PRIGIONIERI DEI NOSTRI LIMITI
L’uccello promise di dare il primo consiglio ancora nelle mani dell’uomo, il secondo quando avrebbe raggiunto il ramo di un albero e il terzo una volta raggiunta la cima di una montagna.
L’uomo accettò e sollecitò il primo consiglio.
«Se perdi qualcosa - disse l’uccello – anche se ci tieni quanto la tua vita, non rimpiangerlo”.
L’uomo lasciò la presa e l’uccello andò ad appollaiarsi su un ramo.
«Non credere mai a cose contrarie al buonsenso senza chiedere prove», elargì come secondo consiglio.
Poi l’uccello volò in cima alla montagna, dalla quale dichiarò: «Oh, sventurato! Il mio corpo racchiude due enormi gioielli. Se solo mi avessi ucciso, ora sarebbero tuoi!».
L’uomo si tormentò al pensiero di ciò che aveva appena perso e chiese all’uccello: «Dammi almeno il terzo consiglio!».
«Sei proprio un idiota! – rispose l’uccello - sei ancora qui a chiedermi altri consigli, quando non ti sei nemmeno soffermato per un attimo sui primi due! Ti ho detto di non tormentarti per la perdita di qualcosa e di non prestare fede a cose contrarie al buonsenso. Ed è proprio ciò che stai facendo in questo momento! Ti stai lasciando andare a credere in ridicole assurdità e ti stai tormentando perché hai perso qualcosa! Non vedi che non sono abbastanza grande da contenere due enormi gioielli? Sei uno stupido! Pertanto, continuerai a essere prigioniero degli abituali limiti imposti a ogni uomo».
(Fiaba araba)