di Ferdinando Cocciolo
Dopo una settimana di Giro d’Italia, il padrone è Vincenzo Nibali. Delusione Wiggins, attenzione a Cadel Evans
La prima settimana di corsa del Giro d’Italia non ha tradito le attese. Si è partiti da Napoli per arrivare a Firenze, un grande spettacolo, con i nostri corridori italiani sugli scudi, e grossi “colpi di scena”. Ma soprattutto la settimana di Vincenzo Nibali che, a questo punto, sembra proprio il “padrone” della corsa rosa, anche più “cattivo” rispetto agli anni precedenti sotto il profilo tattico.
Vincenzo Nibali in rosa- cycling.it
Dopo la nona tappa sul difficile traguardo di Firenze, vinta da Maxim Belkov in un percorso con diverse salite e discese e reso ancora più complicato dalla pioggia e dal freddo, la classifica generale della Rosa vede sul podio più alto il leader dell’Astana Vincenzo Nibali con ventinove secondi di vantaggio su Cadel Evans, un minuto e quindici su Robert Gesink, un minuto e sedici su Michele Scarponi e un minuto e ventiquattro su Bradley Wiggins, la “vera delusione” di questa prima fase del Giro, da analizzare in maniera approfondita.
Il duello Nibali-Wiggins, per la maggior parte degli addetti ai lavori e non solo, era il più pronosticabile ed atteso, considerando un percorso fatto di durissime salite ma anche di cronometro, ed anche gli avversari (guidati da un Cadel Evans venuto al Giro non solo con l’obiettivo di allenarsi per il Tour de France) che non venivano considerati tuttavia sullo stesso livello dei massimi contendenti. Vincenzo Nibali attaccante del britannico sulle grandi salite (che ci sono già dalla seconda settimana di corsa), e il rivale che avrebbe dovuto soprattutto sfruttare le cronometro per cercare di distanziare il siciliano, ad iniziare da quella Gabicce Mare-Saltara. Questo lo scenario che quasi tutti si attendevano considerando proprio le inimitabili doti di cronoman di Bradley, ma proprio a Saltara è successo l’imprevedibile…
Ma prima di analizzare gli ultimi tre giorni che praticamente decidono al momento le sorti di un Giro tra i più belli degli ultimi anni, converrebbe “lanciare lo sguardo” verso quanto successo prima, con le ottime prestazioni e soprattutto vittorie dei nostri, “vecchi e giovani”. Molto probabilmente, Luca Paolini, 36 anni e all’esordio sulle strade del Giro, non si sarebbe immaginato di vincere una tappa e di conquistare la maglia rosa. Sogno realizzato a Marina di Ascea, dove uno dei più seri professionisti del nostro ciclismo (corridore vincente e fedele gregario di campioni come Bartoli, Bettini e Pozzato) ha staccato il gruppo e dato ulteriore prova di grande amore e passione per questo sport. Ma ancora più importante e significativa la vittoria di uno dei giovani italiani più promettenti, che poteva e doveva dare un segnale anche ai più critici. Nella quarta tappa, sotto una pioggia battente, e nel giorno in cui vi sono i primi segnali negativi per Wiggins (perde 17 secondi da Vincenzo Nibali), trionfa Enrico Battaglin su Fabio Felline e Giovanni Visconti. Una “volata regale” di chi sembrava perso, ed invece ha ottenuto una vittoria molto importante in proiezione futura.
Ma dicevamo di Bradley Wiggins che già in questa tappa ha avuto grosse difficoltà, staccandosi nel finale, con i compagni di squadra Henao e Uran che neanche lo aspettano. Ed iniziano le prime voci, su una condizione fisica del vincitore del Tour 2012 che non sarebbe ottimale, ed anche su possibili “crepe” in un team che sulle prossime strade del Tour vedrà due capitani, con Froome in netta ascesa. Ma il peggio deve ancora arrivare… e un duro colpo alle ambizioni di leadership del portacolori Sky proviene dalla settima e temuta tappa di Pescara, tra insidiose discese e strappi. Vince l’australiano Adam Hansen, protagonista di una fuga della prima ora, mentre la volata del gruppo viene vinta da Battaglin davanti ad un grintosissimo Danilo Di Luca, che voleva ben figurare sulle strade di casa (sta disputando un buon Giro, spesso all’attacco). Vincenzo Nibali (caduto in discesa ma ha anche attaccato in salita), Cadel Evans, (sempre attento e nelle prime posizioni del gruppo principale), Michele Scarponi e Ryder Hesyedal (che tuttavia non sembra quello del 2012) rispondono bene alle insidie di giornata, a differenza di Wiggins che cade in discesa a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia. Il britannico, molto probabilmente, viene assalito dalla paura, perde secondi su secondi dai rivali in classifica, che alla fine valgono un minuto e mezzo.
Ed allora, dopo una tappa che si è rivelata molto complicata tra forature e cadute, la classifica generale, al di là della maglia rosa che è nelle mani di Intxausti, vede Vincenzo Nibali con un buon vantaggio su un Bradley Wiggins che vorrà rifarsi nella cronometro, il suo “terreno preferito”. È la grande occasione per il campione olimpico della specialità per dare, secondo logica, almeno due minuti a Nibali, ma si sa, in uno sport imprevedibile come il ciclismo, non esistono cose scontate ed anche i pronostici più attendibili finiscono con l’essere smentiti da vari fattori e situazioni. Dall’altra parte, il leader dell’Astana, in attesa delle imminenti salite, è consapevole di doversi difendere, ma, come detto, succede l’imprevisto… Wiggins, su di un percorso duro ma comunque adattissimo alle sue caratteristiche, non riesce a vincere, è secondo dietro ad un sorprendente Alex Dowsett. Ma l’aspetto negativo è che il distacco finale tra lui e Vincenzo Nibali è di soli undici secondi, con il siciliano protagonista di una grande cronometro (quarto) che, soprattutto, va a prendersi la maglia rosa.
Cosa sta succedendo a Wiggins? Solo un problema psicologico? Fatto sta che anche nella tappa che si è conclusa a Firenze è andato in crisi in discesa ed è in seguito rientrato sul gruppo dei rivali, anche se a fatica ed aiutato certamente dal fatto che Nibali e compagni non hanno attaccato.
Ora il Giro riprenderà il suo cammino martedì prossimo, dopo il giorno di riposo. Bradley dovrà inventarsi qualcosa per mettere in difficoltà un Vincenzo Nibali che sembra davvero sempre più convinto e determinato. Mentre, sotto sotto, un arcigno Cadel Evans, secondo in graduatoria a ventinove secondi dal siciliano, inizia a crederci e sarà un “cliente pericoloso” nelle prossime tappe di montagna. Aspettiamoci un Giro ancora più bello ed appassionante.
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