Bernard Malamud, Prima gli idioti, minimum fax.
E prosegue l'ondata idiota delle mie letture!
Tra le cose (tante e belle) che ho scoperto qui qualche settimana fa, c'è anche questo autore. Conoscevo Malamud di nome, sapevo che era un americano, newyorkese (di genitori ebrei russi). E non molto di più. Così ho preso questo libro. Per il titolo, soprattutto. Per la copertina molto bella.
Ed è stata una buona scelta. Il primo racconto, che dà il titolo a questa raccolta di short story, è molto interessante. Gli idioti, in generale, fanno la loro comparsa in molte delle storie. Questi personaggi al limite, che fanno un po' fatica, che vivono situazioni irreali e surreali, rinfrancano lo spirito e comunicano qualcosa di diverso dal loro strano mondo obliquo e misterioso.
Ma l'aspetto più gustoso della raccolta è l'introduzione dell'autore: Riflessioni di uno scrittore: arte lunga, vita breve. Dove ci sono elementi biografici; ricordi d'infanzia:
"Ricordo che mia madre, una domenica di pioggia, mi scaricò di malavoglia in una sala cinematografica per vedere Charlie Chaplin, i cui film comici mi pervadevano l'anima".
Meraviglia.
E pensieri sulla scrittura:
"Ho scritto quasi tutta la vita. La mia scrittura ha estratto, da un'anima riluttante, un certo grado di stupore per la natura della vita. E più scrivevo bene, più sentivo che avrei dovuto scrivere meglio".
Un vero scrigno di tesori. E non perdetevi Schwartz, l'uccello-ebreo che parla yddish nell'omonimo racconto!