Quelli che seguono sono dunque dei brevi ritratti-pagella (neppure troppo seri), della performance di ciascuno degli interessati secondo le mie modestissime impressioni.
Note positive: Ha metabolizzato in maniera così totale ogni lezione di TopManagement-fin-de-siècle-for-dummies che riesce quasi a convincerti che siamo in presenza di Primarie stile americano e che la discussione si svolge in un contesto nazionale salubremente democratico e/o finalmente risanato. Non la manda a dire a Marchionne, ribadisce che non si può consegnare il Paese a Grillo e di Casini (in tutti i sensi) non ne vuole sentir parlare. Ha chiaro il concetto di “credibilità” politica ma sa pure che i panni-sporchi-bisogna-lavarli-in-casa ed è quindi determinato a mantenere quell’aria da bravo-ragazzo che un giorno o l’altro darà le dovute soddisfazioni in famiglia.
Note Negative: Troppo politically correct. Sono troppo politically correct i miti incensati di Mandela e della blogger tunisina che lotta per i diritti delle donne, sono troppo politically correct le sue campagne femministe, è troppo politically correct il suo rispetto dell’avversario (l’avversario non è infatti da confondersi con la persona!), è così politically correct nella sua reiterata apologia della “Politica bella” che da quando è sceso nell’arena il suo concittadino-segretario-del-bel-tempo-che-fu si sta girando come una trottola nella tomba. Alla lunga, annoia.
Voto: Sette e mezzo.
Note positive: È pacato. Sogna un mondo ideale (si è autodefinito “un acchiappanuvole”) e non vi sono dubbi che si spenderebbe per crearlo quel particolare universo. Sogna anche una Italia migliore, il che non guasta. Vorrebbe maggiore sobrietà nelle campagne elettorali e – attraverso delle considerazioni quanto mai criptiche: “Trasferitevi tutti in Puglia e vedrete cosa siamo stati capaci di fare!” - lamenta il fango, reale e metaforico, dentro il quale sta affondando il Paese.
Note Negative: Parla lento, è prolisso, ripetitivo. Scontato. Muove per citazioni: cita Spinelli, Einaudi, Oscar Wilde e ha come mito il Cardinale Carlo Maria Martini. Il linguaggio è intriso di costruzioni intellettuali ridondanti e spesso ideologicamente obsolete (e.g. femminicidio, maschio-proprietario, massimalismo vs minimalismo, etc), nonché lontane anni luce dal modo di argomentare, enunciare, delle classi medio-basse i cui diritti pur vorrebbe difendere (i.e. vedi caso operai FIOM vs Marchionne).
Voto: Sei
Pierluigi Bersani
Note positive: Non stra-fa. Sorride bonario per tutto il tempo. Dice cose giuste al momento giusto e cose quasi-sante in tutti gli altri momenti. Chiude a chiave la credenza col Busto di Lenin e tira fuori un brand-new portrait di quel Papa Giovanni immarcescibile mito a sinistra di cui ammira soprattutto l’indiscussa capacità di cambiare senza spaventare. Fa una grande tenerezza. È simpatico.
Note Negative: Ripete sempre le stesse cose determinato ad ignorare (sperando di far dimenticare) il suo essere in Politica da enne decenni. Purtroppo per lui conosce bene la “vecchia” arte di governare la res pubblica e quindi non si “espone” mai all’insegna dell’indimenticabile motto vulpem pilum mutare non mores. Allo stesso modo – per partito preso (è davvero il caso di dirlo!) – non vi è azione politica del governo dei tecnici che si salvi da una sua critica (ma il PD non è una delle parti che tiene Monti in sella?), e che, a sentire lui, non si sarebbe potuta portare avanti in maniera diversa. Migliore. È scontato.
Voto: Sei e mezzo.
Note positive: È pratico e chiede ai professionisti che andranno in Parlamento di fare delle scelte lavorative di campo come a suo tempo le ha fatte lui. Non ha paura di dire le cose come stanno e raccomandandosi a San Alcide De Gasperi è fermo nel dire che il matrimonio è cosa per uomini et donne. È presente. Serio e non serioso. Odia la demagogia.
Note Negative: Non ha paura di dire le cose come stanno e raccomandandosi a San Alcide De Gasperi a volte viene fuori con delle robe davvero incomprensibili per l’uditiorio che lo dovrebbe votare come, per esempio, quando sostiene che il matrimonio non é cosa per i gay. Per un uomo prima democristiano, poi democasinico, a volte si propone come un vecchio paladino comunista pre- Perestrojka. A volte invece l’evidente non-mediaticità lo fa risultare pesante.
Voto: Sette e mezzo.
Note positive: È una donna. È una donna intelligente. È una donna che ha un buon curriculum e ha fatto tante cose. È una donna italiana. Coltiva il mito di Tina Anselmi e Nilde Iotti.
Note Negative: Manca di grinta e a volte dà l’impressione di sottintendere che occorrerebbe votarla soltanto perché donna…
Voto: Sei e mezzo.
Nel complesso una serata che non ha detto nulla di nuovo ma che in compenso ha permesso ai partecipanti di scambiarsi tante… ma davvero tante pacche sulle spalle. Uhm…..
Featured image Pierluigi Bersani, a seguire Matteo Renzi, Nichi Vendola, Bruno Tabacci e Laura Puppato.
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