La cosa più vergognosa è che vengono dalla stessa persona. Che le tv di Berlusconi offendono le donne si sapeva già. Ma da poco mi sto concentrando su un recente fenomeno targato mediaset: lo svilimento delle televisioni commerciali si estende oltre i generi, offendendo proprio tutti sopratutto le categorie più discriminate. Dopo Uman take control ora arriva il reality che svilisce gli insegnanti precari, che sia una manovra di Governo? Ecco l’articolo:
Fonte: Bit City
Polemiche online sul nuovo reality Mediaset con i precari
Un reality show promette “dieci anni di tranquillità” agli insegnati precari, ma loro non ci stanno e si ribellano al format che li mette in ridicolo.
In Italia ci sono circa mezzo milione di insegnanti precari.
I tagli ai fondi per l’istruzione e la cultura sono all’ordine del giorno.
Il gioco si chiama “Non è mai troppo tardi” e i più agée ricorderanno subito il maestro Manzi che, negli anni ’60 e con il patrocinio del Ministero della Pubblica istruzione, insegnò l’italiano a migliaia di persone. Molti concorrenti di reality avrebbero bisogno del maestro Manzi.
Lo slogan promette “dieci anni di tranquillità” che, fatti due conti, sono poi 1500 euro al mese.
Mescolate il tutto e otterrete il nuovo format di Mediaset.
I nomi dei conduttori non sono ancora certi, ma si sa già che Nicola Savino e Barbara d’Urso hanno rinunciato. Quindi probabilmente toccherà ad Alfonso Signorini e a Federica Panicucci condurre questo ennesimo (serve?) reality show su Canale5 dove finalmente va in scena l’ignoranza dei partecipanti alle vecchie edizioni dei vari Grande Fratello&Co (che di anni di tranquillità se ne sono messi via molti di più e senza saper fare nulla). L’aspetto scandaloso tuttavia non è questo.
Che molti vincitori e concorrenti sappiano a malapena mettere in fila soggetto-verbo-complemento non era un mistero per nessuno, ma che per “istruirli” vengano assoldati insegnanti precari sembra proprio una beffa.
Nella pubblicità vengono definiti “insegnanti che si vogliono rimettere in gioco“, mentre in realtà sono insegnanti che fuori gioco ci sono stati messi a forza, e chi viene selezionato per partecipare si porta a casa 150 mila euro, i dieci anni di tranquillità di cui sopra.
Questo per gli insegnanti è davvero un periodo nero, i precari aumentano e i tagli alla scuola pubblica fanno diminuire proporzionalmente le cattedre, inutile dire quindi che i precari non hanno affatto preso bene quello che sembra essere un altro schiaffo in faccia da parte del governo.
Cosa c’entra il governo? Di chi è Mediaset?!
Ridicolizzare in questo modo la situazione di tanti lavoratori e lavoratrici che della scuola pubblica hanno fatto la loro missione è davvero troppo per molti! Soprattutto per Brunello Arborio, fondatore del Forum precari scuola: «Prima il governo mette gli insegnanti in mezzo alla strada con i tagli agli organici poi le televisioni della famiglia del premier sfruttano la loro disperazione con la solita lotteria della fortuna».
La disoccupazione quindi come fenomeno da baraccone, spettacolarizzata e ridicolizzata perché, come dice Felice Belisario dell’Italia dei Valori, gli operatori dei settori della cultura sono costretti a “prostituirsi per un tozzo di pane”.
Ultimamente pare andare di moda questa pratica, e per molto più che un pezzo di pane.
Ma per fortuna c’è anche ci non ci sta e reclama la propria dignità di persona prima che di lavoratore, il valore della propria cultura ed esperienza.
Massimo Donelli direttore Mediaset, vista l’accoglienza data alla sola pubblicità del programma, non esclude un rinvio della messa in onda e si difende dicendo: “Trovo quantomeno singolare che si faccia il processo a un programma non ancora andato in onda e che fin qui è solo uno fra i tanti progetti sperimentali ai quali stiamo lavorando” e che “l’obbiettivo del programma è solo quello di valorizzare una professione troppo spesso bistrattata e sottovalutata”.
Il modo per ridare la giusta levatura alla nobile arte dell’insegnamento ci sarebbe e non è certo questo.
