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Prima di partire per un lungo viaggio

Creato il 26 giugno 2014 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

Da piccola amavo Nino D’angelo, non potevo farci niente, volevo sposarlo e lo dicevo spesso a voce alta. Mi piaceva il suo caschetto biondo, guardavo tutti i suoi film e pensavo che, un giorno o l’altro, lui sarebbe arrivato e mi avrebbe sposato. Non è mai successo, anche perché io avevo 6 anni e lui un po’ di più.

Negli anni successivi al mio primo amore ho capito che se dico cose ad alta voce poi non succedono mai, per esempio amavo dire: dopo la terza media mollo la scuola, dopo la terza superiore mollo la scuola, dopo il diploma mollo la scuola, dopo l’università vado in sud America. Nella mia vita niente è mai andato come avevo progettato!

Il cambiamento è sempre stato una parte fondamentale della mia esistenza, per questo non progetto più niente, mi faccio trasportare dalla corrente, faccio quello che devo fare. Oppure progetto cose sapendo già che dopo poco tempo dovrò cambiarle, ormai è una certezza e me ne sono fatta una ragione. Anche la mia partenza per l’India è stata una cosa decisa dall’oggi al domani, dovevo partire a febbraio invece sono partita mesi prima… grazie a Dio!

Il giorno della mia partenza tutti quelli che mi conoscevano mi dicevano: “ma siiii ma vai tranquilla, tanto tu sei forte, ma siiii, ti abituerai subito, tanto tu non hai paura di niente”. Io ero titubante, non credo di essere forte e ho paura di tutto e di tutti, se potessi diventare invisibile a volte lo farei, per un periodo mi vergognavo anche quando telefonavo in pizzeria, in più non mi sono mai ripresa dall’amore non corrisposto di Nino D’Angelo e Adriano Celentano.

Quando sono arrivata in India lo shock è stato forte, ma non volevo dirlo a nessuno, non volevo accettare il fatto che non riuscivo a capire la loro cultura. Non è che non riuscissi ad integrarmi, io non riuscivo proprio a capire come funzionassero le cose, e non riuscivo neanche a fregarmene del parere degli altri, degli indiani in questo caso. Gli indiani sapevano e amavano sfidarmi. Io disperata piangevo in cucina, e pensavo che avrei fatto la fine della tipa di Revolutionary Road, mi sarei depressa, mi avrebbero sconfitto, mio marito mi avrebbe odiato e io con la coda fra le gambe me ne sarei tornata a Fratte C. a coltivare l’orto reduce da una brutta anoressia. Avrei vissuto sotto psicofarmaci e mi sarei lasciata prendere per il culo da tutti. Lo giuro, pensavo proprio questo!

Non avevo nessuno, poi ho conosciuto qualcuno, poi ho iniziato il blog. Non è facile accettare che le cose in altre società vadano in maniera differente, non è facile vivere in un paese completamente diverso dall’Italia ed è ancora più difficile se sai per certo che se fallisci… beh i se cazzi! È ancora più difficile se ogni volta che cerchi informazioni su gente che è stata in India per mesi, trovi solo amore, sole, cuore e tanta gioia. Io nella mia society venivo sempre derisa! Poi ho trovato altre donne che come me avevano faticato ad addattarsi, poi si erano adattate, poi mi hanno incoraggiato. Aprirsi a nuove culture significa anche essere in grado di fregarsene di quello che la gente pensa di te. Io in India ho imparato che devo rispettare gli altri anche se dagli altri, molte volte, non mi arriva niente. L’importante è provarci e crederci (come dicevano prima dei mondiali) poi se proprio non va apri un blog e fai ridere gli altri!

Perché ho scritto tutto questo? Perché qualche giorno fa mi sono ritrovata a parlarle con una ragazza che fra poco partirà, io non sapevo cosa dirle, non sapevo come incoraggiarla. Siccome so che mi legge ho deciso di farlo qua perché adesso so cosa dirle.

Mia cara, beh forse all’inizio non sarà semplice, certi giorni saranno molto difficili, ma dopo un po’ capirai che quell’esperienza non è fine a se stessa, sarai un po’ diversa, forse migliore e capirai che ci voleva proprio! In certi giorni odierai così tanto il fatto di essere distante dalle tue amiche che vorresti tornare a casa subito, anche se casa tua è in un paesino-buco! Altre volte sarai felice e grata di quello che ti è stato dato. In ogni caso andrai in America quindi potrai sempre ammazzarti di Simpson e serie tv che real time gli fanno una pippa e io in India me le sogno. Un giorno ti accorgerai che per due giorni di fila sei stata contenta, poi piano piano diventeranno una settimana, un mese, due mesi e dopo un po’ sarà già passato un anno! Alla fine ti mancherà vivere all’estero, l’importante è prendersi i propri tempi e non farsi mai scoraggiare da nessuno. Prima o dopo tutto arriverà ne sono sicura… come sono sicura che un giorno Cele e Nino si accorgeranno dell’errore che hanno fatto e verranno in ginocchio da me!

 

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio… ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.” KAFKA SULLA SPIAGGIA, Murakami Haruki    

 


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