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Previsioni per il decennio 2015-2025

Creato il 23 marzo 2015 da Conflittiestrategie

[Estratti e traduzione di PiergiorgioRosso da:https://www.stratfor.com/forecast/decade-forecast-2015-2025]

Pubblichiamo con l’autorizzazione di Stratfor una nostra sintesi che include ampi tratti del documento Previsioni del decennio 2015-2025 nel quale il think-tank statunitense delinea le tendenze principali del decennio a venire, espresse a partire dal modello interpretativo di base dell’istituto che continua a ritenere gli USA la potenza dominante. In estrema sintesi la previsione di Stratfor è che il prossimo decennio vedrà “un mondo disordinato con cambi della guardia in diverse regioni ma con l’unica costante di una potenza USA continuata e più matura, meno visibile e meno utilizzata che nel passato”. L’analisi riguarda le aree Europa, Russia, Medio oriente e Nord Africa, Estremo Oriente e Cina, USA.

Europa

L’Europa è entrata in una fase critica della sua struttura politica ed economica. La frammentazione fra nazioni mediterranee da una parte e Germania con i suoi satellite dall’altra ha raggiunto il limite in cui “ciò che beneficia una parte nuoce all’altra”. Dunque non c’è una singola politica che possa soddisfare tutte le nazioni europee. Se si inserisce in questo contesto la crisi ucraina e la crescente focalizzazione politica delle nazioni centro-europee sulla paura rispetto all’assertività russa, si può parlare di un’altra Europa ancora che diventano poi quattro considerando la Gran Bretagna e la Scandinavia. Ciò che definirà l’Europa nel prossimo decennio è “il riemergere della nazione-Stato come primario veicolo politico del continente”.

Il nazionalismo crescente porterà le nazioni più deboli a mettere in campo maggiori controlli sui movimenti di capitale e quelle più forti a controlli sui flussi di immigrazione. Complessivamente ci si può attendere che le esportazioni europee subiscano una competizione crescente in un ambiente internazionale instabile e quindi che il benessere economico della Germania declinerà creando le condizioni di una crisi interna politica e sociale: “ciò ridurrà l’influenza politica della Germania in Europa nei prossimi dieci anni”.

Riportiamo ampi tratti dell’ultimo paragrafo del capitolo dedicato all’Europa che consideriamo molto significativo: “al centro della crescita economica e e della sua influenza politica ci sarà la Polonia….mentre la Germania subirà cambiamenti dolorosi nell’ambito economico e demografico, la Polonia diversificherà le sue relazioni commerciali per emergere come la potenza dominante nella regione strategica delle Pianure Europee del Nord. Inoltre ci si aspetta che la Polonia assuma la guida di una coalizione anti-russa che potrebbe includere la Romania entro la prima metà del decennio. Nella seconda metà del decennio questa alleanza giocherà un ruolo nel ridisegnare le regioni ai bordi della Russia attraverso strumenti formali ed informali. Alla fine, mentre la Russia si indebolisce, questa alleanza potrebbe influenzare in modo dominante sia la Bielorussia che l’Ucraina e anche regioni ancora più ad est …. La Polonia beneficerà dell’alleanza strategica degli USA . Tutte le volte che la potenza globale dominante entra in relazione con un partner strategico, è nell’interesse della potenza globale rendere il partner il più economicamente vigoroso sia per stabilizzare la società che per renderlo capace di costruirsi una forza militare. La Polonia sarà in questa posizione con gli USA così come la Romania. Washington ha reso evidenti i suoi interessi nella regione.”

