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Prima che scenda l’oblio

Creato il 04 giugno 2012 da Cultura Salentina

di Uzbek

giusti

Il mondo va di fretta e noi, passanti indaffarati, distratti da urgenze gravi, lottiamo per la sopravvivenza, abbiamo freddo e nessuna speranza nel futuro. Le notizie ci sfiorano, attinte quasi sempre dalle voci monocordi del piccolo grande schermo quotidiano; e così attori, comparse e figuranti della scena politica, a meno che sui loro misfatti non si soffermino comici monologanti e talk show a trarre linfa vitale per l’audience e quindi per il loro portafogli, cadono nel dimenticatoio e ricevono la più gratuita delle amnistie, quella dell’amnesia collettiva.

Lo stesso accadrà – ci potete scommettere – al prof. Andrea Zoppini, che si è dimesso da sottosegretario alla Giustizia dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per concorso in frode fiscale e dichiarazione fraudolenta con dei suoi clienti già arrestati e per frode fiscale egli medesimo, essendosi fatto ricompensare con 800.000 euro neri all’estero. Questa almeno l’accusa, ovviamente tutta da provare, e non essendo Zoppini Andrea extracomunitario, borgataro e sprovveduto, immagino che non gli farà difetto il modo e il mezzo per contestarla o neutralizzarla.

Così come gli è arriso il plauso di numerose testate giornalistiche e di politici non disinteressati che non hanno mancato di sottolineare la differenza tra la lestezza del nostro nel fare la valigia e le meline gigionesche e arroganti di tanti pari grado e ministri che lo hanno preceduto. C’è da essere certi allora che di lui non si occuperanno (se non appunto per evidenziarne la tempra morale di cavaliere d’altri tempi) talk show, monologhi, nani e ballerine. Passeranno i mesi, conoscendo la giustizia anche gli anni, e se si perverrà ad una sentenza ciò passerà nell’indifferenza generale dei passanti di cui sopra, che, se saranno sopravvissuti alla crisi, al governo e agli acciacchi della vita, non andranno certamente a spigolare un trafiletto a pagina venti in corpo otto con le risultanze processuali.

Qualche commentatore a secco di argomenti forse attingerà acqua per il sempre verde mulino liberal-garantista, e digrignando i denti ci porrà l’angoscioso quesito di chi riparerà al danno sofferto dal prof. nel lasciare con solerzia, forse eccessiva, un così prestigioso incarico governativo. A quel tempo, certamente lontano, figuriamoci se qualcuno, grattandosi la testa alla Saviano, si chiederà se le indagini sulle ripetute evasioni ed esportazioni di capitali dei facoltosi clienti dello Zoppini fossero iniziate proprio il giorno dell’emissione dell’avviso di garanzia o piuttosto, come accade, mesi e mesi prima, e se lo scrupolo di non appannare nemmeno per un attimo l’azione meritoria di cotanto governo non avrebbe potuto assalire il nostro giurista addì 29 novembre, giorno della sua nomina a sottosegretario, meno di 6 mesi fa, invece che solo oggi, a carta scritta in mano.

Ma di acqua sotto i ponti ne sarà passata tanta e la nostra sensibilità morale ne sarà stata ulteriormente dilavata. E figuriamoci ancora se a quei tempi ci sarà chi ricorderà che il professor Zoppini, brillantemente cattedratico a poco più di trent’anni, godeva della piena fiducia di Enrico Letta (PD) che l’aveva fatto nominare consulente giuridico della Presidenza del Consiglio ai tempi del centro sinistra, e poco dopo, nel 2008, anche di quella dell’altro Letta, il Gianni (PdL), che l’aveva voluto al fianco di Berlusconi, nel governo di centro-destra che testé ci ha (?) lasciato.

Mentre noi, quaggiù, litigavamo anche in famiglia parteggiando per gli uni o per gli altri. Ma si sa, la scienza, quella del diritto in particolare, è al di sopra delle parti. O no?


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