Primarie Roma 2013: pensieri, parole, opere e omissioni.

Creato il 27 giugno 2012 da Cristiana

Ci siamo quasi. Finalmente.

Maggio 2013 è alle porte e la città deve tornare in mani capaci dopo il fallimento di Alemanno.

Panoramica rapida.

Candidati in campo:

1) Nicola Zingaretti, PD. L’eterno candidato. Era candidato sindaco di Roma (io fui tra quelli che implorai di candidarlo nel 2008 convinta che Rutelli avrebbe perso) prima di essere candidato (vincente) alla Provincia di Roma. All’epoca era un giovane deputato europeo recordman di presenze. Poi l’asse Bettini-Veltroni impose Rutelli a Roma e lui alla Provincia. Perché se Veltroni ex DS andava via a Roma doveva esserci un ex-Margherita e ai DS toccava la provincia. Tutti sappiamo come è andata. Oggi Zingaretti non è ancora ufficialmente candidato: si è dichiarato a disposizione. Per un certo periodo in molti hanno sperato che si impegnasse a livello nazionale ed impedisse il massacro bipolare Bersani vs Renzi. Ero tra quelli, confesso. Ha amministrato bene un ente antipatico come la Provincia connotandolo su due temi chiave: il WiFi diffuso e il tema delle energie rinnovabili (scuole di competenza della Provincia dotate di pannelli) e dell’ambiente (ha spinto moltissimo sulla differenziata nei comuni della Provincia). L’unica paura che ho è che sia troppo dentro le dinamiche di partito, che gli manchi la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per vincere e si faccia incastrare dai poteri malefici di cui il mio stesso partito è infestato. Nicola avrebbe la possibilità di infettare positivamente tutto il PD, arrivando anche a quello nazionale. Nel PD c’è tanta parte sana, lo dico sempre e lo dico volentieri. Non sono sicura che avrà cittadinanza reale e non solo formale nel progetto Roma 2013.

2) Sandro Medici, SeL. Presidente del X municipio, iscritto a SeL, ma non il candidato di SeL che è invece intenzionata ad appoggiare Nicola Zingaretti. Molto attivo sul fronte dei diritti civili (del suo municipio il primo registro per le Coppie di Fatto) ed anche sulla denuncia delle sale giochi selvagge legate alla criminalità organizzata. Dichiara un rapporto molto fraterno con Zingaretti.

3) Paolo Berdini, ingegnere, docente universitario a Tor Vergata. Candidatosi in forte polemica con l’impostazione urbanistica delle ultime giunte, non solo Alemanno, ma anche quelle di Veltroni e Rutelli. Personalmente mi trova d’accordo sul tema. Censurato dai media classici, riscuote successo tra i movimenti non allineati.

4) Patrizia Prestipino, PD. Patrizia è assessore della giunta provinciale romana, quella governata da Nicola Zingaretti. E’ la compagna di Milana, ex segretario del PD romano, fedelissimo di Rutelli che è uscito dal PD per seguire Rutelli nell’avventura disastrosa dell’Api. Si mormora che dopo le prime conte, l’Api romana abbia provato a rientrare dalla finestra del PD in vista della vittoria di Zingaretti. In molti pensano che la candidatura di Patrizia sia un modo per contare quella componente e poi esigere il giusto numero di assessorati e di equilibri di potere.

5) Grillo che fa? 

6) Montezemolo che fa? Si candida? Candida Riccardi (Comunità Sant Egidio, oggi ministro)

Cosa penso per sommi capi.

1) non capisco perché l’assessora Prestipino nominata dal futuro probabile sindaco Zingaretti si candidi. Non ha fiducia in lui? In cosa si distingue? Cosa manca a Nicola?

2) Medici e Prestipino mi sembrano candidati per la “conta” interna, magari anche ritirabili in zona cesarini dopo avere fatto accordi.

3) L’unico distinto e distante dalla politica (nel senso comune in uso oggi), ma debole mi sembra Berdini che infatti viene debitamente ignorato dalla stampa tradizionale. Al giorno d’oggi, tocca dirlo, un punto di forza. Anche se mi sembra, ad occhio, troppo antagonista.

4) la seconda candidatura del PD, quella di Prestipino, apre la possibilità ad altre candidature anche interne al PD e guardando i due candidati mi risulta visibile un’intero pezzo di PD assolutamente escluso dalla gara, quello famoso che non viene né dai DS, né dalla Margherita e che soprattutto, magari, non fa politica per professione e non entra facilmente negli equilibri correntizi interni e che oggi non sembra avere molto spazio nelle dinamiche dei due candidati.

Cosa mi piacerebbe che accadesse.

1) che venga fissata la data delle primarie e che questa data sia la stessa per: premiership, deputati e senatori, sindaco e presidenti di municipio. Così si fa un bel pacchetto trasparente e non si corre il rischio di vedere gente che si candida a tutto per provare ad entrare ovunque. Si chiama progetto politico. Primarie Day. A ottobre.

2) La politica al centro, non di centro.  Voglio sapere tutto dai candidati e vorrei saperlo prima dell’estate. Quale Roma? Quale mobilità? Quale progetto per le aziende comunali? Per far funzionare la macchina comunale in modo efficiente? Per rilanciare la cultura? Per abbattere inquinamento e traffico? Per sostituire la discarica e tenere Roma pulita? Quale progetto di Welfare? Quello di Alemanno o quello di un’istituzione che non delega alle donne, alla Chiesa o alle associazioni di stampo politico-ideologico? UDC sì o no? Avremo un regolamento per limitare la diffusione delle sale giochi? Il futuro sindaco ha un progetto per il Tevere? Gli asili nido raggiungeranno il 30% di copertura come chiede il trattato di Lisbona? Abbiamo una visione di come abitare in modo sano i parchi romani? Sappiamo come restituire il centro alla città e non solo al turismo di massa? E come ricolleghiamo le periferie alla città? E come fermiamo gli autobus turistici fuori dal raccordo? E posso sapere se nei primi 100 giorni potremo abbattere tutti (dico tutti) i cartelloni pubblicitari dentro le mura? E come faremo rinascere alcuni quartieri dormitorio? Come incentiveremo la diversità commerciale e culturale per ridare vita ad intere zone morte?

3) Dimmi con chi vai ti dirò chi sei. Qui viene il bello. Per spersonalizzare il dibattito vorrei conoscere fin da ora la squadra del futuro sindaco. Per me fa differenza se l’assessore ai lavori pubblici ha una storia politica o no e quale essa sia. Da dove viene. Cosa ha fatto. Se ha legami con i palazzinari o no. Per me fa differenza se al Welfare ci va un laico o un clericale, laddove il primo può meravigliosamente essere anche cattolico, volendo. Per me fa differenza se la squadra viene decisa con il Cencelli (cioé  in base ai pesi elettorali) e non secondo un criterio di merito e competenza. Secondo la voglia di lavorare insieme in modo integrato. Per me fa differenza, insomma, se gli assessori sono scelti in base a vecchi equilibri e non in base ad un progetto complessivo, ad una visione politica della Roma dei prossimi anni.

Questo lungo, anche critico post, vuole essere un contributo costruttivo. Per ora vorrebbe essere meglio e più utile di una terza candidatura. Speriamo serva a tutti. Soprattutto a Roma.


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