Fare un sequel è sempre un'operazione rischiosa, specialmente se il film in questione ha la sua schiera di ammiratori e soprattutto se sono passati parecchi anni. Credo che gli elementi che decretano un sequel riuscito o meno, almeno su di un livello generico, sia il mantenimento di uno spirito inalterato che non tradisca quello dell'originale e al tempo stesso una freschezza che soddisfi l'affamato fan. Far collimare le due cose è veramente difficile e vi sono centinaia, se non migliaia, di esempi nella storia del cinema.
Linklater con Prima del tramonto vince la sfida e ci riesce anche con il minimo sforzo. Il famoso spirito resta inalterato perché nel bene o nel male ci ripropone una dinamica identica all'originale, con Jesse e Celine che camminano per le strade di Parigi e poco tempo a disposizione. La freschezza è donata dai caratteri, ormai non più quelli di ventenni spensierati ma bensì di due trentenni cinici che hanno sperimentato le delusioni della vita. Come collante dei due elementi abbiamo una coerenza di fondo e una coppia di attori che vive la propria parte invece di recitarla.
Jesse e Celine camminano e parlano, noi che li seguiamo curiosi e assieme a loro ben presto ci rendiamo conto che non è poi così importante scoprire chi dei due, 9 anni prima, non si è presentato all'appuntamento. Semplice e coerente, come solo un buon sequel può essere.
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