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La trama (con parole mie): da sempre umani e vampiri convivono ben poco pacificamente passando il tempo a squartarsi amabilmente attraverso le diverse epoche, ma soltanto con l'intervento provvidenziale della Santa Madre Chiesa le cose hanno assunto una dimensione tutta nuova grazie all'impiego dei misteriosi Sacerdoti, casta di guerrieri dalle incredibili abilità e poteri - dono del Signore!? - capaci di debellare la minaccia dei vampiri torchiandoli come si deve per poi confinarli in sorvegliatissime riserve.
Ma ogni guerra ha le sue vittime, così Karl Urban, che è il belloccio della situazione, da Sacerdote finisce per diventare il capo supremo dei vampiri senza mostrare minimo segno di mutazione fisica, mentre i suoi ex alleati se la passano male, finendo accantonati dalle sempre generose ed aperte organizzazioni ecclesiastiche dovendo accontentarsi di lavori di bassa manovalanza.
Questo fino a quando viene rapita la figlia di Paul "Polpetta" Bettany, che decide così di tornare all'azione dispensando un sacco di legnate ai responsabili di quanto accaduto, arrivando perfino a ribellarsi alla Chiesa stessa.
Raramente mi capita di scrivere post che contengano, nella trama, quasi più di quanto si potrebbe dire dell'intera pellicola, e quando capita mi aspetto sempre di sfoderare sonorissime, spietate bottigliate che mi permettano di compensare le poche righe con un ottima dose di colpi ben assestati.
Invece, con Priest non mi sento neppure di farlo.
Perchè, per quanto pessimo questo film possa essere - e lo è, senza dubbio - non sono proprio riuscito ad incazzarmi abbastanza, forse perchè lo stesso pare perfettamente conscio dei suoi quasi illimitati limiti: dunque, al termine della visione, più che la voglia di rintracciare Stuart e dargli quel che si meritava sono stato più semplicemente sfiorato dal pensiero che una pellicola come questa è l'equivalente del tormentone musicale estivo che tutti detestano eppure, chi prima e chi poi, allo stesso modo finiscono a ballare, nella doccia così come al centro della pista nella discoteca del villaggio.
Detto questo, è quasi più divertente pensare ad una rilettura dello script che non ad una critica vera e propria - che occuperebbe giusto lo spazio necessario per qualificare Priest come uno dei più seri candidati a film peggiore dell'anno, o almeno membro certo della top ten del caso -: in un pieno calderone di generi poco abilmente mescolati - cyberpunk, western, azione, fantascienza, horror - si muove il protagonista, il nostro amico Polpetta, nato come ottima promessa - ricordo che rimasi stupito dalla sua performance in Gangster N°1 -, approdato al successo grazie ad ottimi lavori - Dogville e A beautiful mind - e poi precipitato in una sequela di pellicole tutte di ambientazione fantastico/religiosa e rigorosamente una peggio dell'altra.
A fare da nemesi, il come di consueto inespressivo Urban, che non contento di aver partecipato ad operazioni terrificanti come Doom, si presenta come una sorta di nuovo messia vampirico pronto alla guerra contro gli umani, governati con il pugno di ferro dalla sempre poco piacevole Chiesa - e nella critica alla stessa credo sia da ricercare la mia istintiva quasi simpatia per questa trashata galattica -, ragion per cui il nostro Polpetta avrebbe dovuto lasciare all'ex amico carta bianca fin da subito.
Se non fosse che, prima di avviare l'intera operazione, il buon Urban commette il madornale errore di rapire la figlia del suddetto Polpetta per stuzzicare il vecchio compagno d'armi - ma per quale motivo, poi!? -, allevata dal fratello - curiosamente, il Bill Compton di True blood - ed innamorata di uno sceriffo di frontiera - anche qui un altro vampiro, questa volta proveniente dal fantastico mondo di Twilight -: da questo momento in poi per il protagonista diventerà una questione d'onore fare il culo più grosso possibile a questi cattivissimi, deformissimi vampiri - tranne Urban, ovviamente, fico, ben vestito e dalla lingua sciolta, come già sottolineato - grazie anche all'aiuto di un'altra ex commilitona palesemente innamorata di lui - terrificante il siparietto "io sono stata presa dalla Chiesa vergine, Polpetta no, quindi per lui il passaggio è stato ancora più duro" -.
Passata qualche difficoltà iniziale, a suon di battute che ricordano il peggio delle pellicole action anni ottanta che tanto amo - finchè si resta nell'ambito - esplosioni e squartamenti vari, si giunge all'inevitabile conclusione positiva che apre gli scenari ad un ipotetico sequel.
A quel punto, un sorriso di quasi compatimento si dipinge sul mio volto: ma è tutta scena.
Maschera il brivido che possa accadere davvero.
Chissà, magari l'estate prossima, pronto a colpirci quando meno ce lo aspettiamo.
Sì, anche nell'intimità del bagno.
MrFord
"Las manos arriba cintura sola
da media vuelta danza kuduro
no te canses ahora que esto solo empieza
mueve la cabeza danza kuduro."
Don Omar feat. Lucenzo - "Danza kuduro" -
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