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Piazza di Spagna e Trinità dei Monti
Nel primo giorno di primavera, rallegrato a Roma da una temperatura mite e da un cielo azzurro che fa dimenticare il maltempo dei giorni passati, ripropongo ai lettori di Pinkafé la storia e le immagini di uno degli angoli più suggestivi della Città Eterna.
I gradini della scalinata di Trinità dei Monti saranno rivestiti fra poco dei colori brillanti di centinaia di azalee ad opera dei vivaisti romani, uno spettacolo che ogni anno lascia senza fiato cittadini e turisti da ogni parte del mondo.
Forse non tutti sanno che…
Intorno al 1500, questa zona era considerata suburbana e coltivata a vigne. Divenuta di passaggio per i forestieri che entravano in città attraverso Piazza del Popolo, fu subito chiaro che necessitava di una sistemazione architettonica.
Il nome della piazza deriva dalla sede dell'Ambasciata di Spagna presso lo Stato Pontificio (oggi santa Sede), un palazzo situato sul lato meridionale e risalente al 1647, ma fu a lungo contestato dai francesi che possedevano il terreno di Trinità dei Monti e la parte settentrionale della piazza, conosciuta a quel tempo come “Piazza di Francia”.
Per collegare la chiesa di Trinità dei Monti alla piazza sottostante si pensò alla costruzione di una grande scalinata, un progetto che già il cardinale Mazzarino aveva approvato nel 1660.
La scenografica scalinata venne terminata nel 1725 su progetto dell’architetto Francesco De Sanctis, dopo aver ottenuto l’approvazione francese e quella papale.
È articolata in rampe da dodici gradini ciascuna, per un totale di 136 gradini, in un’alternanza di terrazze, tratti curvi e dritti, in ossequio al gusto barocco.
Ai piedi della scalinata la "Barcaccia" di Pietro Bernini (1629), padre di Gian Lorenzo, la prima fontana alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Vergine, di cui riparleremo in seguito a proposito di Fontana di Trevi.
L’idea di rappresentare una vecchia barca in pericolo di affondare fu una trovata geniale del Bernini, il quale ovviò così al problema causato dalla bassa pressione dell’acqua. La tradizione però ascrive l’idea a Papa Urbano VIII, impressionato da una barca che si era arenata sulla piazza a seguito di una piena del Tevere.
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