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Pride

Creato il 14 gennaio 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

artoff8213Solidarietà da applausi

Commedia british che diverte e fa riflettere, Pride porta sullo schermo cinematografico la storia vera che negli anni ottanta ha visto la comunità gay affiancare, nella lotta al governo Thatcher, i sottomessi minatori gallesi.

Londra, 1984. Guidati da Mark, i LGSM cominciano il loro percorso di protesta che li conduce in una piccola comunità del Galles. Dopo le iniziali ritrosie tra attivisti gay e minatori gallesi comincia a nascere una sincera amicizia.

Toccando i tasti emotivamente giusti e alternando abilmente il linguaggio comico a una drammaticità di fondo, Pride convince e coinvolge lo spettatore seduto in sala. Tutto ciò è frutto di un attento lavoro del regista Warchus che, forzando la storia (il movimento solidale era molto più diversificato e non comprendeva esclusivamente una piccola comunità gallese e un esiguo gruppo di attivisti londinesi), riesce a catalizzare l’attenzione di un pubblico senza pretese. Difatti Pride è la classica commedia britannica che coglie con acume il problema di fondo e ne sviscera i punti forti, emotivamente d’impatto. Perché dopotutto Pride è una pellicola furba (nell’accezione positiva del termine), un prodotto che capisce con cosa può spingersi oltre (l’omosessualità e lo spettro dell’AIDS) e con cosa invece può sdrammatizzare provocando ilarità (i bizzarri rapporti d’amicizia tra gli attivisti gay e la comunità gallese). E tutto ciò provoca un risultato soddisfacente, che evita di sbraitare in modo troppo veemente nei confronti della Thatcher, scegliendo coscientemente di concentrarsi sullo sviluppo di una solidarietà umana, che ha aperto le menti a numerosi inglesi.

Difatti Pride è la commedia che fa ridere in modo spensierato, laddove prova ad argomentare in modo semi-serio la difficoltà di combattere un potere forte, che può essere alternativamente la polizia, la discriminazione sessuale e l’AIDS.

Pellicola umana e portatrice sana di diritti fondamentali, Pride ostenta una sceneggiatura scorrevole, accorta e priva di sorprese (traumi e punti di svolta della storia sono ampiamente previsti), ma riesce a farsi apprezzare in modo quasi unico, senza eccedere nella voglia di strafare, sviando un’esagerata dose di bontà d’animo. Un film ampiamente riuscito, che pare solo gli inglesi siano in grado di realizzare con così tanta leggerezza (ricordate Full Monty?).

Uscita al cinema: 11 dicembre 2014

Voto: ***1/2


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