La metà di quelle persone non vota, non legge un giornale, non ascolta un notiziario. Molti stanno perdendo la capacità di capire il significato di un breve testo, hanno una soglia di attenzione di pochi istanti, vogliono soltanto dimenticare la realtà. Non vanno al cinema, non leggono un libro, non sanno collocare nel tempo avvenimenti che hanno cambiato la storia del mondo, a volte anche se li hanno vissuti. Sono incapaci di capire il punto di vista di un altro, per lo più non sono interessati a farlo. Desiderano con disperazione essere una porzione di qualcosa e si sentono soli per la maggior parte dell'esistenza. E sono arrabbiati, feroci, hanno ridotto il quotidiano al limite del manicheismo, alla ricerca di un bene che non li può soddisfare e furiosi con tutto il resto.E il problema siamo noi, pensa?Vorrei potergli parlare, pensa, sapere come fare. E scacciare l'idea che sia il terrore l'unica merce che sono in grado di capire, perché li sta cambiando, li ha già cambiati. In giro ci sono pochi bambini, le madri li stringono per mano più forte, guardano confuse e aggressive chi si mette sulla loro strada, camminano rapide, senza fermarsi. C'è qualcosa contro quella paura? Un placebo utile a fermare il contagio?Paga il conto, l'esperimento è finito, non lo ripeterà.Cammina verso casa, il giornale sotto braccio.Che cosa avresti fatto?La domanda di sua moglie ritorna a galla, pretende una risposta sincera, la verità. Se la radio non lo avesse interrotto, le avrebbe detto che blindare le scuole è una terapia del dolore, consente al malato una qualità di vita decente, ma non lo cura, non uccide la malattia. Se lei avesse avuto ancora voglia di ascoltare, avrebbe continuato a dirle che è giusto, tutto giusto, quello che hanno votato, la gente deve sentirsi al sicuro, sapere che qualcuno si prende cura di lei, ma allo stesso tempo è inutile, perché non sono le scuole l'obiettivo, non i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, e piazzare i soldati, togliere i bidoni, sorvegliare ogni minuto del giorno tutto quello che accade intorno agli edifici, mette un pezzo di realtà sotto un vetrino e ignora tutto il resto.Se tu fossi al posto loro, le avrebbe detto, la nostra decisione potrebbe fermarti?Non credi che fosse prevista?Saresti lì, a leggere il giornale e sorridere, pensando alla nostra scontata determinazione. Quello che accade ha bisogno di molto di più, avrebbe detto. Rende necessario che ognuno di noi si metta in gioco e si sforzi di vedere oltre la paura, il sangue, il terrore, l'abominio.È una scelta, semplice, pensa.Basta decidere che cosa vogliamo essere quando torneranno. Se vogliamo aspettarli vivi o accontentarci che ci seppelliscano tutti.
Un romanzo su cosa siamo diventati, sulla paura, non quella del buio, della morte o del dolore. La paura che è sospensione, attesa, assenza. La paura che è "l'unica lingua che tutti capiscono". Cosa succederebbe se qualcuno iniziasse a minacciarci sul serio? Fin dove siamo disposti a spingerci?Io sono Alfa, Frassinelli editore, Patrick Fogli.