Russia

“La Russia non sopravvivrà nella sua presente forma”. La Russia ha mancato di trasformare le sue risorse economiche energetiche in una struttura economica auto-sostentante ed è quindi vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi energetici internazionali ed alle forze di mercato che le determinano. Questo comporterà che il flusso di risorse che da Mosca scorre nelle regioni periferiche della Federazione subirà rallentamenti e riduzioni, mentre le regioni faranno di tutto per badare a loro stesse creando entità autonome formali o informali. “Non ci saranno rivolte contro Mosca ma l’appassimento delle capacità di Mosca di supportare e controllare la Federazione Russa lascerà un vuoto. Ciò che riempirà tale vuoto saranno i singoli frammenti della Federazione Russa …. Il declino del potere di Mosca aprirà la questione su chi controlla l’arsenale missilistico nucleare e come possa essere garantito il suo non-utilizzo”.

Secondo Stratfor questa sarà la maggiore prova per gli USA che non avrà a disposizione una soluzione militare per risolverla e dovrà pertanto o accettare il rischio di lanci incontrollati o creare governi stabili ed autorevoli nelle regioni interessate per neutralizzare i missili nel tempo.

Medio Oriente e Nord Africa

In quest’area gli Stati creati dalle potenze europee nel XVIII° e XIX° secolo stanno collassando secondo linee di frattura religiose, monarchiche e di interessi economici in via di cambiamento. Queste fazioni sono in guerra le une contro le altre e nel vuoto di potere creatosi i gruppi jadisti hanno spazio di azione, ma saranno in definitiva contenuti dalle loro stesse divisioni interne. La situazione non può essere mutata per mezzo di un intervento esterno la cui entità sovrasterebbe anche le capacità di dispiegamento degli USA, i quali in ogni caso – e considerata la prospettiva della Federazione Russa – non può concentrare la sua azione geopolitica in quest’area.

Lentamente la realtà si incaricherà di dimostrare che c’è un solo paese che è in grado ed è interessato a stabilizzare la regione: questo paese è la Turchia. Stratfor prevede che alla fine la Turchia sarà obbligata ad intervenire nelle guerre che si stanno svolgendo ai suoi confini, in particolare al confine sud, sia per timore di un contagio all’interno che per le conseguenze di politica interna che queste guerre potrebbero avere. Al contrario né l’Iran né l’Arabia Saudita sono nelle condizioni geografiche di intervenire. E’ probabile che la Turchia cercherà di formare delle coalizioni stabilizzanti che abbiano successo anche nel Nord Africa, in competizione con l’Iran, ma “manterrà aperte tutte le opzioni di lavoro insieme sia all’Iran che all’Arabia Saudita secondo quanto necessario. Qualunque sarà la dinamica, la Turchia ne sarà al centro”. Ovviamente avrà bisogno del sostengo politico e militare degli USA che glielo concederanno ma ad un prezzo: il contributo al contenimento della Russia. Gli USA vogliono “un certo grado di cooperazione nella gestione del Mar Nero”.

Ma la Turchia non si proietterà solo al suo sud. Mentre la Russia si indebolisce e l’Europa si frammenterà, si può prevedere che essa “proietterà la sua potenza sulla costa nord del Mar Nero, dove ha interessi storici, commercialmente, politicamente ed in qualche misura anche militarmente. Inoltre …. la Turchia aumenterà la sua presenza nei Balcani come unica potenza rimasta a poterlo fare”.

Prima che ciò accada la Turchia dovrà trovare un equilibrio politico interno tra secolaristi ed islamisti. “Un nuovo governo emergerà sicuramente negli anni a venire …. I militari, l’intelligence ed i servizi diplomatici dovranno crescere in quantità e come funzione nel prossimo decennio”.

Estremo oriente e Cina

In Cina la crescita delle regioni costiere basata su esportazioni e bassi salari si è fermata. Mentre duplicare tale crescita nelle regioni interne è impossibile. Dunque il problema che si pone alla Cina nel prossimo decennio è come contenere le difficoltà politiche e sociali conseguenti alla fine di questo paradigma di crescita economica. Se da una parte Stratfor non considera probabile una rivolta dei ceti medi della costa contro la politica di Pechino volta a trasferire ricchezza all’interno, dall’altra la previsione è “l’imposizione di una dittatura comunista, un elevato grado di centralizzazione economica e politica ed un nazionalismo crescente” che potrebbe volgersi verso gli interessi marittimi russi, se il declino della Russia si avverasse. “I cinesi ed i giapponesi saranno entrambi interessati ad acquisirli ed a prevenire che l’altro possa farlo. Prevediamo che questa sarà la questione centrale nella regione mentre la Russia declina e la competizione sino-giapponese cresce”.

