Unione Terre Verdiane: Intervista al Presidente della Provincia Filippo Fritelli
24 gennaio 2016 di Giovanna Galli Il nostro gruppo, Primavera Fidentina, a differenza di altri dell’opposizione, ritiene che non sia prioritaria la chiusura dell’Unione Terre Verdiane ma pensa che sia indispensabile correggere gli errori che sono stati fatti in precedenza.Noi crediamo in una corretta informazione, il più possibile al di sopra delle parti e per questo abbiamo pensato di intervistare alcuni sindaci dei comuni aderenti all’Unione. Abbiamo voluto partire da Filippo Fritelli soprattutto perché oltre ad essere il Sindaco del Comune di Salsomaggiore Terme è il Presidente della Provincia di Parma. Innanzitutto grazie per aver accettato questa intervista sull’Unione Terre Verdiane (di seguito UTV). Dall’01-01-2017 l’UTV, se non succederà nulla di nuovo, chiuderà. Come mai secondo te si è arrivati a questo punto? Cos’è che non ha funzionato? I sindaci, in più anni di amministrazione (nel mio caso in due) hanno rilevato in modo oggettivo l’impossibilità di andare avanti con l’unione così come era fatta, con le sue convenzioni, coi suoi equilibri interni, perfino con la distribuzione del personale. Versare soldi per servizi che non soddisfano e per una gestione sfuggita di mano da tempo non serviva più e non era utile per nessun comune. Il Pd all’inizio esaltava questa esperienza citandola come esempio di buona organizzazione mentre adesso auspica così come tutti gli altri sindaci la sua chiusura. Come mai un tale cambiamento? Come mai non ritiene più giusto difendere questo organismo? I tempi cambiano e gli equilibri si evolvono. Cambiano anche le leggi, che nel 2006-2007, al momento della nascita dell’Unione, finanziavano queste nuove (per allora) forme aggregative, spingendo i comuni ad aderirvi. Oggi il Pd, o diciamo una visione di centrosinistra riformista, deve sviluppare un nuovo modo di pensare: andare sempre e comunque oltre l’isolamento perché i comuni ormai non bastano più a loro stessi, ma sviluppare forme di aggregazione che reggano e non solo abbozzate, così, tanto per farle. Forme che abbiano senso, di unione e anche di fusioni, oggi dobbiamo spingerci ancora più in là, pensando che così tanti comuni non possono più reggere. La coerenza quindi sta sempre nel condividere le aggregazioni, ma nuove e parametrate alle leggi di oggi. La nostra regione, per molti versi, caldeggia le aree vaste di acquisto e l’UTV, per quanto concerne i servizi di sua competenza, possiamo dire che è stata creata con questo scopo: Avere a disposizione questo strumento e chiuderlo non è un andare in controtendenza? A noi tare una contraddizione. Le aree vaste regionali di oggi non rispecchiano il modello di UTV, le aree vaste regionali dovranno essere i superamenti funzionali e tematici delle province (anche loro nel frattempo abolite), per fare, in modo speculare, quanto deve avvenire per i comuni: unire delle funzioni fondamentali per vederle e dirigerle su un territorio superiore a quello delle municipalità per avere la giusta massa critica. Dal mio punto di vista, ad esempio, pensare insieme i territori di Piacenza, Parma e Reggio Emilia e fare in modo che sviluppino politiche e scelte congiunte in tema di ambiente, trasporti, pianificazione generale, politiche sociali e sanitarie sarebbe il risultato ideale. La decisione di chiudere è definitiva o potrebbe subire dei cambiamenti? Nessuno vuole arretrare da questa decisione, l’unica cosa che si potrà fare, nel tempo che abbiamo di fronte da qui alla seconda metà dell’anno, è quello di costruire almeno due forme di aggregazione più corrette ed equilibrate che in pratica dividono l’ambito originario delle Terre Verdiane. Una di Fidenza – Salsomaggiore e l’altra della bassa, a sud e nord della via Emilia, coi comuni più grandi e più simili tra di loro da una parte e gli altri in collaborazione dall’altra. Noi come gruppo civico abbiamo soprattutto due tipi di preoccupazione. La prima riguarda il probabile peggioramento dei servizi destinati a sparire nei comuni di piccole dimensioni. La seconda riguarda il futuro dei lavoratori dipendenti dell’UTV perché temiamo che alcuni perdano il posto. Puoi darmi rassicurazioni in proposito? Nessun pericolo per i lavoratori, che verranno assorbiti in quota parte dalle divisioni dei comuni. Oggi tutti i Comuni, avendo avuto per anni il blocco delle assunzioni, hanno un grande bisogno di personale, quindi può essere un’occasione. Per i comuni più piccoli mi limito ad un invito: questa va vista come un’occasione, quindi anche dal punto di vista dei territori della bassa, bisogna che lavorino insieme per essere utili l’uno all’altro e cercare una forma di collaborazione tra di loro che li sostenga nel modo giusto. All’interno dell’UTV c’è il corpo della polizia municipale e soprattutto c’è la centrale operativa che rappresenta un vero e proprio gioiello per la nostra zona, in grado di stanare in pochi secondi molte informazioni (tipo di chi guida senza assicurazione..). E’ un servizio costoso e prezioso, che fine farà? Andrà avanti allo stesso modo, magari attraverso una convenzione ad hoc o attraverso la sua stessa divisione negli ambiti più funzionali. Noi abbiamo fatto diverse richieste di informazioni in merito al bilancio ma finora inutilmente. Diversi mesi fa abbiamo scritto al Responsabile della Trasparenza dell’UTV ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Davanti a un presunto deficit di bilancio abbiamo chiesto se tutti i comuni dell’Unione hanno versato le quote pattuite. Noi riteniamo sia un diritto dei cittadini conoscere queste cose. Come mai tanta chiusura? Quali segreti si nascondono in domande così elementari? Il Bilancio di UTV ha gli stessi principi dei bilanci comunali, cioè pubblico e trasparente e fornito nei tempi congrui a tutti i sindaci e ai consiglieri che la compongono. Non so se vi riferite ad un episodio specifico, in questo caso non ne sono a conoscenza. Non vedo problemi di trasparenza, alcuni comuni sono un pò più indietro di altri nei pagamenti, ma non è il caso di Salsomaggiore. Per il resto non mi sento di rispondere a nome di altri. L’Amministrazione provinciale ormai prossima alla chiusura può intervenire in questa faccenda? No, è un dovere dei Comuni lavorarci sopra. A loro e solo a loro il potere di farlo, negli spazi forniti dalla legge regionale. Non ci resta che augurarci che i sindaci coinvolti abbiano un ripensamento e tornino indietro sulle posizioni prese. Per il momento ringraziamo Filippo Fritelli per il tempo che ci la dedicato per rispondere alle nostre domande. Noi continuiamo a pensare che è un errore chiudere l’UTV e intervisteremo altri sindaci.