Credit: CREPP ET AL. 2014, APJ
Un team di ricercatori, presso l'Università di Notre Dame, guidato da Justin R. Crepp, è riuscito a catturare l'immagine diretta di un raro tipo di nana bruna.
Lo studio di questi corpi, che emettono poca luce perché non bruciano idrogeno e raffreddano rapidamente, è un importante passo in avanti perché potrebbe fornire indizi sul collegamento tra stelle di piccola massa ed oggetti più piccoli come i pianeti.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal.
I dati iniziali arrivavano dal TRENDS (TaRgetting bENchmark-objects with Doppler Spectroscopy), presso il W. M. Keck Observatory di Mauna Kea, Hawaii, che usa ottiche adattive per rilevare gli oggetti più antichi e deboli in orbita intorno a stelle vicine alla Terra.
HD 19467 B, questa la denominazione della nana bruna, ha di classe spettrale T, una delle più deboli (le principali classi, dalla più calda alla più fredda sono: M, L, T, Y).
Ha una compagna simile al nostro Sole ma HD 19467 B è 100.000 volte fioca.
Sono stati ottenuti dati precisi sulla sua velocità radiale grazie allo strumento HIRES (High Resolution Echelle Spectrometer) del telescopio Keck I.
HIRES produce spettri di singoli oggetti ad altissima risoluzione, coprendo una vasta gamma di lunghezze d'onda, separando la luce in molte "bande" di spettri sovrapposti attraverso un mosaico di tre rivelatori CCD di grandi dimensioni.
E' uno strumento utilizzato per la ricerca di pianeti extrasolari ma anche per studiare galassie lontane, quasar e trovare indizi sul Big Bang.
Le osservazioni, iniziate nel 1996, sono durate 17 anni e mostrano un’accelerazione a lungo termine, che indica che la nana bruna è attratta dalla stella madre.
Nel 2012, poi, sono state riprese immagini ad alto contrasto utilizzando lo strumento NIRC2 (the Near-Infrared Camera) del telescopio Keck II, molto sensibile, che è stato in grado di riprendere l'immagine diretta in apertura.
NIRC2 lavora nel vicino infrarosso, ottenendo risoluzioni spaziali paragonabili o migliori di quelli ottenute dal telescopio spaziale Hubble a lunghezze d'onda ottiche.
E' famoso per aver fornito la prova definitiva di un massiccio buco nero al centro della nostra Galassia.
Gli astronomi usano NIRC2 per mappare le caratteristiche superficiali dei corpi del Sistema Solare, scoprire pianeti in orbita attorno ad altre stelle e studiare la morfologia dettagliata delle galassie lontane.
Comprendere HD 19467 B potrebbe essere un passo verso una più piena comprensione dei pianeti extrasolari perché mentre studiare la luce ricevuta dalle stelle è relativamente semplice, comprendere gli spettri dei pianeti è complicato e poco compreso.
"Questo oggetto è molto antico e freddo. Con osservazioni continue potremo usare questa stella come laboratorio per testare diversi modelli atmosferici", spiega Crepp. "Alla fine vogliamo arrivare ad acquisire immagini dirette di pianeti simili alla Terra. Poi, dallo spettro di luce, dovremmo essere in grado di dire di cosa è fatto il pianeta, la sua massa, il raggio, l'età e le altre proprietà fisiche".