Stratfor identifica 16 paesi in gran parte gravitanti nel bacino dell’Oceano Indiano e Pacifico Sud-Orientale, che potranno svolgere il ruolo che la Cina ha svolto finora nello sviluppo della manifattura ad alto tasso di impiego del lavoro (vedi figura). “… nel prossimo decennio molte di queste nazioni – e forse altre non identificate – prenderanno collettivamente il ruolo che la Cina ebbe negli anni ’80. Ciò significa che per la fine del decennio, esse entreranno in una fase di interessante crescita anche in una gamma più estesa di prodotti. Il Messico, la cui economia esibisce potenziale sia nell’industria a basso che in quella ad alto livello tecnologico, in un ambiente ad alta competitività, si posizionerà per beneficare sostanzialmente degli investimenti e dell’alto livello di consumi del suo vicino a nord”.

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USA

L’economia USA dipende poco dalla volatilità delle altre economie, esporta merci per un valore pari al 9% del suo PIL e quasi la metà vanno in Canada e Messico. Gli USA continuano a dominare gli oceani e possiedono l’unica forza militare veramente intercontinentale. Il suo vantaggio fondamentale sta nell’insularità. D’altra parte dipende poco anche dalle importazioni da quando è emersa come potenza energetica. “Quanto alla perenne paura che la Cina ritiri i suoi depositi dal mercato americano, questo succederà comunque lentamente mentre la crescita della Cina rallenta e gli investimenti all’interno cresceranno. Ma un ritiro improvviso è impossibile. Non c’è altro posto in cui investire. Sicuramente il prossimo decennio vedrà fluttuazioni nella crescita e nei mercati USA ma essi rimarranno il cuore del sistema internazionale Gli USA saranno più selettivi nell’assumersi responsabilità politiche nel prossimo decennio e saranno più selettivi anche negli interventi militari.”

Il problema strategico degli Stati Uniti è impedire il sorgere di un egemone in Europa ed in particolare un’alleanza tra Germania e Russia o la conquista di uno dei due da parte dell’altro. Per cui l’azione statunitense nelle due guerre mondiali e nella “guerra fredda” era giustificata da questa esigenza. Pertanto, anche se Stratfor prevede il declino della Russia, l’azione degli USA sarà ancora concentrata nella prima parte del prossimo decennio nel prevenire questo rischio strategico, cercando di costruire un sistema di alleanze esterno alla NATO dal Mar Baltico alla Bulgaria, cercando di coinvolgere la Turchia e l’Azerbaijan.

“Nella seconda parte, Washington cercherà di assicurarsi che il declino della Russia non causi un disastro nucleare. Gli USA non si faranno coinvolgere nel cercare di trovare una soluzione ai problemi europei, non farà guerra alla Cina ed il suo coinvolgimento in Medio oriente sarà minimo.”

La prossima crisi seria si comincerà a vedere negli USA verso la fine del prossimo decennio e sarà la crisi del ceto medio: “ il problema non è l’ineguaglianza ma la possibilità per il ceto medio di vivere come ceto medio. Oggi il reddito mediano negli USA è circa 50.000$ … questo permette di comprare una casa modesta e vivere sobriamente fuori dalle aree metropolitane. Per la quota bassa di ceto medio, il 25° percentile, ciò è praticamente impossibile. … Questa non è una crisi politica per ora. Lo diventerà verso la fine del prossimo decennio, ma non sarà affrontata prima delle elezioni del 2028 o 2032. Sarà una normale crisi ciclica ma comunque dolorosa.”

 


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