Fonte: il salvagente.it
È bufera sul reality degli insegnanti precari
Il nuovo programma lanciato da Mediaset: “Non è mai troppo tardi”. Sindacati in rivolta.
Giulia Nitti Altro che stipendi da fame. La retribuzione questa volta è altissima, specie per un precario della scuola: 150.000 euro, “dieci anni di stipendio”, dice lo spot di Mediaset. Una proposta davvero allettante per i 25.000 che i recenti tagli sulla scuola pubblica hanno lasciato a casa. Visto che di lavoro ce n’è poco, Mediaset ha pensato a un gioco proprio per loro. Un reality in cui insegnanti (ma devono essere precari, è questo il requisito per essere selezionati) dovranno preparare vip, semi vip e starlette preferibilmente asini ad affrontare un quiz.Non è mai troppo tardi
Il titolo del programma è ancora provvisorio, ma dovrebbe essere “Non è mai troppo tardi”, proprio come lo storico programma Rai degli anni 60, in cui il maestro Manzi insegnava a leggere e a scrivere a un’Italia ancora analfabeta. Ma lo stile del nuovo reality sembra essere tutt’altro: e non si capisce bene se il “non è mai troppo tardi”, questa volta si riferisca ai concorrenti o ironicamente proprio ai precari (nel senso che “non è tardi” per guadagnare!).
Lo show dovrebbe andare in onda su Canale 5 durante la prossima stagione televisiva, condotto, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, da Alfonso Signorini e Federica Panicucci. I concorrenti, invece, quelli da “preparare”, saranno personaggi selezionati tra i partecipanti dei vecchi reality Mediaset, scelti con cura tra i più ignoranti.
Sindacati in rivolta
Inevitabili le polemiche. I primi a fare scoppiare il caso sono stati proprio i precari del forum “precari della scuola”, che sono montati su tutte le furie dopo avere visto gli spot in tv, ma quando la notizia ha iniziato a circolare sindacati e opposizione di governo si sono scagliati contro Mediaset.
Era davvero il caso di fare un programma spettacolo che vede come protagonisti i precari, nel momento in cui ci sono più di 20.000 ricorsi contro il governo per i tagli sul personale scolastico? Tanto più che proprio lo scorso sabato i precari della scuola sono scesi in piazza per protestare proprio contro gli ultimi provvedimenti del ministero dell’Istruzione.La Gilda degli insegnanti: “Un gratta e vinci sulla miseria”
Dura anche la reazione della Gilda degli insegnanti, che definisce il reality “un gratta e vinci sulla miseria”.“Oltre a essere un mezzo di intrattenimento, un tempo la tv rappresentava anche uno strumento utile per combattere l’analfabetismo”: si legge nella nota del sindacato. “Oggi, invece, la televisione vuole mandare in onda trasmissioni che assomigliano a un ‘gratta e vinci’ e che cavalcano indegnamente la disperazione dei docenti precari. Tutto ciò ci lascia sgomenti: se questo è il progresso a cui spingono i media, la situazione è davvero drammatica”
“Sarebbe interessante – aggiunge la Gilda – conoscere in merito il parere del ministro Gelmini. Attendiamo, dunque, un suo ‘illuminato’ commento”.
La parola ai precari
Su tutte vale la reazione di Brunello Arborio, precario storico che sul suo forum, all’argomento: “mai più precari”, ha fatto girare la notizia dello show. “Prima la politica riduce alla fame i precari della scuola”, ha scritto, “poi arriva il reality show che ha l’unico scopo di sfruttare la disperazione per denigrare i precari della scuola rendendoli fenomeni da baraccone”.
La difesa di Canale 5
In risposta alle polemiche è arrivata la replica del direttore di Canale 5 Massimo Donelli, che si difende: “Trovo quantomeno singolare che si faccia il processo a un programma non ancora andato in onda e che fin qui è solo uno fra i tanti progetti sperimentali ai quali stiamo lavorando”, scrive in un comunicato.
Donelli ha poi chiarito che l’obiettivo del programma è “valorizzare una professione che è troppo spesso sottovalutata”. Le indicazioni degli autori del programma, secondo quanto riferisce la nota di Canale 5, sono soprattuto due: “costruire il programma sulle materie scolastiche che ogni italiano, studente o ex studente, dovrebbe padroneggiare”, e “mettere al centro insegnanti preparati e disposti a colmare, in una dimensione insieme seria e ludica, le lacune degli alunni-star”.