scozzesi nettamente avanti agli italiani, che a loro volta in una o due occasioni casalinghe, potrebbero stupirci. In tutti i sensi. Ci aspettiamo lo facciano in positivo.
DateKO (GMT)Home
AwayVenue
Fri 4th Feb 11
19:45
Wales
v
England
Millennium Stadium
Sat 5th Feb 11
14:30
Italy
v
Ireland
Stadio Flaminio
Sat 5th Feb 11
17:00
France
v
Scotland
Stade de France
Sat 12th Feb 11
14:30
England
v
Italy
Twickenham
Sat 12th Feb 11
17:00
Scotland
v
Wales
Murrayfield
Sun 13th Feb 11
15:00
Ireland
v
France
Aviva Stadium
Sat 26th Feb 11
14:30
Italy
v
Wales
Stadio Flaminio
Sat 26th Feb 11
17:00
England
v
France
Twickenham
Sun 27th Feb 11
15:00
Scotland
v
Ireland
Murrayfield
Sat 12th Mar 11
14:30
Italy
v
France
Stadio Flaminio
Sat 12th Mar 11
17:00
Wales
v
Ireland
Millennium Stadium
Sun 13th Mar 11
15:00
England
v
Scotland
Twickenham
Sat 19th Mar 11
14:30
Scotland
v
Italy
Murrayfield
Sat 19th Mar 11
17:00
Ireland
v
England
Aviva Stadium
Sat 19th Mar 11
19:45
France
v
Wales
Stade de France