Primarie in Michigan e Arizona: Romney o Santorum?

Creato il 27 febbraio 2012 da Pfg1971

Dopo oltre due settimane in cui non vi è stata alcuna elezione primaria per decidere il candidato repubblicano alla presidenza, domani si ricomincia. In palio vi sono i delegati conservatori di due stati molto importanti, Michigan e Arizona, poi, tra poco più di una settimana, arriverà il super Tuesday, quando si terranno caucus e primarie in ben dieci stati contemporaneamente, spalmati tra nord e sud del paese.

I primi nodi cominceranno quindi a venire al pettine. In poco più di dieci giorni si deciderà il fato degli ultimi quattro candidati repubblicani alla presidenza. Potremmo infatti assistere all’uscita di scena di qualcuno di loro. A rischiare di più sarà certamente Newt Gingrich.

Dotato di risorse significative, dopo l’imponente donazione di oltre 10 milioni di dollari da parte del magnate dei casinò Sheldon Adelson, manca di una organizzazione elettorale diffusa in modo capillare a livello nazionale e quindi, per continuare la sua corsa almeno fino alla convention del partito in estate, nei prossimi giorni è condannato a ottenere successi significativi.

Dopo aver trionfato in South Carolina, nel super Tuesday, Gingrich deve aggiudicarsi almeno il suo stato di origine, la Georgia, insieme ad altri stati meridionali come Tennesse e Oklahoma. Se l’ex speaker è costretto a giocarsi tutto in dieci giorni è perché dalla sua vittoria in South Carolina, a fine gennaio, sono cambiate molte cose.

Mitt Romney, il probabile front runner repubblicano è riuscito ad aggiudicarsi le primarie in Florida, Nevada e Maine, tuttavia Rick Santorum, ex senatore della Pennsylvania, è riuscito ad imporsi, quasi a sorpresa, in Colorado, Missouri e Minnesota.

Santorum, cattolico, di origine italiana, può contare su buona parte dei sostegni degli evangelici fondamentalisti, ma soprattutto è riuscito a catturare l’immaginario e la simpatia dell’elettore repubblicano medio, a differenza di quanto non sia riuscito a fare Romney.

Infatti, mentre quest’ultimo non riesce a scrollarsi di dosso l’etichetta di ricco manager di successo, figlio di un governatore che divenne milionario sedendo nei più importanti consigli di amministrazione di Detroit, Santorum può vantare origini più modeste, in grado di attirare le simpatie degli elettori più poveri.

Il nonno di Santorum era un emigrato italiano che aveva lavorato per una vita nelle miniere della Pennsylvania e l’ex senatore rimarca spesso proprio queste radici povere ed operaie. Un messaggio semplice, ma in grado di indebolire di molto le chance di Romney di prevalere in stati come il Michigan o altri territori, patria della manifattura operaia in crisi, a seguito della spietata concorrenza cinese.

Lo stesso discorso può farsi per la strenua opposizione di Santorum alle pratiche abortive e la sua decisa difesa della famiglia tradizionale, una narrazione quasi banale, ma in grado di fare breccia nei cuori e nelle menti delle donne appartenenti alla middle class conservatrice.

Non a caso, secondo vari sondaggi, il tradizionalismo sociale di Santorum è riuscito a procurargli un ampio sostegno tra le elettrici repubblicane. Mentre le umili origini operaie dell’ex senatore potrebbero giovargli in stati come il Michigan o l’Illinois, la difesa dei valori familiari e la opposizione all’aborto potrebbero essergli utili per attrarre parte dell’elettorato latinos, sensibile ai valori domestici e molto importante in stati come l’Arizona.

Se Romney non riuscisse ad imporsi in Michigan, cedendolo a Santorum, potrebbe essere nei guai, poiché è in questo stato che l’ex governatore è nato e cresciuto. Come potrebbe essere credibile un candidato alla presidenza non in grado di aggiudicarsi le primarie nel proprio stato di origine?   


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