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Dylan Dog #339 – Anarchia nel Regno Unito

Creato il 12 dicembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

copertinacopertinaIl di Tiziano Sclavi ci ha mostrato quale orrore si celi dietro le piccole cose del quotidiano; quei gesti ed atteggiamenti che ripetiamo per abitudine, quegli eventi a cui di continuo assistiamo che delineano il grottesco ed orrido nonsenso alla base della nostra routine.
Dylan ha da sempre palesato la sua attitudine a propulsore di razionalità e denuncia, e alla messa in scena del conseguente disperato urlo di malcontento: un ritratto al passo coi tempi.

Su questa stessa linea, la tematica che presenta questo mese è quanto mai moderna: lo sfruttamento dei lavoratori, ridotti a condizioni precarie e degradanti, argomento molto sentito nel nostro Paese.
Con una vena di malinconica ironia nel finale, l’autore bresciano ci ricorda che l’attuale società del “benessere” è fondata sul sudore di molti sin dall’avvento di quel periodo industriale che autori come Émile Zola e Charles Dickens illustrarono dettagliatamente quali diretti testimoni.
Un’epoca nefasta in cui gli sfruttamenti e gli abusi erano all’ordine del giorno e le giornate di lavoro duravano 16 ore per i più fortunati. Un mondo che ha condotto alla grottesca, ma quanto mai reale, rappresentazione di Charlie Chaplin nel suo Tempi Moderni, in cui un operaio alienato avvitava bulloni, ormai anch’esso inglobato come ingranaggio e parte integrante e indistinta della macchina.

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È quindi con un occhio al passato che l’autore denuncia la preoccupante situazione odierna: una sorta di circolo, quell’odioso corso e ricorso storico che rivivifica zaffate di vergognosi e stantii scheletri del passato, che proprio la Storia dovrebbe aiutarci a non rispolverare mai più.
In una società in cui il tasso di invecchiamento aumenta vertiginosamente e i giovani brancolano nel buio fra impieghi “flessibili”, i lavoratori non fanno altro che assistere immobili dal loro cantuccio dimenticato che è l’“angolo del lavoratore, così (in)felicemente rappresentato in una vignetta dell’albo.
Sono dunque i morti a ribellarsi,prendendo disperatamente il controllo dei più giovani e scatenando una violentissima rivolta per le strade di Londra, mentre i vivi stanno solo a guardare.

Gigi Simeoni ha già dimostrato di aver studiato a fondo il periodo storico in questione, e vi si è mosso all’interno con enorme

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disinvoltura ed originalità nei due notevoli lavori Gli occhi e il buio e Amore nero.
Tuttavia questa storia, complice forse la necessità di inserire in itinere i due nuovi personaggi di Scotland Yard, risulta troppo costruita ed artificiosa, a tratti inverosimile, e per questo non permette una assoluta immedesimazione nel soggetto.
La sceneggiatura è scorrevole e ben curata, ma si basa su un espediente narrativo finale banale e scontato. Una fitta rete di sottotrame e tematiche, attuali e d’interesse, che non riesce a sbocciare in una vicenda originale, e non corona quell’ottimo lavoro di fondo che era stato svolto.

Nota negativa anche per i nuovi arrivati, l’ispettore Carpenter e Ranya, introdotti nelle primissime pagine durante l’irruzione a casa di Dylan assieme a degli agenti armati di tutto punto. Il primo sembra essere appena uscito da una mediocre serie Tv poliziesca americana, un soggetto troppo abusato e sfruttato, uno stereotipo. Ranya potrebbe invece nascondere elementi di interesse, ma dal siparietto finale del bacio mancato, è difficile fare previsioni. Si ha la sensazione che la serie stia assumendo sempre più l’aspetto di un vero e proprio telefilm.

I ruvidi disegni di Giampiero Casertano, efficaci e piacevoli in ultima analisi, risultano a volte troppo scarni, in particolare nella scarsa particolarizzazione degli sfondi di alcune vignette. Interessante l’omaggio in una tavola al Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Citazionistica e meravigliosa come al solito, la copertina di Angelo Stano ispirata ad Anarchy in the UK dei Sex Pistols.

Il numero 339 di Dylan Dog è un albo che nel complesso lascia con l’amaro in bocca, viste le grandi aspettative nei confronti di Simeoni, che ha saputo creare delle fondamenta quanto mai reali e riflettenti l’anima del malcontento più attuale, senza tuttavia sapervi intessere sopra una trama degna di essere ricordata.

Abbiamo parlato di:
Dylan Dog #339 – Anarchia nel Regno Unito
Gigi Simeoni, Giampiero Casertano
Sergio Bonelli Editore, dicembre 2014
98 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,20 €
ISBN: 977112158000940339


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