L'opinione che gli attuali prezzi dell'argento siano lontani dalla realtà e soprattutto siano del tutto insostenibili dai produttori di metallo, sta convincendo sempre più persone.
Secondo SRSrocco, gli ultimi disastrosi risultati contabili e finanziari delle società minerarie impegnate nell'estrazione di argento, starebbero a dimostrare che le quotazioni raggiunte dal metallo sono ben al di sotto dei costi di produzione.
Esaminando il breakeven dei principali produttori, si scopre che varia da un minimo di 18,73 dollari/oncia a 36,02 dollari/oncia, con una media di 25,40 dollari/oncia. Soltanto un produttore, con costi a 18,73 dollari/oncia, è in grado di guadagnare con le attuali quotazioni dell'argento.
I produttori di argento e d'oro, sono le prime vittime della politica della FED (Federal Reserve) per proteggere il dollaro e il debito americano a tutti i costi.
Dall'inizio del 2013, l'argento è calato del 40% e l'oro del 23%, mentre il rame ha perso solo il 14% del suo valore. L'argento ha perso quasi tre volte in termini percentuali, di quanto ha perso il rame, ma lo stesso vale anche per gli altri metalli di base, come zinco e piombo.
Le società minerarie impegnate nell'estrazione di metalli preziosi sono le vere banche di tutto il mondo e nell'attuale situazione di mercato non sono in grado di sopravvivere ne tantomeno di generare profitti. Se i prezzi non recupereranno, le perdite alla fine dell'esercizio in corso saranno davvero pesanti e le conseguenze non si faranno attendere in termini non solo di perdita di occupazione ma anche in termini di ricchezza reale, il principale contributo che queste società hanno sempre fornito a tutta l'economia mondiale.
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