Recensione
Questa è la storia di una famiglia siciliana, composta da padre, madre e quattro figli, emigrata negli USA nei primi anni del 1900 e quindi al tempo del proibizionismo. Due generazioni di cui la seconda, dopo molte umiliazioni e privazioni, riesce nel bene e nel male ad elevare il proprio contesto sociale. Dei quattro ragazzi della famiglia Palermo uno solo, Salvatore detto Sal, prenderà una cattiva strada, mentre gli altri cercheranno di seguire gli insegnamenti del capo famiglia, Luigi, e intraprendere lavori onesti e possibilmente qualificati.La storia segue le vicende di tutti i componenti della famiglia con particolare riguardo, tuttavia, a quella del secondogenito, Salvatore. Per quanto l’autore condanni la scelta di Sal di associarsi alla malavita, di fatto egli risulta il più intraprendente e coraggioso del gruppo, ed è quindi colui a cui vanno le maggiori simpatie del lettore e su cui viene impostata la storia. Per certi aspetti egli appare come un novello Robin Hood che combatte contro i cattivi e distribuisce ai poveri una parte dei proventi derivante dalla vendita dell'alcool, di cui i primi a beneficiarne sono proprio lui e la sua famiglia d’origine. Frank, il fratello maggiore, che entra nelle forze dell’ordine, appare un po’ troppo bacchettone per ispirare troppa simpatia, mentre il fratello più piccolo, Tony, sogna di poter diventare un regista ed è lui, in pratica, a raccontare la storia della famiglia Palermo con l'intento di realizzarne un film.
Marginale nella storia il ruolo delle donne, compresa quella della giovane Nina Palermo, tutte molto passionali ma, all'occorrenza, pragmatiche più degli uomini quando incorrono in gravidanze non desiderate.
Il romanzo è scorrevole, pieno di colpi di scena e in esso vi sono tutti gli ingredienti classici di un thriller d'azione: violenza, intrigo, sesso e suspense, insieme a valori forti quali l’amore, il senso della famiglia e dell’amicizia. Un romanzo furbo, quindi, che insiste su quegli elementi capaci di avere maggior presa sul lettore.
Il romanzo è pertanto piacevole, con un ritmo sempre sostenuto, ma, volendo trovare dei difetti, si può segnalare una certa mancanza di originalità, dato che le vicende raccontate ricalcano in buona parte quelle che si trovano in un gran numero di romanzi pubblicati sulla malavita in generale e sulla mafia in particolare. Inoltre le descrizioni dei luoghi in cui si svolge l'azione risultano piuttosto vaghe, quando non del tutto carenti, la qual cosa costringe il lettore a fare uno sforzo di fantasia per immaginare il teatro dell'azione, magari estrapolandola dalla vasta filmografia del genere ad iniziare dalla pellicola tratta dal romanzo di Puzo “Il Padrino” che è forse il più famoso.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, anche sostenuta dai dialoghi, talvolta volutamente grossolani per meglio far partecipe il lettore del substrato sociale popolare in cui si muovono i protagonisti.
Al termine del romanzo, tuttavia, gran parte delle vicende rimangono senza conclusione e questo fa pensare che con ogni probabilità l'autore abbia previsto un seguito. Tenuto conto che Pietro Valsecchi opera nel settore della televisione, non è difficile immaginare che ne potrebbe scaturire una serie televisiva, visto anche il successo avuto a suo tempo da "La Piovra".
Giudizio:
+4 stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Prima Famiglia
- Autore: Pietro Valsecchi
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: dicembre 2015
- Collana: Omnibus
- ISBN-13: 9788804659853
- Pagine: 423
- Formato - Prezzo: Rilegato con sopracopertina - Euro 20,00