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Prezzi delle case in calo dell’1,6% nel 2012

Da Rubefox

Prezzi delle case in calo dell’1,6% nel 2012Il quadro presentato dall’Istituto Indipendente Nomisma sul mercato immobiliare italiano  non da alcuna speranza, nessuna ripresa all’orizzonte, quanto meno nel medio-breve termine.

Le proiezioni individuano nella stagnazione la prospettiva più probabile per il prossimo biennio. Sono le conclusioni dell’ultimo rapporto sul mercato immobiliare.

In base ai numeri presentati dal centro studi bolognese le previsioni per il 2012 parlano di un numero di compravendite residenziali a livello nazionale pari a 594.037, sostanzialmente in linea con le 598.224 compravendite del 2011.

 Non pare fuori luogo ritenere che i livelli raggiunti rappresentino una soglia di resistenza sotto la quale, anche in condizioni critiche, il settore fatichi a scendere.

 Per il 2012, guardando al futuro, le quotazioni immobiliari, in media nelle principali 13 città italiane, per il 2012 i prezzi dovrebbero registrare un calo dell’1,6% per le abitazioni, del 2,1% per gli uffici.

Nel 2013, invece, il calo per le abitazioni dovrebbe essere dello 0,8%, dell’1,1% per gli uffici e dell’1,3% per i negozi.

 Dobbiamo quindi  verificare gli effetti sulle quotazioni di un’ eventuale revisione delle strategie da parte dei venditori. Le imprese e le banche, si trovano di fronte ad un bivio da una parte il mantenimento di posizioni apparentemente inconciliabili con l’attuale disponibilità di gran parte della domanda e graduale adattamento delle aspettative alla fase di mercato

 Le quasi 600mila transazioni residenziali concluse nel 2011 rappresentano, comunque, livelli superiori alle attese. Si tratta di un risultato positivo, a fronte di un temuto tracollo. Appare tuttavia troppo esiguo per un settore che si era strutturato pianificando un turnover di gran lunga superiore.

 Pertanto le esigenze di assorbimento degli eccessi di produzione, da una parte e di efficienti movimentazioni dall’altra, non si adeguano con un mercato attestato ormai da oltre un triennio sui livelli minimi.

 In tale contesto, quindi, l’imponente magazzino delle imprese deprime le prospettive di ulteriore attività a medio termine. C’è anche chi intravede uno spiraglio, l’allentamento della pressione internazionale legata al debito sovrano potrebbe favorire, a partire dal secondo semestre 2012, una timida ripresa sul versante corporate.

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