Scrivere per ricordare, per non dimenticare, per denunciare, lottare e tornare a sperare. Il coraggio di Lucrezia Maggi, una donna che rappresenta un faro di luce per il cielo del nostro territorio.
Legata alle sue origini Pugliesi, innamorata della sua citta' d'origine, Taranto, Lucrezia compie da anni un percorso difficile ma allo stesso tempo ricco di soddisfazioni: lei, scrive. Sono numerose le opere edite a suo nome sia di narrativa che di poesia, generosita', la sua, generata dal bisogno di donarsi per ogni parola che, con spontaneita', regala ai suoi lettori, ma anche a chi senza conoscerla, si avvicina a scoprire il suo universo.
Nasce da questo, nel settembre del 2009, l'ambizione di creare un'associazione culturale, "Le Muse Project" di cui e' lei stessa fondatrice e presidente. Permettere alla cultura di accarezzare le spiagge di questa terra ancora oggi ricca di storia e arte; la Citta' Dei Due Mari, nota in tutto il mondo per l'unicita' del suo paesaggio. Sin qui a raccogliere ogni goccia di dolore per innaffiare il giardino del futuro.
Quello che Lucrezia immagina diverso per chi soffre, per chi come lei e la sua famiglia, si appresta a vivere un dolore lacerante, sconvolgente, insanabile come, nel suo caso, la perdita di chi ti ha donato la vita.
In "Prima che il tempo ne cancelli le orme" (Print Me Editore), un pamphlet di denuncia, scopriamo un'inedita Lucrezia donna, madre, figlia. Con la semplicita' di chi si dona senza riserve, rinunciando ad ogni pretesa di merito, l'autrice spoglia le parole sino all'essenza del loro significato piu' profondo.
La denuncia nasce come esigenza di dolore e si trasforma nel bisogno di raccontare, a chi e' rivolta, quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere la Lucrezia persona e il suo elaborato ?
Quanto ho raccontato è accaduto sotto i miei occhi che, per tutto il tempo in cui gli avvenimenti si compivano hanno guardato, indagato, osservato, malgrado fosse ugualmente forte la volontà di illudersi, di sperare. I miei occhi hanno visto la cruda verità e, il dolore, la rabbia hanno trovato rifugio solo "tra le parole", come nel grembo di una madre. Ma gli occhi sono ancora aperti, la sensibilità permane e così la voglia di vivere, di scrivere e denunciare.
Quanto c'e' della sua impronta “"artistica" in un libro che si definisce una cronaca cruda e veritiera di quanto decide di narrarci?
Questo mio pamphlet e' senza alcun dubbio un vero e proprio scritto di denuncia ma, nonostante cio' la mia impronta artistica è deducibile, in modo evidente, dall'intero libro, dalla sua struttura come dal ritmo interno. Tra le righe di quest'ultimo lavoro, c'e' comunque Lucrezia e, per la prima volta in una mia pubblicazione, in ogni sfaccettatura del suo essere.
Quando nasce la necessita' di condividere questa esperienza traducendola su carta?
Ho sentito da "subito" che non potevo restare inerme ad osservare, ho pensato che forse, la mia penna, potesse essere un mezzo utile a rompere la cortina di silenzio, per portare l'attenzione su quanto nel mio pamphlet denuncio, una piccola cosa, quasi niente ma che spero possa contribuire a "bloccare il sistema", qualcosa deve cambiare, per il bene di tutti.
Lo stato d'animo da cui e' stata partorita la stesura di questo elaborato, coincide con quello attuale?
Il mio stato d'animo è tale e quale, nulla e' cambiato. Attendo che qualcosa accada, tutto, ogni cosa, tranne che l'indifferenza...
Quali sono le sfumature della Lucrezia donna, autrice e protagonista che traspaiono da quanto racconti?
...sarà sufficiente leggermi con attenzione per trovarle.
Ci sono dei punti di contatto con la sua realtà editoriale passata, che l'ha vista crescere e maturare, sin qui alla scelta di "usare" la penna come specchio attraverso cui raccontare?
...Ho scritto e scrivo poesia; ho scritto e scrivo narrativa; mai avrei pensato di scrivere un testo autobiografico, soprattutto di questo "tipo". Mettere a nudo la propria anima non e' semplice, non è illogico, non è esibire; e' questo, il mio, un atto di estremo coraggio, di riflessione sincera. "Non ho bisogno che sia facile, ho solo bisogno che ne valga la pena"
Dove vuole condurla il treno del suo libro?
Sarebbe troppo pretendere "la verita'". Quella ormai, e' "morta e sepolta", ne sono consapevole. Il treno del mio libro ambisce a condurmi oltre le "belle vetrine" di una realta' in cui non mi riconosco, una societa' ipocrita, cieca, muta, sorda nonche' vittima di una rassegnazione imperante e inconcludente. La mia denuncia desidera cosi' essere "una sferzata per tenerci vigili, svegli; proprio parlando di quel timore di un non-risveglio, che chiuda a ciascuno gli occhi ma, soprattutto, i sogni"
(Di S.Montorsi)
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