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Primarie a Napoli: il Pd oltre il ridicolo

Creato il 26 gennaio 2011 da Risibilmostra

 

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Panorama preso da San Martino

Abbiamo superato tutti i limiti. Mentre Berlusconi è in seria difficoltà e somma numeri che danno sempre risultati diversi, mentre il paese affonda grazie all’inettitudine o la disonestà degli amministratori, mentre i rifiuti sommergono città intere, mentre i lavoratori vengono caricati del peso della crisi economica e ne subiscono i rigori e le angosce, l’Opposizione non trova di meglio che dividersi su tutto. Il Pd è diventato strabico, un occhio a destra, uno a sinistra, sbilenco, una gamba qua una gamba là come i pensionati di De André, e menomato, perde pezzi ma che importa (per dirla con Gaber). Nonostante questo mostra di avere un profondo attaccamento al potere (finite le ideologie, terminate le idee, sconclusionate le ipotesi, resta solo cercare di rimanere a galla per non dovere cominciare a lavorare sul serio, sveglia alle cinque, turni con pause ridotte, 1000 euro al mese o poco più o meno). Come se non bastasse, nei miasmi di questi giorni abbiamo assistito alle primarie farsa di Napoli. È stato uno spettacolo di intercultura come mai si era visto in Italia: addirittura i cinesi sono andati a votare – un miracolo! Come saranno riusciti a farli uscire dai capannoni dove spesso lavorano in nero e in condizioni sub-umane? Davvero il Timoniere del Pd napoletano ha fatto breccia nella sensibilità del sol levante? Uno spettacolo raccapricciante, in una città già duramente colpita, che la dice lunga su cosa succede nel Pd. Come dice Gianfranco Maris: “Il Pd mi fa soffrire. Nel partito la lotta non è più finalizzata ai processi formativi della linea politica, ma all’affermazione del potere personale. Il confronto è sui ruoli, anziché sulle idee”. (Il fatto quotidiano, 25-01-2011)



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