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Prima mai, ora sempre

Creato il 27 febbraio 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Prima mai, ora sempre

Stamattina sono andata al solito bar a fare colazione, mentre leggevo il giornale locale, tra un morso alla brioche e un sorso di capuccino partono le note di Luci a S. Siro di Vecchioni.

Ieri pomeriggio, mentre ero al supermercato tra la frutta ed il pane sento la canzone di Vecchioni.

Ieri l’altro, in centro, in un negozio di abbigliamento dove si intruppano ragazzini, odo la melodia della canzone di Vecchioni.

E’ diventata un tormentone, la sento ovunque, la orecchio dappertutto.

Che uno come Vecchioni vada a Sanremo non mi da alcun fastidio e neppure un poco mi scandalizza, sebbene fossi un poco perplessa sulla scelta, ed è anche giusto che uno come lui provi a sdoganare canzoni non propriamente commerciali; potrebbe anche considerarsi come un atto di umiltà, una messa in gioco di se stessi, un scendere dagli altari.

La promozione della canzone vincitrice di un sanremo credo sia prevista dai contratti ed allora mi va bene anche vedere Roberto in qualunque trasmssione musicale; ci sta pure che vada all’Infedele di Gad Lerner a parlare di stati dittatoriali, di democrazia ferita, lo ha sempre fatto nelle università, nelle scuole e nei concerti.

Ma a Ballando con le Stelle, no!

Che cazzo c’entra con prove di ballo e varietà che niente hanno a che vedere con la musica, con la canzone o con l’impegno uno come lui, uno che scrive della Bellezza, di Alessandro, di Rimbaud e Verlaine, di cose perdute e ritrovate, del sogno, delle emozioni e della vita con un linguaggio ironico, favolistico e mitologico?

Io capisco anche l’euforia di essere cercati, lo stordimento da notorietà nazionale mai provata prima, ci metto pure un sano senso di divertimento e di cazzeggio senile, ma chiedo a Roberto di non esagerare, di non passare il labile confine tra la popolarità, meritata e conquistata tardivamente, con il successo mediatico e superficiale.

Non lo dico per snobismo; lo dico perchè di quest’uomo amo tutto.

Amo le sue parole, amo le sue idee, mi piace persino il suo aspetto fisico (sebbene adone non sia, e non sia stato mai), mi piace il suo incedere timido, mi piacciono le sue labbra strette, mi piace ogni solco profondo del suo viso, amo quando si commuove parlando di Pessoa, amo quando sorridendo alza leggermente il sopracciglio.

Amo la sua capacità di creare visioni, di illuminare emozioni con le sue parole, amo la sua voce che regala suggestioni, che tocca le corde della mia emozione.

Perchè io, quando di un uomo amo le sue parole amo tutto.

E proprio per tutto questo, anche se pure nelle trasmissioni più sceme non pronuncia mai banalità, dico: Roberto,goditela ma poi fermati.

P.S

questo post l’ho scritto oggi pomeriggio prima di vedere il suo pezzo di trasmissione e guardandolo mi sono venute in mente due associazioni: per la prima ho pensato a Gustav von Aschenbach, per la seconda ho pensato a Immanuel Rath.

La prima associazione gli piacerà la seconda non credo; ma se Vecchioni, in televisione il sabato sera, suscita simili associazioni forse ne è valsa la pena.



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